Cina: Diario di un viaggio di lavoro. Days 5-6

Che contrasti. Un bianco e nero con poche sfumature di grigio. La campagna è rurale, primordiale direi, da quarto mondo. Le città ultra moderne. Ho lasciato lo Shandong per tornare a Shanghai. I prossimi giorni saranno la mia base per le ispezioni da fare. Mi accoglie in vento freddo che però sembra scirocco in confronto al gelo dei giorni precedenti. Feng è puntuale. Non dorme con me in albergo, ma a casa sua che dista pochi chilometri. Lo spazio ed il tempo a Shanghai sono dilatati. Come in tutte le metropoli.
Tempo e spazio. Tutto è relativo così come la distanza dalla prossima meta, verso la quale ci accingiamo ad andare. Feng ha preso da un anno la patente di guida e la mostra orgogliosa. Ha una guida accorta, forse troppo, ma qui, del resto, ci vogliono 100 occhi e anche accenni di chiaroveggenza. Tant'è ci avviamo verso la località a nord, 120 km di cui almeno 20 in città. Il delirio di auto che si accavallano in una purea di biciclette e altri mezzi improvvisati. È anche questo la Cina. Adattamento. Ma se questo meraviglierebbe un milanese a me non mi impressiona più di tanto, l'arte di arrangiarsi la abbiamo nel DNA noi napoletani. Ci si arrangia, ci si affanna nel tentativo di trovare soluzioni anche pochi ortodosse ma funzionali. La Cina è funzionale. Ultramoderna per certi versi, per altri arrangiata alla meno peggio. L'ispezione di oggi è fin troppo semplice. Si tratta di due gommoni piccoli che liquido in poco tempo. Ed in poco tempo si torna a Shanghai per la cena. Il pranzo usualmente lo salto per la totale assenza di appetito, considerando il fuso orario che non si smaltisce prima di una settimana, giusto in tempo per il rientro.
Ceniamo cinese. Lui lo sa che non amo il cibo orientale ma stasera lo accontento.

Faccio violenza alle mail a papille gustative, ma tant'è. Lo faccio.
Il giorno seguente andiamo verso ovest, per una ispezione in una fabbrica di nastro adesivo. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è, quindi mi preparo bene. Tutto scorre veloce, come questo treno che si precipita ad ovest. Mi improvviso sarto. Il giaccone si è strappato in un angolo della tasca destra. Io cucio con la perizia di un ingegnere. Il risultato mi sorprende come anche il messaggio che mi arriva sul cellulare. Feng mi ha videoregistrato mentre mi adoperavo. Sanno anche essere simpatici questi cinesi. Si arriva. Ho bisogno del bagno. La modernità. Prima di entrare un grande pannello mi indica se ci sono bagni liberi.

È un paese moderno, ripeto. Moderno e arretrato allo stesso tempo. La Cina è un treno veloce e un treno a vapore allo stesso tempo