Ingvar Kamprad

Ingvar Kamprad, ovvero il creatore di Ikea deceduto nella giornata di ieri 27 gennaio. Impossibile non sapere di cosa si parla, ovvero mobili a basso costo, o meglio quella è l'idea che è passata, componibili nel fai da te. Un impero, visto che Ingvar è entrato nella top 10 degli uomini più ricchi del pianeta.

[immagine presa da twitter]

Eppure il personaggio è probabilmente irripetibile, come molti altri vivi e non. Steve Jobs, Bill Gates e lo stesso Jeff Bezos hanno avuto una fortuna non da poco, ovvero quella di nascere e cresce in un contesto che noi non abbiamo e non avremo probabilmente mai.

Kamprad ha sempre avuto il commercio nelle vene, da piccolo comincia a vendere fiammiferi per passare a decorazioni natalizie, penne a sfera e persino pesce. A 17 anni (nel 1943) riceve dal padre una somma per i buoni risultati scolastici ma invece di spenderli per una moto (oggi per un iphone) ci costruì un capannone che chiamò Ikea, ovvero le iniziali del suo nome legate a quelli della fattoria di famiglia e la cittadina svedese dove viveva.

Se facessimo un fast forward al 2018 è piuttosto difficile che un adolescente si metta a vendere fiammiferi o peggio ancora pesce. Non tanto per la volontà di farlo, ma perché finirebbe nei casini in pochissimo tempo. Le leggi dal 43 ad oggi sono diventate più opprimenti o razionali a seconda dei punti di vista e non solo in Italia.

Figurarsi poi costruire un capannone con chissà quale economie, senza contare che a livello fiscale oltre a passare letteralmente invisibile allo stato sicuramente era agevole nel momento di mettersi in regola.

Tutto questo chiaramente senza togliere nulla alla genialità di Kamprad. Il fatto di "montare" il mobile da solo non è relazionato ad un fattore meramente economico, ma di fatto mette nello stato mentale l'utente a considerare di aver fatto qualcosa da se, e quindi esserne orgoglioso. Al di là della qualità o del prezzo.

Resta un impero che durerà a lungo, i figli hanno già dimostrato di saperci fare e adattarsi all'era moderna.