Come diventare un musicista di successo (CDUMDS). I primi approcci pt.2

in #ita7 years ago (edited)

Bella canzone San Martino, in effetti mi piaceva molto. A sei anni, sapere che da li a qualche settimana l’avrei suonata tutta da solo e avrei potuto vantarmene con i compagni di scuola mi allettava. Pensai a come avrebbero reagito: lasciato a giugno come un normale bambino che giocava a campana, ritrovato a settembre, noncurante del già gravoso impegno della seconda elementare, tanto da avere del tempo addirittura da dedicare ad un hobby.
San Martino sarebbe stata la prova inconfutabile di manifesta superiorità!
Questo fumetto che mi apparve come in un cartone animato, mi convinse ad ascoltare il maestro con più attenzione.

-“Intanto accendiamo la tastiera” – disse.

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Il tasto di accensione era posto sul retro, verso l’estremità destra. Per trovarlo bisognava passare la mano nei dintorni e cercarlo a tastoni.
La struttura della DS-8 era in ferro, o in alluminio, insomma non era in plastica. E questa cosa era particolarmente evidente in fase di accensione e spegnimento.
Nel percorso di avvicinamento delle dita verso il tasto, infatti, accarezzando tutta l’area immediatamente circostante, quel materiale trasmetteva una piccolissima quantità di corrente elettrica, che solleticava i polpastrelli.
Sarà stata l’ingegnerizzazzione della tastiera non sottoposta a controlli di qualità ferrei?
Sarà stato l’alimentatore interno troppo potente e non sufficientemente isolato dal contatto con la struttura ferrosa? Sarà stato il cavo difettoso?
Sarà stata la ciabatta non IMQ (che forse ancora nemmeno esisteva)?
O sarà stato l’impianto elettrico di casa a non essere IMQ?
Qualsiasi fosse la spiegazione, la corrente si sentiva. E fino a quel “click” che svegliava o metteva a dormire il mostro, il mio corpo captava solo segnali di pericolo, a sommarsi alla presenza di un estraneo al mio fianco.
Click.
La tastiera si accese, il display emanò il suo primo brillìo verdognolo/azzurrognolo. Un secondo click più delicato sarebbe arrivato pochi istanti dopo dalle casse di fianco (la DS-8 non aveva le casse integrate, c’era bisogno di un impianto audio esterno, e a noi non mancavano le alternative). A testimoniare che tutto era acceso e collegato alla perfezione rimaneva un appena percettibile fruscìo di fondo.

-“Allora, il pianoforte è uno strumento fatto di legno e di una tastiera. La tastiera si chiama così perchè è composta dai tasti che sono bianchi o neri. Non confondere la tastiera del pianoforte con la tastiera che hai di fronte, sono tutte e due tastiere, ma non sono la stessa cosa. La tastiera del pianoforte però, è uguale a quella che hai di fronte, solo che è un pochino più lunga e i tasti sono più duri perchè sono pesati. Non vuol dire che li hanno messi sulla bilancia prima di metterli sulla tastiera, ma si dicono pesati perchè hanno agganciato un peso per regolarne la precisione e l’accordatura. La tastiera che abbiamo qui non ha i tasti pesati e quindi sono più leggeri, peccato. Se avessimo iniziato col pianoforte, ti sarebbe risultato più facile suonare la tastiera, ma non ti preoccupare: una volta che avrai imparato a suonare la tastiera saprai suonare anche il pianoforte. E sarai bravo”-

Facendo una rapida analisi logica, possiamo asserire con certezza che il periodo sovrastante è un tantino lungo. Ma non c’era modo migliore di descrivere la confusione, se non con una stesura complicata del concetto. Sintetizzando altrimenti avrei dovuto scrivere:

  • “صَبَاحُ الخَيْ أهْلاً وَسَهْلاً نعم شكرأً” – disse il maestro.

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Non so cosa darei per vedere la mia faccia a quel punto.
Speravo tuttavia che avrei imparato a suonare San Martino presto, e quando mi chiese: – “Tutto chiaro?” – continuai ad annuire silenziosamente. Felice di aver messo a segno il primo colpo senza problemi, Graziano disse: – “Bene, possiamo iniziare”

-“La musica è fatta di note, quello che potremmo definire l’alfabeto della musica non è fatto di lettere, ma di note. Le note sono sette, DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI: i tasti bianchi. Se vai da sinistra verso destra i tasti neri si chiamano come la nota precedente, ma col diesis. Quando vai da destra verso sinistra i tasti neri si chiamano come la nota precedente, ma col bemolle.
Il DO è questo qui. Guardando la tastiera è un rettangolo con il lato lungo sinistro liscio, e il lato destro con un dentino a rientrare. Andando verso destra, in ordine di tasti bianchi e neri, avremo quindi: DO, DOdiesis, RE, REdiesis, MI, FA, FAdiesis, SOL, SOLdiesis, LA, LAdiesis, SI, e di nuovo DO.
Tornando indietro da dove siamo arrivati: DO, SI, SIbemolle, LA, LAbemolle, SOL, SOLbemolle, FA, MI, MIbemolle, RE, REbemolle, e di nuovo il DO dell’inizio.
Prova, suona.”

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in foto un esempio di DO.

E mentre io con l’indice della mano destra, e solo con quello, premevo i tasti da un DO ad un altro, lui chiamava le note a gran voce. Lo facemmo per una ventina di minuti, il tempo che portò alla fine del mio primo, indimenticabile, approccio con la musica e le sue amazzoni: le sette note.

[le immagini presenti in questo post provengono da pixabay e sono di libero utilizzo.]

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Bello carico di emozioni, come sempre 😊

Grazie mille :)

Scorrevole e simpatico post... Condivido il felice ricordo di quando cominciai a suonare.... ed il mio primo spartito "Sul bel Danubio Blu"... che risate....

grazie! l'inizio di 30 anni di carriera, c'è ancora molto altro da scrivere..spero ti/vi piacerà altrettanto!

La mia maestra, la signorina Iole, dedicò la nostra prima lezione ai valori delle note, usando le frazioni. Anch’io avevo sei anni 😱

è un'età cattiva per tutti..inizia tutto a sei anni!

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