E' ancora lì

in #ita6 years ago (edited)

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Se una settimana fa mi avessero chiesto cosa fosse l'ucronìa avrei risposto una malattia delle pelle. Poi, grazie a @ilnegro, e a questo suo post ne ho appreso il significato. Avrò capito bene? Non lo so ma ho deciso di partecipare al suo contest con questo piccolo racconto.



1995
Eccolo. Grigio, alto, eterno baluardo contro l’Impero Sovietico. So di essere sotto il tiro dei cecchini comunisti, gli stessi che la notte della "strage di Berlino", sei anni fa, decimarono la folla che tentava di passare ad ovest, decretando la fine delle speranze di rivedere una città, una nazione, unita.
Meglio, dico io: se la Germania avesse dovuto sostenere i costi di una riunificazione, non sarebbe diventata il più ricco paese europeo, ed io non sarei qui.
Sono fortunato, uno di quelli che ce l'ha fatta. Appena laureato mi hanno offerto un lavoro proprio a Berlino ovest, lasciando un’Italia dalle mille contraddizioni per trovare questa nazione incredibile, miracolo di efficienza e sviluppo. Non sembra possibile che a pochi metri, vivano persone del tutto prive di libertà e benessere. Si sentono storie incredibili che raccontano di miseria e repressione feroce. E si fa finta di non averle sentite quelle storie.
Perche io, noi, la mia famiglia, è dalla parte "giusta" del Muro
.

2005
Dieci anni. Sembra ieri.
Ho una moglie, una figlia, vivo nel lusso, come tutti i berlinesi, eppure ogni tanto vorrei avvicinarmi al Muro, ma i militari che pattugliano ogni strada non lo consentono. Per la nostra sicurezza, dicono.
E se le telecamere onnipresenti dovessero registrare una violazione del limite potrei perdere punti preziosi della patente di cittadino.
I droni intercettori aleggiano sulla linea di confine come uno Spirito Santo, pronto a lanciare le sua benedizioni di morte a chi volesse tentare il grande salto.
Una colonna di carri armati si fa largo nel traffico. Dovrebbero tranquillizzarci, ma oggi sacrificherei parte del nostro benessere se servisse a far cessare questa eterna, logorante Guerra fredda.
Andar via? Forse, ma dove? I paesi europei sono chiusi come le cosce delle vergini, divisi tra loro e burattini degli USA. In un paese comunista, magari la Jugoslavia, dove le deportazioni di massa non sono (ancora) confermate? O forse qualche paese musulmano, dove ricchezza e tolleranza hanno determinato un equilibrio invidiabile? Quando sono partito per la Germania ero colmo di risentimento e mai avrei pensato che mi sarebbe mancata l'Italia. Mi sbagliavo.

2015
Nascosti al buio, mia moglie e i bambini dietro di me. Sento i loro sguardi accusatori attraversarmi il petto. L’Italia, pensavo, anche se in crisi, è meravigliosa. La freddezza dei tedeschi, l’oppressione del controllo e l’ossessione della sicurezza erano insostenibili. Siamo tornati in questo povero paese che cambiando ha cercato di sopravvivere alla povertà, all’inflazione e alla pazzesca svalutazione della Lira. Il PCI ha vinto le elezioni, nonostante i brogli della CIA, e così siamo siamo passati dall'altra parte, con quelli che erano il Male incarnato. E invece il Male l’avevamo in casa prima, o forse il Male è sempre dall’altra parte. Cacciati dalla NATO, subiamo attentati ogni giorno, l'embargo, la fine del turismo e di tutto. L’URSS troppo debole e lontana, e troppo occupata a cercarsi alleati verso la Cina e verso i movimenti No-global. Adesso il Male è qui. Sono vicini, sento il loro accento americano, i colpi dei mitra. Forse mi cercano per il blog, forse stanno solo spargendo terrore a casaccio. Passano oltre. Ancora vivi, per oggi.

2018
E' qui che siamo sbarcati un anno fa, dopo una traversata di 6 giorni su uno dei tanti barconi della speranza. Guardo il mare e ogni tanto controllo il polso, dimenticando che lo smartwatch non serve dove non esiste una rete. Sembra di vivere un secolo fa, prima della Guerra fredda e prima del Muro, che è sempre là, ma adesso è lontano.
Siamo fuggiti dall’Italia martoriata, dall’Europa occidentale a immagine degli USA, militarizzata e fascista.
Fuggiti da quell'Europa che si crede libera.
I comunisti invece, forse hanno capito, ma devono star lì, dall’altra parte del Muro, altrimenti la bilancia si ribalta. Non possono abbassare la guardia. Ma se dovessi scommettere, scommetterei su di loro ed i loro alleati, perché hanno di nuovo degli ideali. L’imperialismo americano, almeno in questo, è riuscito a compattare il resto del mondo contro l’idea di una società orwelliana.
Noi siamo qui, in Libia, la terra dei sogni, lo stato guida della Lega Mediterranea, che unisce i paesi nordafricani, la Grecia, e forse, presto, anche l’Italia. Non abbiamo INTEL®NET, ma i giornalisti come me possono sentire varie fonti, e farsi un’idea, com’era un tempo. Non abbiamo la tecnologia della Germania, ma a che serve se per utilizzarla devi innestarti un microchip sottocutaneo? Non so come andrà, davvero, ma se un mondo diverso è possibile, forse è qui che può nascere, lontano dal Muro.


Foto da Pixabay

Sort:  

Complimenti Steemotion, hai creato un racconto che rapisce e che porta a riflettere su diversi punti.

Grazie Sara(pensavo di aver inserito il commento ma evidentemente non l'ho fatto) . Sono veramente contento che ti sia piaciuto

Molto bello, sembra di leggere le pagine di un diario d'attualità, in un sistema completamente sottosopra, ma in cui i problemi rimangono sostanzialmente simili e ci si affida ai barconi per riconquistare dignità e speranza. Complimenti.

Un passaggio mi ha colpito molto, lo quoto perché l'ho trovato illuminante, soprattutto quando si parla di muri e divisioni d'ogni tipo:

[...] o forse il Male è sempre dall’altra parte.

Grazie @nawamy, hai centrato bene il messaggio del racconto, se avessi voluto riassumerlo io non l'avrei fatto così bene come lo hai fatto tu. Ciao

Bello!
critica feroce e velata contro il passato e il presente.
Complimenti!!!!

Grazie. Aspetto di leggere anche le vostre storie. Dai su su!

La mia é on linea da qualche ora ;-)

Allora devo recuperare....

Bello, con una impianto storico molto buono.

Grazie 1000, sono felice che ti piaccia

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