"Io la poesia ce l'ho nel sangue"

in #ita7 years ago

Hi everybody!

I would like to share with the IT community, and with anyone who understands it, some stories I wrote on my Italian blog, starting from this one. It's a short tale I wrote, and performed live, 3 years ago for a poetry contest. Nothing terrific but I had a nice feedback from the crowd and I also won the small competition that night. Hope you enjoy it too!

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Titolo: "Io la poesia ce l'ho nel sangue"

Siamo io e lei in una mezzanotte dal sapore d’estate. Siamo nel cortile di casa mia, portatile acceso, musica in sottofondo, a sorseggiare bignè tra un caffè e l’altro.

Uno di quei venerdì sera in cui l’anticipo della serie B potrebbe regalare emozioni più intense. I silenzi dominano la scena, finché lei comincia a raccontarmi di quanto era figo l’ultimo film di Sorrentino. Sì, La Grande Bellezza.

Poi mi attacca la pippa sulle Luci della Centrale elettrica, la band di Vasco Brondi quello che per dire gelato usa giri di parole come emorragia di cialda e latticini e chiama le gomme americane caucciù democristiano da vomitare.

Io le rispondo che leggevo poesie da un’antologia del novecento, gran cazzata. In realtà digitavo R E sulla barra degli indirizzi, con l’intento di spizzarmi Repubblica. Non foss’altro che il primo risultato disponibile era, ahimè RedTube.

Provo a darmi un tono e lamento lo scarso utilizzo dell’endecasillabo nella poesia moderna, cosicché lei mi interrompe dicendo:

“Cambia disco dai“

Strabuzzo gli occhi e le rispondo da finto infastidito: “Scusa, pensavo t’interessasse…“

“No, no…” – prosegue lei abbozzando un sorriso – “Intendo proprio ‘Leva subito quel cazzo di disco!‘”

“Le-va-su-bi-to-quel-caz-zo-di-dis-co“

Uao, un endecasillabo, penso tra me e me. Lei si che sa come usarli in maniera appropriata.

Effettivamente era ora di metter sù qualcos’altro.

“Che preferisci? Strokes, Jake Bugg, Alt-J, i Supergrass… o magari il buon Damien Rice, sai quello Irlandese, il tizio che mi piace tanto…“

“No, no, non hai qualcosa di italiano?“

Lo so che non funzionerà non può funzionare, e poi lei è fan dei Baustelle.

Ci guardiamo negli occhi,io vorrei che se ne andasse, lei mi appoggia un braccio sulla spalla assumendo una posizione tanto goffa quanto innaturale. Non so che fare, mi fa quasi tenerezza, ma la bacio. Lei chiude gli occhi mettendo in scena una limonata così umida che nemmeno Italia – Brasile del ’94. Sarà la situazione surreale, sarà il pensiero di quel rigore simile ad un home-run ma comincia a venirmi duro.

Vorrei divincolarmi da questo momento privo di senso, provo a pensare a mia nonna, a mia nonna che fa la cacca, alla cacca di mia nonna, a dei dolci fatti con la cacca di mia nonna. Riapro gli occhi. Ed è proprio in quel momento che scorgo, nel mezzo di una centrifuga linguistica, la spilla del movimento a 5 stelle sul bavero della sua giacchetta, posata incautamente sul tavolo. Inaspettatamente si accorge del mio fare distratto, mi guarda con i suoi occhietti piccoli e mi dice

“A che pensi?“

“Nulla, mi sono incantato a guardare la spilletta che hai sulla giacca“.

“A grande, anche tu grillino? Alle Europee vinciamo noi!“

Il durello sparisce all’improvviso, il mio corpo si intorpidisce, devo dire qualcosa, ho la lingua attaccata al palato, ruvida e secca come quella di un gatto. Rompo gli indugi, raccolgo le ultime gocce di saliva che riesco a produrre ed esclamo:

“Io ho votato Oscar Giannino…“

“…alle politiche“.

“Come scusa?”

Si alza, raccoglie le sue cose e si dirige verso la porta d’ingresso.

“I-o-ho-vo-ta-to-O-scar-Gian-ni-no“

Ah, la forza dell’endecasillabo.

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