LE DONNE ESISTONO - SOFIA

in #ita6 years ago

SOFIA




Sofia e i suoi grandi sogni. Quelli da bambina di trecce fatte e disfatte fino a spezzare i capelli. Sogni distratti e smaniosi. Sogni di sorrisi notturni liberi da compromessi.
Ci conoscemmo all’università. Un bel po’ di anni fa! Corre veloce il tempo!
Non era appariscente, ma appariva lo stesso nella facoltà di ingegneria. Tutti uomini o quasi.

Lei aveva un sorriso deciso che centellinava con parsimonia. La scusa per avvicinarla fu l’esame di analisi matematica. L’esame che mi stravolse il modo di concepire la vita, non solo la matematica. Le condizioni al contorno. Le contestualizzazioni.
Ne nacque una bella amicizia. Lei si confidava ed io facevo lo stesso.
Mi raccontava dei suoi sogni. Di quelli che le avevano scosso la vita distraendola da un torpore in cui era caduta preda.
Poi finita l’università ognuno prese la sua strada. La sua fu per un paese lontano e tutto quello che era stato è rimasto una cartolina dall’estate migliore della mia vita.




Dei tanti sogni che mi raccontò me ne ricordo uno in particolare. Io ero giù per un esame andato male ed ero bloccato. Uno di quegli stati di paura del fallimento che è difficile da raccontare poiché hanno origini profonde nell’ego. Lei non fece come gli altri, non disse le solite frasi di circostanza. Mi prese delicatamente la mano e cominciò a raccontare:

“L'uomo dai pezzi mancanti era lì, consumato, davanti a me. Era vestito di tutto punto della sua dignità migliore. Io ero triste e lui, sorridendo, alleviò le mie pene.
Eccolo. Il mio cuore! Me lo stava porgendo incartato dal miglior sorriso che potesse sfoggiare.
Poi tornò serio, e mi guardò oltre gli occhi. Sentivo che mi guardava l’anima.
Non disperarti. Guardati intorno, guardami. Nel mio cammino ho perso molti pezzi, ma ho sempre continuato, ho sperato che qualcuno colmasse i miei vuoti. Qualche volta accadeva. Come per te adesso.
Poi mi sono fermato. A piangere. A disperarmi. E ho continuato a perdere pezzi. Ho iniziato a svuotarmi. Non ho riempito i vuoti.
Prendi, è quello che ti manca. Quello che ti mancherà. Domani e domani ancora, non fermarti mai. Osserva il vuoto dentro e poi cammina. Cammina. Cammina!
"

Il giorno seguente mi svegliai col sole dentro e la voglia di riprendere il cammino. Lei mi aveva donato un suo pezzo.
Lo porto ancora dentro.




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Letto dalla prima parola all'ultima con forte emozione , complimenti @tommasobusiello.

Grazie mille, cerco sempre di dare il massimo. Vorrei anche fare degli articoli di costume o attualità.

Bellissima storia. Ci sono momenti in cui una Sofia serve un po' a tutti.

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