100 CAL, che faccio lascio?

in #ita6 years ago

Personalmente penso che le licenze siano una cosa buona e giusta. In fondo è un sistema per vedere remunerato un duro lavoro. Quando sono passato a Macos ho messo in conto un certo budget per le licenze che poi ho comprato per i software che mi servivano.

Alcune licenze poi ritengo pure di averle prese a prezzo vantaggioso rispetto a quanto ricevuto, altre sono un po' seccanti perché sono a tempo, cioè a canone annuale. In genere non ho mai speso più di quanto necessario o malvolentieri, ci sono infatti certe licenze che francamente la richiesta di danaro è esagerata, o almeno io la reputo esagerata, per cui ciccia, ho cercato altre soluzioni di aziende concorrenti.

Nel mondo aziendale le cose sono più complesse. Personalmente negli ultimi 7-8 anni sono passato ad una "Ubuntizzazione" o per meglio dire utilizzare Linux, in modo abbastanza preminente. Spesso e volentieri perché i titolari non avevano soldi da spendere, e quei pochi andavano indirizzati magari sull'hardware.

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immagine cc0 creative commons

Tuttavia ci sono dei costi nascosti, o mal posti davvero difficili da spiegare a chi poi deve aprire il portafoglio. Mi riferisco in modo molto chiaro al mondo Windows. Facciamo un esempio pratico di un'azienda in crescita.

Personalmente ritengo che tra i 15-20 PC, dove intendo macchine utilizzate da un utente in modo giornaliero, si possa ancora gestire con il buon senso tenendo in qualche modo a guinzaglio gli utenti. Sono una ventina, li conosci a vista e più o meno puoi identificare quello più farfallone, che installerebbe l'impossibile e il morigerato che sta alle regole aziendali.

Sopra le 20 macchine poi è scontato che servano software come gestionali o cose simili, ad esempio in questo periodo potrebbe essere la fatturazione elettronica. Ecco che questa aggiunta è la classica "palletta" di neve che da inizio ad una valanga. Infatti il venditore con il cavolo che ti dirà le implicazioni, farà lo smargiassa con le feature del suo prodotto, ma dei costi "indotti" si guarderà bene dal parlarne.

E così quando chiedi le specifiche tecniche e i pre-requisiti tocca al sistemista fare la figura del menagramo, anche perché se non la fai in questa fase passi per incompetente dopo, quindi non si scappa.

Ecco che salta fuori la richiesta un database SQL server della Microsoft, l'accesso all'Active Directory. Due voci che buttate li sembrano nulla ed invece dietro c'è il delirio.

Ora sappiamo che ogni computer, sia portatile che deskop, a meno di casi particolari, nel suo costo c'è la licenza di Windows. Che ci sta. Nel server c'è più o meno la stessa cosa, la licenza del sistema operativo e quella del SQL server.

Ma poi Microsoft ci delizia con le famigerate CAL, che significa Client Access License. Cioè dopo aver pagato il Windows desktop e quello server, questi dicono "eh no, per poter utilizzare il server devi pagare per ogni macchina o utente che vuole collegarsi" e lo stesso deve avvenire per accedere al server SQL.

Dal punto di vista pratico la CAL non aggiunge assolutamente niente, non c'è una qualcosa di giustificativo come lo è la licenza di Windows, hai installato il sistema operativo, devi avere la licenza. E' lineare come concetto. E la singola CAL può costare anche 50 euro. Per un'azienda con 100 dipendenti sono 5 mila cucuzze per l'active directry, più altre 5000 per singolo database, tipo se ne hai due, sono 10 mila.

Quando si vedono rifilare 20K di licenze come costi "nascosti" chiaramente salta fuori la domanda al sottoscritto "ma che diavolo è sta CAL?". Generalmente rispondo con "E' un pizzo" perché indubbiamente è la risposta, nonché la spiegazione, più semplice e corretta che possa dare. Qualcuno capisce, qualcuno strabuzza gli occhi.

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