Evoluzioni codificate

in #ita6 years ago

Qualche tempo fa sono stato contattato dal CEO di un'azienda che produce un editor IDE, in sostanza un software per poter creare altro software. L'azienda la conoscevo e avevo usato molti anni prima un loro prodotto, ora mi proponevano di provare il loro ultimo editor affinché ne potessi fare una recensione.

Al di la di questo singolo evento mi ha fatto venire in mente in un volo pindarico l'evoluzione di questa particolare costola dell'informatica. Oggi per me, e non sono decisamente il solo, la stella polare è sicuramente Visual Studio Code, scritto in javascript, html e css (ogni volta che lo dico qualcuno mi guarda strabuzzando gli occhi "cosa?! ma che diavolo sta dicendo sto qua?"). E' chiaramente un prodotto della Microsoft, è gratuito ed ha sbaragliato la concorrenza (si veda lo sproposito di plugin fatti dalla community), tanto che chi intende fare business in questo settore, come l'azienda che mi aveva contattato, la vedo davvero grigia.

Non è il primo esempio di editor gratuito, per moltissimi anni abbiamo avuto Netbeans di Sun Microsystem poi acquistata da Oracle, ancora oggi disponibile. Un IDE per Java poi prestato anche ad altro, solo che l'editor in questione oltre a pesare uno sproposito era pure un mattone per il computer, almeno ai tempi che io ricordi. Insomma era bello, pieno di funzionalità mirabolanti, ma poi finivo sempre per usare Notepad++, gratuito anch'esso ma decisamente limitato, benché snello e veloce.

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immagine cc0 creative commons

Eppure nemmeno 15 anni fa esisteva un mercato che produceva questi software, la gente li comprava. Stiamo parlando di software che se li compariamo a Visual Studio Code attuale farebbero pena per mancanza di funzionalità, spesso predittive o ben realizzate. Eppure li vendevano e qualcuno li comprava, anche perché nel mercato non è che ci fosse sto granché.

Insomma è incredibile come oggi abbiamo gratuitamente cose che neanche ci sognavamo. Editor che sono in grado di correggerti in tempo reale, riconoscere le funzioni e mostrarti la corretta sintassi, validare il codice. Pensano loro all'indentazione, a colorare e ordinare. L'utente deve solo preoccuparsi di scrivere quello che ha in mente, senza nemmeno doversi ricordare la tal funzione, la tal classe. Cose normali, direi scontate, ma se ci ripenso con il senno di poi mi rendo conto del salto in avanti enorme che è stato fatto.

In questo passaggio mi viene in mente un periodo, ridotto a dire il vero, che nella programmazione di siti web vide l'arrivo degli editor visuali. Qualcuno si ricorderà di Frontpage, sempre di Microsoft e poi Macromedia Dreamweaver. In pratica disegnavi visivamente il sito come volevi e un software si occupava di codificare per te. Inutile dire che il codice era una porcheria inimmaginabile, perché appunto scritto da una macchina e non da un uomo. Mi sa che la cosa prima o poi riciccia fuori e vedremo mirabolanti software che si scrivono da soli che se ci pensate bene è un ossimoro.

Cioè l'uomo viene escluso dalla scrittura del software, perchè esso stesso si scrive da solo. E' come se i soldi si stampassero da soli e l'uomo fosse escluso dalla questione. Posso concepire un software che fa qualcosa, ma che si auto-crea un brivido mi viene giù per la schiena.

Nel frattempo mi godo il Visual Studio Code, almeno finché dura.

Sort:  

Non conoscevo questo software. Personalmente, sebbene non sia un programmatore professionista, utilizzo Komodo.
Effettivamente, come dici tu, il mondo dell'informativa è cambiato molto. Una volta (in realtà su linux ancora oggi) utilizzavo moltissimo VIM.
Io utilizzo molto software per ETL e statistica ed anche qui ci sono programmi mirabolanti. Primo fra tutti Talend Open Studio, un portento ma anche QlikView in versione desktop e l'accoppiata dei due ti permette già ottimi lavori a livello personale senza spendere un euro.
Grazie per lo spunto.

VIM lo conosco molto bene, ma Linux è un discorso a parte sin dalla sua nascita, gli altri onestamente no. Tra l'altro Visual Studio Code, roba di Microsoft, è utilizzabile nativamente su Linux (più che altro debian).

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