Come diventare un musicista di successo (CDUMDS). L'infanzia pt.3 - particolari rilevanti
Era un peccato che il mio vicino di casa fosse un rivenditore di macchine agricole.
Dalla strada principale, animata da un traffico piuttosto intenso per un paese di provincia, un cancello in ferro color grigio chiaro pesantemente rovinato, era l' ingresso di quello che io ho sempre chiamato “lo sfasciacarrozze”.
Quel cancello immetteva in un vialetto non molto lungo, ma abbastanza largo da poter ospitare sui lati una moltitudine di ferri vecchi ed arrugginiti, che accompagnavano il cliente verso il capannone vero e proprio, dove invece erano custoditi gli ultimi ritrovati in fatto di trattori e agricoltura.
[immagine di libero utilizzo da pixabay]
Ora, io non sono un commerciante, e all’epoca dei fatti men che meno, e forse non sono neanche un genio. Ma ci vuole davvero un genio per capire che se la roba vergognosamente vecchia la tieni all’ingresso e la roba scintillante la tieni nascosta, a livello di marketing e di cattura dei clienti è sbagliato?
E niente, ai lati del vialetto di ingresso c’erano trattori che non si sarebbero accessi nemmeno cosparsi di benzina, fregature varie che il mio vicino, sapiente venditore, spacciava ai suoi clienti come l’affare del millennio.
Sono passati più di venti anni, per non dire trenta perché fa un terzo della paura, ma ogni volta che torno a casa rivedo molti di quei trattori, che erano già arrugginiti allora, figuriamoci adesso.
Tutti i reperti archeologici parcheggiati nel vialetto erano posti al riparo dalle intemperie sotto delle piacevolissime tettoie in fibra di vetro.
Avete presente quelle che si usavano nei parcheggi degli autogrill qualche anno fa? Quelle tettoie gialle o verdi, ondulate, che sembra plastica, ma che ancora oggi ci domandiamo se siano cancerogene, come il cugino eternit che si usava per gli stessi scopi negli stessi anni? La caratteristica principale di questo materiale, oltre alla evidente e indiscutibile bruttezza, era l’effetto serra istantaneo. Parcheggiavi all’autogrill, cinque minuti di sosta, caffè, bisognino e al ritorno, sotto quelle tettoie, l’auto si era arroventata e iniziavano a svilupparsi le prime fiamme.
Erano gli anni 80, anni che hanno inciso sugli abitanti del pianeta Terra non certo per il gusto estetico. I materiali poi erano quelli che erano, non c’erano le nanotecnologie e le fibre di carbonio, il fatto che le tettoie fossero fatte così era una scelta più o meno obbligata, e non ci si faceva nemmeno caso. Però il tempo passa, i gusti cambiano, gli autogrill se ne sono accorti e ora hanno tettoie che non solo proteggono dal sole, ma lo catturano in pannelli solari e lo convertono in energia pulita, rinnovabile. Eco-smart-green-vegan-notox-notav-yeah.
Il mio vicino ha ancora quelle in fibra di vetro: squadra che vince non si cambia.
[tettoia in fibra di vetro, immagine di libero utilizzo da pixabay]
A soli sei anni, spugna delle sensazioni che si respirano in famiglia, capivo che era veramente un peccato avere quel tipo come vicino. Del resto da uno come lui non ci si poteva aspettare niente di buono. Era un venditore, tra i più perfidi e senza cuore in circolazione, che vendendo macchine agricole sfruttava la povera gente, agricoltori che con le attrezzature acquistate da lui dovevano curare il proprio orticello o terreno, per tirare su la famiglia e cercare di sbarcare il lunario.
Lui li convinceva, li persuadeva, li costringeva a pensare che ciò che stavano ammirando era il trattore dei loro sogni, e ciò di cui avevano bisogno. Conclusa la vendita, non ne voleva sapere più nulla. Non ha mai applicato garanzie di nessun tipo e non si è mai posto il problema.
Come non si è mai posto il problema che l'officina meccanica del negozio scaricasse i residui di olio esausto e gasolio nel fossato della signora Domenica, confinante con la sua proprietà sul lato ovest. La signora Domenica aveva un piccolo appezzamento di terreno, coltivato solitamente a granturco, che veniva contaminato costantemente con olio motore, benzina, saponi industriali e schifezze varie.
