Come diventare un musicista di successo (CDUMDS). Capitolo 4 - A lezione con Franco pt.1

in #ita6 years ago (edited)

-“Quindi hai studiato pianoforte per un po’ di tempo, quanto?”-

La prima frase, appena ci mettemmo seduti, fu quella. Il maestro Franco, voleva rendersi conto del punto da cui iniziare.

-“quasi 9 anni”- risposi io.

-“E con chi? Come si chiama il tuo maestro?”-

-“Graziano”-

Ed espresse un semplice:
-“Ah”-

Cosa avrà voluto dire?

Non eravamo più nella stanza della musica, le lezioni con il maestro Franco le avremmo tenute in salotto. Non serviva svegliare il mostro elettronico, e ci bastava un leggio e una sedia. Nella stanza della musica c’erano decine di cose lasciate in mezzo, il salotto era un ambiente più raccolto. Ambiente nuovo, nuova ispirazione, aria nuova.
Aria gelida.
Il salotto, come tutta casa, era una stanza abbandonata. Creata, arredata, e lasciata li per non farla rovinare.
C’era un tavolo enorme, di legno massello, che volendo sarebbe potuto diventare lungo come tutto il vialetto di casa, un divano, una credenza, e una tv. Il tutto in una stanza esposta totalmente a Nord, con il pavimento in marmo.
D’estate, da giugno a settembre, la tana per mia mamma che cercava un po’ di fresco riposando sul divano, per i restanti nove mesi una cella frigorifera.

Con la stufetta a gas, a riscaldarci, il maestro Franco continuò il suo interrogatorio.

-“Perché hai scelto il sassofono? Cosa ti piace?”- mi domandò.
-“Non l’ho scelto io, l’ha scelto Fabio perché gli serve qualcuno che vada a suonare con lui”- risposi antipaticamente.

Non avrei potuto dichiarargli apertamente guerra, avrei dovuto restare educato come mio solito, ma il maestro Franco, in ogni caso, si trovava di fronte un adolescente, alle prese con un nuovo percorso lungo e tortuoso, controvoglia.
Io avrei mantenuto la calma, lui avrebbe dovuto fare altrettanto.

-“Ma vedrai che ti piacerà, soprattutto perché lo scopo è proprio quello. Fare le serate, andare in giro, e con il sax puoi entrare perfino nella banda”-

-“Vedremo, tanto non mi sembra di avere molta scelta”- risposi.

Terminammo li la conversazione di incipit, e il maestro Franco potè iniziare a sciorinare il suo sapere coinvolgente.

-“Il sax che abbiamo qui, quello su cui perciò studieremo, è un sax contralto. Il materiale con cui è costruito è l’ottone. Sai cosa è l’ottone? Una lega fatta di Rame e Zinco.
Ci sono varie tipologie di sassofono, si differenziano per forma e tonalità, ma il modo di suonarlo, il modo in cui è posizionata la tastiera è lo stesso.”-

Immaginatemi, in questa situazione, ad ascoltare distrattamente annuendo di tanto in tanto. Fingendo attenzione, ma avendone solo in piccola percentuale.

-“La tastiera, non è quella che tu hai suonato fino ad oggi. Per tastiera del sassofono intendiamo gli incavi, realizzati in madreperla, o i ferri che permettono alle pelli di aprirsi o chiudersi. In questo modo il passaggio dell’aria all’interno dello strumento troverà più o meno sfiati, ed ognuno di quelli, modificherà la quantità d’aria all’interno dello strumento, e il suono emesso dal cono di uscita”-
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immagine CC0 creative commons

Oh. Ora si che era tutto chiaro.

Forse abbagliato dal giovane ometto che si trovava di fronte, il maestro Franco non cercò una spiegazione più semplice di questa, magari dando per scontato che io fossi un profondo conoscitore degli strumenti, delle leggi acustiche, meccaniche e costruttive che li regolavano.

-“Perciò a seconda di come è costruito, il sax può essere baritono, tenore, contralto o soprano, come i cantanti, hai presente? E il suono che viene fuori da ognuno è quello delle relative scale di appartenenza, e delle ottave di riferimento”-

-“Il pentagramma lo sai leggere, e le note le sai trascrivere. Vero?”- continuò, spostando l’attenzione lontano dalla descrizione dello strumento, avendo percepito che non era totalmente arabo, ma molto diverso da quello che mi aspettavo o che conoscevo già.

-“Si”- secco.

-“Perfetto. Per quanto simile a quello che hai studiato fino ad oggi, la cosa che è necessaria sapere, e che forse sarà la più difficile, è che il sax contralto rispetto alla tastiera è in Mi bemolle”- (Mib n.d.a.)

-“Che vuol dire che rispetto alla tastiera è in Mib, scusa?”- chiesi.
Feci la prima domanda, perché quell’affermazione non mi quadrava, e mi lasciava più di un’ inquietante sensazione.

-“Quando nella tastiera tu suoni il Do, sai che quello corrisponde a una determinata frequenza…..”-
-“Si si, lo so”- e lo interruppi, per non farlo perdere in chiacchiere inutili
-“Nel sax, quello che tu suoni come un Do, come frequenza corrisponde in realtà a un Mib. Pertanto se io ora ti chiedessi di suonare un Do sulla tastiera, e suonassi un Do sul Sax, non sarebbe la stessa nota. Per avere la stessa nota, devi suonare il Do sul sax, e il Mib sulla tastiera. Se il suono è uguale, allora il Sax è accordato, altrimenti lo dovrai regolare”-

-“Scusa ma non capisco”- dissi io. Perché davvero non avevo capito.

-“Non è complicato, leggendo il pentagramma in chiave di violino, le note che sono scritte su un rigo o su uno spazio, le devi leggere al rigo o allo spazio successivo”-

Break! Time out!
Fermiamoci qua.

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immagine CC0 creative commons


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Andiamo beneeee 😂😂😂

na giornataccia.

Ecco 🤦🏻‍♀️

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E puoi suonare PERFINO nella banda! Ahah, dimmi ti prego che hai suonato nella banda e che hai una foto da mandarmi!

la cosa che mi piace di alcuni utenti, è che seguono la vicenda, e prestano la necessaria attenzione ai particolari. Chissà.....

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