Cina: Diario di un viaggio di lavoro. Days 9-10

in #ita6 years ago (edited)



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È una domenica di calcoli e freddo, che però lascio fuori dall'albergo. Ho voglia di ritornare a Shanghai e di rimettermi sull'aereo verso casa, verso i miei bambini che non vedo da troppo tempo. L'animo umano è strano, si vive il momento pensando a come sarebbe bello avere tempo solo per se, stai coi bambini e vorresti avere la tua pausa sollecitata dagli schiamazzi e dai rimproveri che elargisci con poca parsimonia. Poi, quando sei nel mezzo della pausa tanto agognata che il lavoro ti concede, provi una nostalgia da ultima volta che ti attanaglia e ti stringe al petto con violenza. Una solitudine di ricordi. Tant'è, li rivedrò presto.
Non ho voglia, ma la mattinata scorre veloce tra click sulla tastiera e sorsi di caffè americano fumante.
Poi corsa alla stazione e le due ore di treno che scorrono su panorami assolati.
È tardo pomeriggio a Shanghai. Tira un bel venticello freddo, ma ho bisogno di camminare. L'albergo è a nord ovest della città, in una zona poco movimentata. Ma ho voglia di camminare così mi avvio verso il ristorante scelto da Guo, il manager dell'ufficio di Shanghai.

Shanghai non ti spaventa. Ti accoglie con i suoi mille sapori, con gli aromi intensi e le mille contraddizioni tra il moderno e l’antico, tra l’ostentata ricchezza e la miseria dignitosa dell’immensa periferia.

Facciamo un paio di chilometri seguendo idealmente le quattro fermate della linea 12 della metropolitana che scorre sotto i nostri piedi. Si chiacchiera e si avanza. Ne ho bisogno.
La sera passa con tranquillità. Ho il mio carico di preoccupazioni, non mi lascia, ma stasera preme poco. Dovrei imparare a vivere la giornata, ma sono un ingegnere, programmo, forse troppo.
La cena è cinese, ma della tradizione dell'estremo ovest del paese, sicché è molto diversa dal solito e basata su arrosto di agnello. La sera incombe, come il ritorno.
L'ultimo giorno si apre con una sorpresa bella e gradita. L'ispezione della mattina è saltata per cui mi ritrovo con una mezza giornata libera da trascorrere da turista.
La colazione è un cappuccino fumante da trasporto. Ma lo trasporto poco alternando sorsi avidi ad altrettanto avidi tiro di sigaretta. La metro mi ingoia e mi sputa al Jing'an Temple, che sta di fronte al mio ufficio. I colleghi mi aspettano. Passo la mattinata con loro tra mezze riunioni e i ciao come va la vita

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Ti trovi a passeggiare con la testa in su, accecato dai colori che piovono dall’alto; grattacieli, insegne al neon, vetrine di improbabili shop, suoni di clacson e gente rumorosa e sorprendentemente attiva.

Poi si va a pranzo, occidentale, churrascaria brasiliana. Mi ci voleva. Dopo pranzo ritorno in ufficio per un secondo, il tempo di verificare delle email e poi Guo mi invita a seguirlo. Mi accompagna poco distante, in un palazzone che non sembra nulla di che. Saliamo 4 piani di ascensore ed entriamo in un locale con un bancone. Tommaso hanno bisogno di relax mi guarda e ride. Si, è vero. Spendo 3 ore della mia vita immobile. Massaggio di riflessologia plantare cinese e poi il corpo. Sono calmo, sono rilassato. Il massaggiatore è cieco, è una particolarità del centro. Il senso mancante del poverino si traduce con tocchi delicati e sapienti.
Ma le cose belle, come anche le brutte fortunatamente, finiscono. Si ritorna in ufficio che sono le 17. Il mio volo è alle 24 quindi ho tempo per fare il turista. Poche ore, di cose già viste nei precedenti venti viaggi, ma pur sempre piacevoli.
Ho voglia di vedere la skyline, quella da cartolina di viaggio. Feng mi accompagna ed in poco tempo ci ritroviamo sulle rive dello Huangpu River.

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Le espressioni restano le stesse. Dalla prima volta nel 2007 ad oggi. Wow e lo stupore di me bambino che mi assale. Alle spalle la città vecchia con i palazzoni della ex colonia francese. Davanti la modernità di grattacieli schiacciati dalla prospettiva e la Pearl Tower illuminata come una regina.
Resto sempre incantato, lì sospeso tra passato e futuro.
Poi il tuffo nella vecchia città cinese per qualche regalo di seta lavorata da comprare. I profumi forti ed il Bamboo.

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Shanghai non va a dormire, Shanghai non dorme mai. E resti immobile a guardare le luci riflesse sul fiume Huangpu, fermo con la vita che ti scorre intorno e senti di essere al centro del mondo. E senti che quel mondo è casa tua.




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