"IL CASELLANTE" da un libro di Andrea Camilleri

in #ita6 years ago (edited)

“Il Casellante”, spettacolo in cartellone per il Teatro Brancati di Catania, nella stagione 2017/2018, eccezionalmente ospitato al teatro ABC, vede impegnati attori e musicisti di rilievo per un’opera di Andrea Camilleri dall’omonimo titolo, ricca di spunti sociologici, storici e a tratti satirici.

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foto dell'autore

Sul palco si mischiano in un tutt’uno narrazioni storiche, drammi personali, paradossi, inframmezzati da musiche originali suonate e cantate dai protagonisti. Le immagini giocano con le parole e poi queste con la musica. Le scene narrano due guerre o forse tre. La prima, l’ambientazione dello sbarco degli alleati in Sicilia, la seconda il dramma di una donna che subisce violenza e perde il bambino tanto atteso che non arrivava, la terza quella del marito (e della famiglia tutta, direi, cioè della coppia marito e moglie) che assiste alla tragedia della moglie ma pur immedesimandosi come marito e padre del nascituro, non può interferire più di tanto nell’intimo della compagna, distrutta fisicamente e psicologicamente che prende una deriva senza soluzione, almeno sino a un passo dalla fine del racconto.
Per queste ragioni la rappresentazione trasporta lo spettatore nella metafora della vita. Nascita, riproduzione e morte. Passando da toni quasi allegri che strappano più di una risata (la serenata imposta dal boss verso un compaesano appena maritato, a cui i protagonisti cantano quanto sia cornuto) ai toni tragici in cui un irreale silenzio scuote la sala (la descrizioni della violenza subita, su e giù, su e giù, su e giù), nell’incombenti bombardamenti dello sbarco scambiati per fuochi della festa di San Calò “troppo forti”.
Gli accenti della Sicilia si mischiano ma sono precipuamente quelli dell’agrigentino via via su, verso Trapani e Palermo. Del resto siamo in territorio di Vigata (paese virtuale ma ormai sicilianissimo), dove il casellante Nino Zarcuto (un eccellente Mario Incudine) con la moglie Minica Oliveri (la bravissima Valeria Contadino) vivono e dove accade la vicenda. Multiforme e sempre bravo Moni Ovadia che si adatta magistralmente a rappresentare più ruoli, dal narratore alla mammana che dispensa consigli e cure ginecologiche e andrologiche alla coppia in difficoltà.
Dicevamo la metafora della vita, coi suoi stadi e le sue incongruenze, “picchi a mia”. E quando l’uomo non ne può più tenta di essere albero, per fare frutti, ma rimanendo immobile, legnoso, nella terra. Quella terra che è madre e che si alza in polvere nella scena.
Bravi e di pregio le altre interpretazioni con attori che interpretano anche loro più di un ruolo.
C’è spazio quindi per narrare, in una scenografia essenziale e al tempo stesso d’effetto, della vita, della maternità negata prima ma anche dopo, della violenza sulle donne e sugli uomini, per rendere macchiette personaggi e periodi storici con le mani ai fianchi e le censure musicali.
Ma il finale dimostra che la speranza è viva e si può rinascere, almeno, (ritrovando una) a nuova vita.

IL CASELLANTE
di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
dal romanzo di Andrea Camilleri, Sellerio Editore – Palermo 2008
Con Moni Ovadia, Valeria Contadino, Mario Incudine, Sergio Seminara e Giampaolo Romania
Musiche dal vivo con Antonio Vasta e Antonio Putzu
Musiche originali Mario Incudine con la collaborazione di Antonio Vasta
Scene di Giuseppe Dipasquale
Regia Giuseppe Dipasquale
Costumi di Elisa Savi
Luci di Gianni Grasso
La canzone La crapa avi li corna è di Antonio Vasta

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Per quanto rimarrà in Sicilia?

fino all'undici marzo, purtroppo. cma il teatro è grande...

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