Ecco chi era davvero Giuseppe Garibaldi - Seconda parte

in #ita6 years ago (edited)

In Sud America, Garibaldi cercò, almeno da un punto di vista cromatico, di dare un minimo di ordine a quella banda di scalmanati mercenari che si erano raggruppati attorno a lui: per questo motivo rubò uno stock di tessuto di colore rosso (era stoffa destinata a realizzare grembiuli per i macellai locali, ecco spiegato il colore) per farne camicie da far indossare ai suoi "seguaci" (nella sostanza, mai scelta fù più abbinata, la destinazione del tessuto non mutò: si passò da un genere di macellai ad un altro...e se seguirete i miei racconti capirete il perchè di tale considerazione).
Da quel momento, dunque, nacque l'associazione dei "garibaldini" con il citato colore (ecco perchè nelle rappresentazioni storiografiche, fotografiche e cinematografiche, il garibaldino figura sempre con una camicia, una giubba di colore rosso) .
I saccheggi, gli assalti, le rapine, le scorribande di Garibaldi in Uruguay ben presto catturarono le attenzioni dell'Inghilterra che, in quelle terre, aveva grandi interessi a confermare il suo monopolio nei commerci; temendo soprattutto uno sviluppo dello Stato Argentino.
Per questo motivo, gli inglesi ben presto arruolarono il nizzardo tra le loro fila con il compito di condurre attacchi pirateschi contro le navi argentine concedendogli, in cambio, una parte del bottino derubato (ebbene si, il futuro "eroe" d'italia lavorò anche per gli inglesi; impiego che continuò ad esercitare per tanti anni ancora fino a quando non "unì" il Bel Paese..e come lo unì....).
Inoltre, fù sempre in Uruguay che Garibaldi entrò a far parte, ufficialmente, della Massoneria affiliandosi ad una loggia locale collegata a quella più importante denominata "Grande Oriente", avente base in Europa.

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Da tal momento, la "carriera" di Garibaldi subì una decisa e rapida ascesa nell'ambiente massonico, fino a raggiungerne il rango più alto ( il 33° del Rito Scozzese) ed anche la sua fama ne beneficiò a livello internazionale: la sua immagine infatti fù oggetto di una precisa propaganda (condotta con ogni mezzo, soprattutto dagli organi di stampa del vecchio continente, e sempre sovvenzionata dai "fratelli" massoni: in primo luogo da Mazzini e dai principali esponenti inglesi) finalizzata a farlo apparire in Europa un simbolo della lotta agli assolutismi, un eroe che combatteva per la libertà, un modello anticlericale e antipapale per coloro che volevano sbarazzarsi del potere temporale della Chiesa e delle dinastie regnanti fedeli a quest'ultima.
Verso la metà degli anni quaranta del 1800, Garibaldi tornò a Nizza con l'obiettivo di liberare Roma dal Papato (questione estremamente di interesse per gli inglesi...).
Alcune sommosse rivoluzionarie, organizzate sempre in ambiente massonico, gli spianarono la strada; fù così che, dopo la fuga di Papa Ferretti a Gaeta, nel Regno delle Due Sicilie (Regno sempre fedele al cattolicesimo), il nizzardo, alla guida della sua banda di balordi, entrò in Roma con conseguente proclamazione della Repubblica Romana (1849).
La sovversione non riuscì. Dopo pochi mesi, infatti, gli equilibri internazionali conservatori ebbero la meglio: la Repubblica venne abbattuta e sia Garibaldi che Mazzini furono costretti ad una fuga disperata. Il primo scappò in Inghilterra, il secondo arrancò verso le il Nord Italia rallentato anche dalle precarie condizioni di salute della moglie Anita che, in circostanze misteriose, venne ritrovata morta nelle lande ravennate (c'è chi sospetta sia stata uccisa da qualcuno che avesse interesse a velocizzare la fuga del nizzardo).
Successivamente, Giuseppe Garibaldi si trasferì prima in Inghilterra dove importanti esponenti della Massoneria gli offrirono sostegno (soprattutto economico) accrescendone la propaganda nei media di mezza Europa (attraverso l'organizzazione di congressi, feste, manifestazioni in suo onore..), poi giunse in America del Nord, a New York, dove per qualche tempo condusse una vita "cittadina" sempre però incentrata nel tessere e rinsaldare rapporti con gli ambienti massonici molto diffusi da queste parti in quanto godevano di una libertà operativa decisamente maggiore rispetto a quanto accadeva in Europa.
Tuttavia, lo stile di vita borghese mal si sposò con la sua indole militaresca: per questo motivo decise di imbarcarsi in Perù per conto di un imprenditore italiano che conduceva traffici in Oriente (si sospetta che sulle quali navi che andavano e tornavano dall'Oriente...il futuro eroe nazionale, in quegli anni, possa essersi dedicato anche alla tratta degli schiavi).

In ogni caso, non abbandonò mai l'idea di tornare in Italia....

Alla prossima puntata.

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l unico tricolore degno è quello con l aquila che sostiene il fascio

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