SIGNORI… Chi è di scena… ?

in #ita6 years ago

Istrionico animale da palcoscenico, arriva in teatro almeno un paio di ore prima dello spettacolo, e lì nel camerino che diventa come una seconda casa si alternano le sensazioni più diverse. La sicurezza della sera precedente, in cui tutto è andato bene, l’insicurezza di quello che accadrà da lì a poche ore, il pubblico sempre diverso che potrebbe non gradire o forse no. Ed allora l’attore, nella sua solitudine s’ingegna e spia il pubblico sollevando leggermente senza essere visto il sipario ed inquadrando uno per uno gli spettatori…

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È questa l’idea dello spettacolo di Pippo Pattavina che racconta, facendo spettacolo, l’attesa della fatidica frase “Chi è di scena” del direttore, scandito dai tempi espressi in minuti, “30 minuti”, “15 minuti”...

Nell’attesa l’attore si rilassa, ripassa le parti più ostiche, si veste e si trucca e… si guarda allo specchio.

E così Pippo Pattavina, noto attore di Lentini, in provincia di Siracusa, ma Catanese d’adozione, ripassa in due ore piene di spettacolo la sua carriera, le sue parti celebri.

La scena che simula il camerino è essenziale. Gli abiti di scena appesi da una lato, due manichini, un divano (una dormeuse dirà l’artista) per schiacciare un pisolino, poltroncina, specchio e un baule.
Pippo viaggia a 100 all’ora, alternando scene tristi a scene che scatenano fragorose risate, mettendo alla berlina il mondo moderno, telefonini, siti internet, vestiario dei giovani, e comportamenti di un tempo, il lunghissimo periodo dei fidanzamenti di allora, la voglia pruriginosa del sesso obbligatoriamente repressa sino al matrimonio, il rapporto genitori – figli di oggi e del tempo che fu.

Pippo Pattavina padroneggia il palcoscenico e la lingua, italiana e siciliana, in un mix quasi dei tempi andati proponendo ora Leopardi e ora Martoglio (con ‘A Tistimunianza da “La Centona”), rifacendo sketch come “Vieni avanti cretino”, dei fratelli De Rege, celebre l’interpretazione di Walter Chiari, e poi canzoni di un tempo, “Lili Marlene”, “Gelosia”, “Ma l’amore no”, “La porta un bacione a… Ramacca”. O ancora il petroliniano “Gastone”, latin lover d’annata, o ancora il maestro d’ascia (falegname) appassionato di lirica, che spesi i soldi per un’opera che non conosce, prima parla con i vicini di posto in dialetto simil italiano forbito, a suo modo, è poi capita l’antifona del Parsifal di Wagner rigorosamente in scena al Teatro Massimo, Vincenzo Bellini di Catania, dopo due lunghissimi atti di oltre tre ore ciascuno, sbotta e in un siciliano maccheronico invita il protagonista a velocizzare perché “sta agghiurnannu” (sta albeggiando).

Pattavina dalla inconfondibile mimica facciale e dai movimenti snodabili a quasi ottant’anni è affiancato dall’ottimo Santo Pennisi spalla essenziale con personaggi siculissimi ma non solo, e dal maestro Nino Lombardo che scandisce il tempo al pianoforte e che non ricordavamo essere così imponente nell’altezza.

Bravi tutti… e alla prossima!

SIGNORI… Chi è di scena… ?
di e con Pippo Pattavina
regia di Pippo Pattavina
Con Santo Pennisi
e Nino Lombardo al pianoforte
Scene e costumi: Giuseppe Andolfo
Luci: Sergio Noè
Produzione: Teatro della Città. Catania

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