Tecnologia e musica: storia di 20 anni tra analogico e digitale (e gioie e dolori) PARTE II

in #ita7 years ago (edited)


(foto da i.ytimng.com)

CAP 2: L'ABITO NON FA IL MUSICISTA

Ci eravamo lasciati alla precedente puntata con un poveraccio, io, che dopo aver speso tutti i suoi averi in strumentazione e chitarre, si ritrovava nella condizione di dover pagare l'ortopedico per i mal di schiena che si era preso.
Oggi vado un pò più sul tecnico, per cui prendete un caffè prima di proseguire.

LA CATENA

Allora cerchiamo di fare un riepilogo che ci faccia capire un pò tutto.
Foto 1: come vedete voi la questione "suono la chitarra", e come la vedevo pure io prima di comprarne una.

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(foto da pinterest)

Come potete vedere la questione era semplice. Chitarra, cavo, amplificatore.
Questa impostazione andava bene nel 1950 quando i generi erano molto chiusi in loro stessi, e con un suono andavi alla grande, vedere i bluesman, Chuck Berry, Elvis e via dicendo.
Non per nulla quello che segue è il modo in cui suonava Eric Clapton.

clapton.jpg
(foto da pinterest)

Come potete notare, dalla foto uno alla foto due le differenze sono il numero delle chitarre, la grandezza dell'amplificatore e la sua forma, e la presenza di un pedale con scritto "VOX".
A prescindere dalle chitarre, la differenza tra l'amplificatore della prima foto e quello di Clapton, è duplice.
Innanzitutto uno è un COMBO e l'altro è formato da due TESTATE e 4 CASSE. Cosa significa?

Un amplificatore è formato da una parte preamplificatrice, che genera il suono, ed una parte amplificatrice, detta FINALE, che amplifica appunto la potenza sonora. Nel combo a queste due parti si aggiunge la presenza di un CONO, o diffusore, da cui il suono si propaga. Nella testata invece si trovano solo preamplificatore e finale, per cui poi si possono aggiungere quante casse uno vuole (e di conseguenza quanti coni si vuole).
Avere un combo significa facilità di trasporto. Avere quello che ha Clapton significa avere 4 casse per 4 coni da 12 pollici (quindi 16 coni come potete contare dalla foto), ed una potenza capace di generare tornadi in Texas, pur suonando a Londra.

Ovviamente io non potevo avere i soldi di Clapton, per cui la mia prima fase fu la seguente.
1.gif
(foto da pinterest)

Ora il mio amplificatore era molto più piccolo, ed era combo (non testata cassa come foto), ma in sintesi io avevo chitarra---> pedaliera ---> amplificatore.
Questa soluzione mi sarebbe bastata per molte cose, anche perchè all'epoca ascoltavo solo Oasis, e la strumentazione del mio idolo, Noel Gallagher, era questa.

noel_formula1.jpg
(foto da noelgallaghergear)

Insomma era poco diversa dalla mia in fondo.

Quando però iniziai ad esplorare nuovi territori cambiai, come detto, nella seguente situazione, la cosiddetta FASE 2, ovvero tutto analogico.

2.jpg
(foto da pinterest)

In sintesi la pedaliera era stata sostituita, come anticipato ieri, da singoli effetti.

La FASE 3 fu passare al sistema a moduli, o rack, e a livello grafico e schematico la situazione diventò la seguente.

Rack chain.jpg
(foto da pinterest)

Insomma, mi pare chiaro a livello visivo la differenza di leggerezza tra la prima foto e l'ultima.
In questa che avete appena visto non esiste nè combo, nè testata.
Esistono le chitarre, i rack preamplificatori (separati dal finale quindi), i rack multieffetto (per riverberi, ritardi e via dicendo) i rack finali (per amplificare il suono) più la pedaliera midi per controllare tutto, oltre alle casse con i diffusori.

Quindi ricapitolando:

FASE 1: chitarra, pedaliera, combo amp (ovvero preamplificatore, finale e cassa tutto in uno)

FASE 2: chitarra, pedali singoli, amplificatore a testata (ovvero con pre e finale insieme) e cassa separata (da più coni)

FASE 3: chitarra, pedaliera midi di controllo, pedale wah separato (un effetto a pedale), preamp a rack, multieffetto a rack, finale a rack (tutti separati in 3 moduli contenuti in un mobiletto), e cassa.

