Anche Zeus piange

in #ita6 years ago

Era un post che volevo fare già tempo fa, ma visto che il Corriere forse in debito di forza lavoro estiva, rispolvera di quando in quando questi articoli - fotogallery, ne approfitto per buttare giù due pensieri in fila.

L'argomento sono le olimpiadi, ma potrebbero benissimo essere i mondiali o gli europei di calcio, visti un certo numero di anni dopo. Risultato, come le immagini evidenziano, un disastro.

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immagine cc0 creative commons

Addirittura si va indietro fino al 1936, olimpiadi di Berlino. Ma si arriva fino a quelle dell'altro ieri (credo 2016) a Rio de Janeiro. Palate di danari buttati al vento, danni ecologici incalcolabili, promesse non solo non mantenute, ma bellamente dimenticate. A gioire sono solo i writers e i teppistelli che spaccano tutto (devono essere frustrati forte per spaccare l'impossibile). Ma anche ammesso che non ci fossero questi, la natura stessa sfonderebbe tutto nel giro di qualche anno.

Ora magari non ci ricordiamo bene, ma nemmeno due anni fa ci fu il casino con il sindaco di Roma, che forse per una volta a qualche politico gli è venuto lo scrupolo ponendosi alcune domande del tipo, come facciamo a pagare tutto l'ambaradan, e dopo? chi mantiene sta roba? con quali soldi? Così si decise di non candidare la citta eterna alle olimpiadi del 2024. Con un casino mediatico a tutto spiano, con personaggi di vario tipo che volevano addirittura soverchiare lo stesso Sindaco.

Al di là di colori politici e ideologismi, che con la questione a mio avviso centrano meno di zero, la sindaca fece bene. Stiamo ancora pagando roba di Italia 90, i famosi mondiali di calcio. Nella mia città sono riusciti a non mettere mai in funzione un camping, per altro terminato anni dopo l'evento calcistico, ma l'elenco delle cose non fatte o finite male è lunghissimo.

Sono anni che penso che questi eventi siano una solenne fregatura. Una manifestazione che dura 15-20 giorni, ma poi ti ritrovi ecomostri e finanziamenti per i prossimi 30 o 40 anni. E puntualmente la supercazzola di turno, ovvero tutte le strutture verranno pensate e realizzate per il dopo. Eppure puntualmente finisce tutto con sanitari spaccati, vetri infranti e peni giganti disegnati con le bombolette spray. Il miraggio per cui si sono spesi i soldi rimane tale e diventa un incubo del degrado.

E anche i posti dove qualcosa ha funzionato, non si può certo dire che le promesse siano state mantenute. A Sochi lo zar Putin ha dovuto buttarci dentro vagonate di rubli, adesso pare che si sia stufato del giocattolo, per cui è probabile che presto andrà in malora anche quel posto. E gli altri? Per Atene 2004 i Greci devono aver pianto parecchio, si dice infatti che le dolenti rogne finanziarie di qualche anno fa siano causa buona parte per l'evento. E anche li le immagini sulla situazione attuale parlano chiaro.

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A Pechino sono perseveranti, dopo le Olimpiadi del 2008, che le immagini riportano i resti tipo foresta pluviale pronte per essere il set di qualche B-movie, ci riproveranno con quelle invernali del 2022, ma tanto a loro i soldi gli spuntano pure dalle orecchie.

Insomma mettendo in correlazione numerica gli eventi sportivi con i fallimenti, direi che l'assioma Olimpiade / Mondiale uguale sventura sia più che una semplice congettura. A ridere sono solo i banchieri che vedono l'occasione di farsi lo yacht nuovo di pacca, costruttori edili amici degli amici. Certo per un po' c'è un indotto che lavora, ma i ritorni finanziari non si sono mai visti. Neanche per le nazioni pregne di virtuosismo. Un foglio excel che mostri quanto è stato speso, e quanto sia rientrato, tra evento in se, turismo ed altre varie ed eventuali ce lo scordiamo. Ho il sospetto che su 100 euro di spesa, il rientro non tocchi nemmeno le 10 euro.

Ad Olimpia nacque tutto con una gara di corsa in onore di Zeus, magari si tornerà alle origini, sempre una gara di corsa, si però tra i creditori che rincorrono i debitori.

Sort:  

Completamente d'accordo con te, fui tra quelli che firmarono la petizione perché l'Italia non fosse candidata alle Olimpiadi. Non siamo cosa per la quale. Beneficio di pochissimi (e possibilmente pure colossi stranieri o con residenza e quindi tasse in paradisi fiscali) e conseguenze assurde (economiche ed ecologiche) per la gran parte di noi umili cittadini e per molti anni a venire. Una proiezione eloquente la si può visitare nella Milano (e dintorni, per le infrastrutture correlate) dell'Expo. Ci è bastata direi.

Non ho citato Expo perché non avevo riscontri in merito, e anzi la stampa sembra dire il contrario. Ma probabilmente è ancora troppo presto.

Un paio di settimane fa, se non ricordo male, un radioascoltatore di Filo Diretto, programma mattutino di Radio 3 dove il pubblico può telefonare in diretta esprimendo (o chiedendo) al giornalista di turno un dubbio, una riflessione, un commento, un parere, ha parlato di Expo. Mi rimase impressa la sua indignazione accorata e quasi disperata per lo scempio compiuto nei pressi di casa sua, una zona periferica o rurale di Milano, dove era stata sradicata un'intera foresta per far sorgere autostrade e Hotel (entrambi rimasti, ad oggi, incompiuti) che dovevano servire ad Expo. Non ho informazioni o altri dettagli in merito, ma è probabile che questo non sia l'unico esempio riportabile.

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