Internet non è democrazia

I primi di maggio Valve inc. la nota società che ha creato alcuni dei pilastri del videogaming e titolare del software Steam ha lanciato, dopo un intenso sviluppo, una app per iphone che permetteva di accedere alla propria libreria di giochi e software acquistati sul loro portale. L'app viene approvata, Valve comincia a pubblicizzare la cosa ma il giorno seguente Apple decide che non va bene e blocca tutto senza fornire una valida spiegazione.

Ho citato questo esempio perché Valve è un colosso oltre che conosciuta da qualunque videogamer del pianeta, insomma non è Gino l'artigiano di Poggibonsi. Valve ora non ha potuto fare altro che rendere nota la cosa nella speranza che l'effetto abbia un riverbero negativo tale da costringere Apple a riconsiderare la questione, cosa che probabilmente non avverrà.

Il fatto è che Internet non è democratico. Può esserlo per aspetti meramente tecnici come il protocollo TCP/IP ma per quelli sostanziali come nell'esempio di cui sopra no. Molta, anzi azzardo la maggioranza della gente pensa in modo completamente errato che siccome sei su internet vige una sorta di democrazia implicita.

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Purtroppo, o per fortuna a seconda dei punti di vista, non è così. Vi possono sbattere fuori da un forum o bannare l'account da qualche servizio solo perché all'admin state antipatici, non la pensa come voi o l'ha chiesto suo cuGGino.

E questo vale anche per servizi apparentemente istituzionali come Facebook. Non sono pochi i casi di gente che si è costruito una community magari legata al suo lavoro e poi un giorno tutto chiuso. Alle spiegazioni il muro di gomma, odiosissimo, di un messaggio pre-compilato che il 99,9% delle volte non dice un tubo. Segue poi il classico pero che casca dall'albero perché solo in quel momento il malcapitato si rende conto che non è in un sistema democratico, che ha affidato buona parte delle sue possibilità lavorative in mano ad altri di cui gli frega meno di zero. Si è solo un ID di un database nelle grinfie di qualche algoritmo.

So che qualcuno salterà subito sulla sedia a dire che "eh avrà combinato qualcosa". Può essere, come può essere vittima di un misunderstanding, ma ci sono casi di "vittime sacrificali" per ingraziarsi il parlamento XY su certe questioni. Nel caso che cito in apertura è probabile che Apple abbia ritenuto Valve come un possibile competitor nella rivendita di giochi mobile e quindi gli abbia chiuso l'applicazione con qualche scusa di comodo. Su Android la medesima app invece è stata pubblicata, ma se fossimo stati in regime di monopolio di fatto?

Eppure quando consiglio di avere il proprio blog/sito e puntare su di esso, utilizzando Facebook e soci come strumenti secondari utili a portare traffico, ti guardano sgranando gli occhi. "E' roba vecchia!". Il proprio blog, magari sul proprio server, con il proprio dominio non sono in balia degli estri di qualcuno o di un algoritmo acidello.

Chiaramente tra avere la pappa pronta del social e sbattersi a mantenere un sito che significa studio, sudore e dedizione; in molti si lanciano nelle apparenti e rassicuranti braccia del social di turno. Se non ve ne frega niente come al sottoscritto è poca cosa, ma se lo strumento in questione comincia a riportare una certa rilevanza (può essere affettiva o commerciale) è meglio che ci pensiate su un attimo. Di cosa sono padrone io? Anni fa quando lessi il corposo "agreement" (oggi potrebbe essere diverso specie alla luce delle nuove regole) era chiaramente scritto che foto e scritti dentro il noto social erano di loro proprietà. In linea del tutto ipotetica con la foto del vostro gatto o di vostra figlia potrebbero farci uno spot pubblicitario a vostra insaputa.

Quindi internet non è democratica, è più simile al nostro medioevo dove tutta una serie di piccole fortezze avevano le sue regole e la loro democrazia. Quindi il mio consiglio è di farvi la vostra piccola fortezza, dove voi siete il reggente democratico e non fare il suddito altrui.