Insomma potete capire come ero disperato.
E considerate che poteva pure peggiorare la questione. Guardate il buon Slash dei Gun's & Roses come sta.
Solo che non se li incolla lui gli ampli...

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(foto da pinterest)

Chiaramente ogni fase successiva era migliorativa nel suono, ma sempre più cervellotica e invalidante.

DIO ESISTE, ED E' CHITARRISTA

Nella più totale disperazione, mentre ero in tour con Radio Capital, conobbi un chitarrista fortissimo, con un suono fortissimo. Andai da lui e gli chiesi "ma cosa usi per un suono così?".
E lui rispose "questo", mostrandomi il seguente oggetto.

B_LINE6_pod.jpg
(foto da strumentimusicali.com)

Questo oggetto, chiamato POD, e ribattezzato FAGIOLO MAGICO, è grande poco più di una mano, è digitale, e simula TUTTA LA CATENA DI CHITARRA, EFFETTI e AMPLIFICATORI che vi ho illustrato.
Mi spiego meglio.
Il Pod era, ed è, capace di simulare, ovvero ricreare digitalmente:

  1. tutti gli effetti
  2. tutti gli amplificatori
  3. tutte le casse

Cioè uno poteva scegliere un tipo di amplificatore, la cassa da abbinare, il microfono e via dicendo.
Come avveniva questo? Tramite delle simulazioni. All'interno del Pod erano stati "campionati" tutti degli algoritmi che riproducevano i suoni degli amplificatori, casse, effetti più famosi del mondo chitarristico.

Cosa significava?
Che uno andava a suonare live così:


(foto da https://forum.guitarplayer.ru)

Quindi questo ragazzo si portava la chitarra a tracolla ed una borsetta in cui metteva il Pod e NULL'ALTRO. Questo perchè il POD non aveva bisogno di un amplificatore, ma andava direttamente nel MIXER, e quindi nelle casse dell'impianto della voce!
Era una svolta epocale! Anche perchè non solo non dovevo più portarmi casa dietro, ma neanche dovevo più microfonare gli amplificatori (perchè vanno spesso amplificati), dover litigare con i fonici perchè il volume era alto, e via dicendo. Potevo andare sul palco, dare un cavo al fonico, e dire "fai come ti pare".
Dio mi aveva ascoltato, ed aveva mandato quel ragazzo ad illuminarmi la via.

LA DROGA DEL FAGIOLO. FASE 4

Ero indeciso. Passiamo al Pod o no? Era chiaramente un compromesso passare al pod perchè non suonava come tutto l'ambaradam che avevo, per due motivi.
Primo, era una simulazione, che per quanto buona era pur sempre una simulazione.
Secondo, non usando nessuna cassa o amplificatore, dal vivo non avrei mai sentito "muoversi" dietro di me aria, ovvero non avrei sentito la potenza che generavo, in quanto tutto usciva dalle casse dell'impianto.
Rimasi indeciso finchè non uscì il POD XT.
(foto da amazon)
Era la svolta.
Nella forma di una classica pedaliera multieffetto era stato riassunto tutto il mondo musicale. Ed in più le uscite erano state concepite per permettere un uso sia sul mixer che su un ampli classico. Potevo avere il mondo musicale ai miei piedi e decidere, situazione per situazione, se andare solo con un oggetto che entrava in una borsa, o portarmi anche un amplificatore per sentire quella sensazione che solo 100 watt sparati dietro di te danno.
Lo comprai.
E vendetti tutto il resto tranne l'amplificatore.
Pensavo durasse per sempre, ma i difetti vennero presto a galla.
Il pod era fantastico, ma troppo complesso. Troppi parametri, troppe cose. Sentivo video online con dei suoni assurdi, e a me non uscivano. Vedevo tutorial, ma niente.

Su youtube suonava così, ma io faticavo ad ottenere una situazione simile. Mi venne la depressione post partum (musicale). Avevo un mezzo incredible, con i suoi limiti, ma non mi usciva il suo potenziale. E poi aveva un problema enorme: la dinamica. Si perchè suonava benissimo, ma appiattiva la dinamica e quindi eliminava il tocco personale. Ero più disperato di prima, perchè il POD era una vera droga, con tutta quella potenzialità e quella comodità.

