Come diventare un musicista di successo (CDUMDS). Capitolo secondo - I rudimenti

in #ita7 years ago (edited)

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Era lu-lu-lu, era di-di-di, era lu, era di, era LUNEDI
Era ma-ma-ma, era di-di-di, era ma, era di, era MARTEDI. E via dicendo….
Giocavo spesso a questo gioco, da femmine. E non da donne, da ragazze o da bimbe: da femmine!
I bambini sono l'espressione più sincera di quello che solitamente passa nella mente di un essere umano. Da bambini non esistono filtri, non esiste etica, non esistono figuracce.
Esistono solo marcate distinzioni; un bambino alto sarà preso in giro perché alto, un bambino basso sarà preso in giro perché basso, uno grasso perché grasso, uno scuro perché scuro, uno chiaro perché chiaro, e potremmo continuare all’infinito, perchè queste cose si possono anche combinare tra loro.
Personalmente lo definirei un esempio funzionale di democrazia, che va avanti fino ad una certa età, variabile da bambino a bambino, a seconda dell’estrazione sociale, culturale, insomma di roba difficile da capire.
Una cosa però ci insegnano, ci evidenziano: al netto dell’educazione, e delle regole che li porteremo a rispettare, i bambini sono naturalmente propensi ai rapporti sociali e alla coesione tra individui.
Loro si lanciano uno sguardo, e non importa quale sia il colore della pelle, il sesso o le altre caratteristiche che noi gli indicheremo come “differenze”, loro fanno amicizia. Subito. Iniziano a giocare insieme come se si conoscessero da sempre, come noi adulti siamo capaci di fare solo dopo molto tempo, e solo con le persone di cui ci fidiamo ciecamente.
Li porti a spasso, quando parlano appena, e li vedi guardarsi intorno, con lo stupore tipico del loro tempo. E vogliono fare amicizia con le persone, con i cagnolini, con gli altri bambini.
Incrociano un loro simile, un sorriso sdentato si apre sui loro volti, gli indici protesi in avanti ad indicarsi l'un l'altro, e pronunciano un dolcissimo "biiiiibo", condito da moltissima bava. Meravigliosi!!
Poi crescono, e crescono in fretta. Imparano ciò che noi gli insegniamo, e si fanno la propria opinione. Già poco prima delle elementari dunque, i bimbi non esistono più. Esistono i maschi e le femmine.
Sessismo categorico e ben delineato. I maschi fanno i giochi da maschi, le femmine fanno i giochi da femmine. Non sono ammesse eccezioni, e non è prevista la promiscuità delle due categorie. Chi sbaglia viene punito con prese in giro pubbliche e continuative, che possono durare anche tutta la vita.
Perché i bambini sono bastardi, anche se ancora non sanno cosa vuol dire.

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[immagini tratte da pixabay]

La filastrocca dei giorni della settimana, con tanto di battimani, era un gioco da femmine, e io sapevo bene il rischio che correvo. Ma perché rischiare tanto? Perché rischiare di essere etichettato “femminuccia”? Perché il mio obiettivo era giocarci con Vanessa: il mio amore delle elementari! Per lei sarei stato disposto anche a farmi vedere fare giochi da femmina.
Ovviamente il nostro amore non è mai sbocciato; lei non ha mai saputo che ero innamorato follemente, nè allora nè oggi. E se non ricordo male, non abbiamo mai fatto giochi di alcun tipo insieme.
Io in ogni caso l’avevo imparato, perché non si sa mai: impara l’arte e mettila da parte. Se domani la dovessi rincontrare, avrei un gioco con cui rompere il ghiaccio, non mi troverebbe impreparato.
Vanessa era una bambina, biondina, ma una bambina. Non aveva forme, non aveva nessun particolare di rilievo. Era una bambina di sei anni! Eppure io la guardavo come si guarda Emily Rataicomesiscrive (voglio vedere quanti faranno finta di non sapere chi sia, bugiardi!) L'amore...
Lo studio del gioco lo facevo con Simone, il pomeriggio: lui era Vanessa.
Dico che ero pronto a tutto per lei, ma confesso che ci guardavamo bene dal farci vedere fare quel gioco. Se si fosse diffusa questa voce in giro la mia infanzia avrebbe potuto essere molto diversa!

Una volta spiegato il gioco, sorvolato il fatto che fosse da femmine, e imparato il meccanismo:

  • Prendiamo la filastrocca dei giorni della settimana.
  • Togliamo Vanessa, anzi più verosimilmente togliamo Simone.
  • Sostituiamo le parole “era lu era di era lunedi” con do-o-o-o, re-e-e-e, ecc. ecc.
  • Muoviamo una sola mano verso un compagno immaginario, o verso mete sconosciute. A piacere, toccando anche le gambe.

Ecco imparato il solfeggio. Almeno secondo quello che ci avevo capito fino a quel momento.

Piccolo spazio, pubblicità. Se ti è piaciuto questo post, torna a farti un giro ogni tanto. Nel frattempo:
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Quanti sono diventati musicisti (in particolare: chitarristi) per fare colpo su una ragazza?!
Tu hai iniziato giovane! ;-)

io chitarrista lo sarei diventato solo anni dopo...fra qualche capitolo. Ci arriveremo!

Beh, te la ricordi ancora la filastrocca... se dovessi incontrarla, sapresti come rompere il ghiaccio! Scherzi a parte, storia carina.

grazie mille :)

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