Quante volte ho visto i vigili urbani venire ad effettuare dei controlli, dopo le segnalazioni da parte della signora principalmente, e quante volte sono andati via stringendosi la mano col sig. Mario (nome non di fantasia del padrone del negozio), complimentandosi per l’ottimo lavoro svolto dalla sua azienda. Una persona così non si preoccupava di certo dell’impatto ambientale, e questo per la mia bella casetta è sempre stato un grosso problema.
Pur essendo una piccola villetta monofamiliare, che allora aveva un discutibile colore arancione mattone, circondata dal verde e inserita in un contesto residenziale estremamente tranquillo, aveva come neo il terribile affaccio su quei ferri vecchi arrugginiti, separati dalla nostra proprietà solo da una rete metallica anch’essa arrugginita, ancorata ad un muretto grezzo di mattoni in cemento. A coronare l'opera d'arte futuristica, le citate tettoie.
Oltre al danno visivo, non era d'aiuto nemmeno l'officina meccanica. Se avete la minima idea di che rumore faccia il motore di un trattore, provate a immaginare che rumore possa fare lo stesso motore, ma con un paio di meccanici intorno: “Vai! Accelera! Portalo al massimo che voglio sentire quel rumorino! Nooo! Così no! Attento che cade! Passami il martello! Bum Bum Bum! Porco …. si è rotto!”
Davvero un peccato che il mio vicino di casa fosse quel tipo senza cuore, e artefice di quello scempio. I suoi interessi hanno rovinato il bel rapporto che c’era con tutto il vicinato, costringendo i miei genitori e gli altri vicini, a riunirsi solo per parlare delle sue malefatte, e a non vivere una vita spensierata da buoni vicini, organizzando cene all’aperto, festicciole, o semplici incontri cordiali.
La maggior parte delle conversazioni e degli incontri che ho visto con i vicini di casa erano finalizzate a gettare veleno su quel Mario, che stava inquinando i campi circostanti, e avvelenandoci con i fumi delle sue macchine. Io, però, a tutto questo ancora non davo peso, ma odiavo il sig. Mario in maniera profonda, odio che mi porto ancora dentro. Odiavo lui, la sua attività e tutte le persone che lavoravano per lui, perchè a causa sua avrei potuto avere un animale domestico. Quel gattino o cagnolino che tanto desideravo non avrei mai potuto averlo.
I miei genitori raccontano che presero un gattino per i miei fratelli. Libero di girare fuori di casa, se ne andò a passeggio nella proprietà del mio vicino. Siamo sempre stati amanti degli animali domestici, e a favore della loro libertà. In una piccola realtà poi gli animali domestici spessissimo sono di quartiere: io prendo un gatto, il gatto gironzola per tutto il vicinato, e ognuno sa che quello è “il gatto di tizio”.
Il gattino dei miei fratelli non si vide tutto il giorno, e dopo un po’ iniziarono a domandarsi dove si fosse cacciato. Quando si fece rivedere, era completamente ricoperto di olio usato per motori, sembrava uno di quegli animali nelle terribili immagini che si vedono quando ci sono disastri ambientali con le fuoriuscite di petrolio.
Se si sia infilato in qualche barile, o se sia stato vittima di qualche brutto scherzo finito male da parte di qualcuno, non posso certo dirlo io e dirlo oggi, fatto sta che il gattino non ce la fece. Da allora i miei genitori si rifiutarono di prendere un animale domestico, per evitargli la stessa sorte e per evitare lo strazio che a un bambino questa cosa avrebbe lasciato.
Al giorno d’oggi, per fortuna, una cosa del genere non potrebbe più accadere, e se malauguratamente dovesse accadere sarebbe passibile di denuncia penale. Sono fortunatamente cambiate le leggi e la sensibilità del mondo sull’ambiente, sugli animali, e sull'utilizzo dei materiali. Negli anni 80, i 40 enni erano nati durante la Seconda Guerra Mondiale, non tutti
erano istruiti, la percentuale di ignoranza era ancora considerevole. Insomma erano altri tempi. Con i problemi del momento. Ma non vediamo solo il marcio, sono stati anche anni di enorme crescita, e queste realtà terribilli erano più residui del mondo precedente che basi di quello futuro.
[i gattini funzionano sempre! liberamente tratta da pixabay]
Io avevo appena conosciuto la musica e correvo per il vialetto di casa in bicicletta, ma chi ci faceva caso a tutte quelle cose? Non so nemmeno come faccia a ricordarle!
I gattini funzionano SEMPRE!
in ogni contesto :)