IL FIGLIOL PRODIGO E LA NASCITA DELLA "SHARADA HANDMADE GUITAR GEAR"

Il Pod in compenso divenne una vera scuola di effettistica. Per capirlo dovevo esplorare tutti i parametri del mondo musicale e quindi capii sempre di più molte cose.
Al punto che decisi di ricomprarmi tutti i pedali, ma stavolta fatti su misura. Si perchè avevo capito che i pedali commerciali avevano dei difetti, quali il ronzio di fondo, che non mi lasciavano tranquillo.
Iniziai a comprare pedali fatti a mano, chiedendo delle modifiche, finchè non conobbi un vostro conoscente, ovvero FUTURMAN. Si proprio lui. Appassionato di chitarra, costruiva pedali per se e per amici. Lo contattai e nacque una vera collaborazione. In sintesi creammo la SHARADA, ovvero una piccola ditta di pedali artigianali.

I pedali suonavano bene, molto bene, e per un pò sognammo di diventare una vera ditta. Riuscimmo anche a farne arrivare uno a Noel Gallagher stesso, dandoglielo di persona, sotto il suo sguardo divertito. Poi però gli studi ci assorbirono, e il progetto, complice anche la crisi, morì.

MATURITA' E FASE SUPERSAYAN

Ma se una cosa avevo capito con tutti questi cambi di strumentazione, era che il musicista risiede nella testa e nelle mani, e non nella chitarra, pedali, amplificatori.
Avevo iniziato a suonare con qualsiasi cosa mi giungesse in mano. Avevo imparato a tirare fuori il meglio da tutto.
Avevo capito che se qualcosa suonava male, ero io a farla suonare male.
Nel frattempo avevo anche imparato la differenza tra analogico, digitale e valvolare.
Non c'era davvero una cosa migliore di un'altra. Erano solo diversi tra di loro.
Se a livello sonoro il valvolare era eccezionale, era meno comodo degli altri due e più costoso.
Insomma non esisteva la soluzione perfetta. Finchè non arrivò questo oggetto qua sotto.


(foto da en.audiofanzine.com)

Questo oggetto riuniva in una pedaliera le SIMULAZIONI DI TUTTI I PEDALI SINGOLI, e li simulava IDENTICI o quasi.

Il digitale era arrivato al livello sonoro dell'analogico (commerciale), ma costava di meno. Con 400 euro avevi sotto mano (o piede) l'esatta replica di 200 pedali analogici. Non c'era più nulla da discutere. Il digitale aveva vinto sotto tutti gli aspetti.

Ancora oggi giro con questo oggetto sotto i piedi. Ho acquistato anche il nuovo POD X3 per le volte che non vale la pena portare un amplificatore, e posso dirmi davvero soddisfatto. Quest'ultimo ha eliminato i problemi del predecessore, ha acquistato una enorme dinamica e permette di inserire anche il microfono ed effettarlo per la voce. Significa che con chitarra e pod oggi si può avere tutta la catena di effetti e amplificatori per chitarra PIU' la stessa catena per la voce.
E' ovvio che se spendessi 20.000 euro avrei un suono migliore, ma con 1000 oggi puoi ottenere un suono che nel 1999 sarebbe costato almeno 3 o 4 volte tanto. E anzichè portare due armadi porti una sola borsetta.
Qui sotto vi allego il video di comparazione tra pedali singoli e Line & M13, l'oggettino che oggi ancora uso.

Oggi giro quindi con chitarra, M13, e un piccolo amplificatore. Se il locale è piccolo Chitarra e Pod e mi collego al mixer. Immaginate nelle trasferte: prima giravo in auto da solo perchè la riempivo di cose, oggi giro con tutta la band.
E ho tutti i suoni del mondo.

A casa però ho tenuto il mio ampli a valvole. E lo uso come lo avevo sempre immaginato: chitarra e cavo. Come detto, era il mio sogno, e a casa ho ancora la possibilità di coltivarlo.

Alla prossima puntata con l'evoluzione del digitale per la registrazione!

Sort:  

Bello bello, mi piacciono questi discorsi filosoficoesistenziali da musicisti!
Io non posso rinunciare ai pedalini singoli e testata+cassa!

A ognuno il suo! E' questione di generi, sensazioni, versatilità. Io passo da suono acustico simulato a whammy distorto. Non potrei mai con i pedali. Infatti ho anche una variax! :-D

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