RECENSIONE DEL ROMANZO: HISTOIRE D’O

in #ita6 years ago

EEC6E937-AFAD-4159-9635-683C641A9D1A.png


HISTOIRE D’O
Pauline Réage

Pubblicato per la prima volta in Francia da Jean-Jaques Pauvert nel 1954.
Prima edizione italiana a cura di Bompiani, 1971.

A074DF05-BB94-44E8-98A4-EC4EECBB6EB0.jpeg

Un giorno l'amante porta O a fare una passeggiata in un quartiere dove non vanno mai, il parco Montsouris, il parco Monceau. A un angolo del parco, all'inizio di una via dove non stazionano mai taxi, dopo aver passeggiato nel parco ed essersi seduti fianco a fianco sul ciglio di un prato, notano un'automobile col tassametro, che assomiglia a un taxi. — Sali — lui dice. Lei sale.
Mostra contenuti citati
Un giorno l'amante porta O a fare una passeggiata in un quartiere dove non vanno mai, il parco Montsouris, il parco Monceau. A un angolo del parco, all'inizio di una via dove non stazionano mai taxi, dopo aver passeggiato nel parco ed essersi seduti fianco a fianco sul ciglio di un prato, notano un'automobile col tassametro, che assomiglia a un taxi. — Sali — lui dice. Lei sale.

Trama

O è un’affascinante giovane donna che lavora come fotografa di moda nella Parigi degli anni '50, molto innamorata del suo amante, René. Un giorno, mentre stanno facendo una passeggiata romantica nel parco, l’amato la conduce a un'auto che li porterà a Roissy, alla periferia di Parigi. Sulla strada, le ordina di rimuovere la biancheria intima e qualsiasi indumento che impedisca un facile accesso alle sue parti intime. Poi la informa che sono diretti ad un castello, dove O rimarrà per un certo periodo al fine di essere istruita su come meglio compiacerlo. Dovrà essere obbediente, sottomettersi a qualsiasi ordine e non fare domande, tutto in nome del suo amore. O accetta questi termini e rimane sola sulla soglia del castello. Una volta all’interno, O apprende di essere giunta alla sede di una società segreta dedita al sadico dominio maschile su donne appositamente reclutate per essere trasformate in schiave e puri oggetti sessuali e inizia il proprio addestramento. Sorretta, almeno inizialmente, dal suo grande amore per René, O permette ai suoi nuovi padroni di usarla, abusarne e torturarla in ogni modo possibile, emergendo infine come perfetto paragone di sottomissione. Tornata alla sua vita, al suo lavoro e alla sua relazione con René, si mantiene fedele alle regole imposte a chi è stata ospite del castello, godendo dell’addestramento acquisito e della raggiunta nuova consapevolezza di sé e dei propri desideri anche più di quanto non ne goda il suo amante. René, d’altra parte, non è mai stato il destinatario finale della sottomissione di O, che presto viene presentata a un altro uomo, un maturo gentiluomo inglese che condivide con René un particolare legame e che reclama O come propria. Inizialmente O è perplessa dalla nuova situazione, ma ormai è consapevole che ciò che ha sempre desiderato non è veramente René, bensì più semplicemente la propria sottomissione ad un padrone adeguato. È la sua raison d’être e il motivo per cui si sottomette felicemente a Sir Stephen, trovando in lui, finalmente, il vero Padrone di cui ha bisogno.

Personaggi

O. La nostra protagonista, punto focale della narrazione, che rimane peraltro il personaggio più misterioso del romanzo. La trama ruota attorno ai suoi pensieri e alle sue emozioni, eppure il lettore è lasciato costantemente in bilico. Chi è O? Cosa desidera veramente? Chi ama? Nulla esemplifica il costante senso di incertezza che ci accompagna nella nostra scoperta di O più del fatto che nemmeno il suo nome ci verrà mai rivelato.

René. Un amante, un faro, un ideale. All'inizio. Lo conosciamo attraverso lo sguardo innamorato di O e ci appare agli albori come una figura virile e autorevole. Abbastanza forte nella sua consapevolezza della devozione di O da lasciarla sola al castello, affinché venga istruita. Eppure, mentre O fiorisce sotto il nuovo regime, René appassisce nella nostra considerazione diventando sempre meno capace di essere il proprietario che O merita. La scoperta della sua relazione con Sir Stephen, in particolare, serve come chiave di volta nel definire i tratti distintivi del personaggio.

Sir Stephen. La sua comparsa, nella seconda metà del romanzo, costituisce una svolta inaspettata. Col senno di poi, peraltro, essa rappresenta una progressione naturale nel percorso di autocoscienza di O. In concomitanza con la presentazione di Stephen, infatti, la narrazione già iniziava a suggerire un crescente divario tra le aspettative di O e quanto René era in grado di darle. Sir Stephen entra in scena ed improvvisamente le esperienze ed i desideri di O assumono un nuovo e ancor più profondo significato. Stephen assume su di sé il compito di proseguire l’addestramento di O, indirizzandola verso il suo pieno potenziale e verso il completo asservimento, che lui intuisce essere ciò che lei più profondamente brama.

Jaqueline and Natalie. Jaqueline è una splendida modella con cui O lavora dopo il suo periodo al castello. O si invaghisce immediatamente della sua bellezza e del suo forte carattere e dopo aver parlato di lei a René e Sir Stephen le viene ordinato di coinvolgerla nel loro ménage. Jaqueline dimostra da subito un atteggiamento ambiguo rispetto al nuovo mondo in cui viene introdotta: non condivide l’entusiasmo di O per la sottomissione e pare anzi prendersi spesso gioco di René piuttosto che piegarsi al suo volere. Il fatto che René si convinca di esserne innamorato dimostra vieppiù come il percorso intrapreso da O l’abbia di fatto allontanata da lui, giacché nei primi tempi al castello il solo pensiero che l’amante potesse abbandonarla era per lei insopportabile. Natalie è la sorella minore di Jaqueline. Troppo giovane per essere messa a parte dello stile di vita prescelto da O, ne è comunque curiosa e affascinata e finisce per essere inclusa in un viaggio organizzato dai quattro adulti che rivelerà formativo anche per lei.

Author

Pauline Réage è uno pseudonimo. Per anni l’identità del vero autore del romanzo è rimasta avvolta nel mistero e molti si erano convinti che fosse stato scritto da un uomo o da più di un autore.
Nel 1994 “un’elegante intellettuale di 86 anni di nome Dominque Aury” avrebbe ammesso a John de St Jorre, giornalista britannico, “che le fantasie di castelli, ma here e dissolutezza erano sue” (Bedell, 2004). Nel periodo in cui Histoire d’O era stato pubblicato, la Aury era una nota traduttrice, editrice e giudice di premi letterari. Era stata insignita della Legione d’Onore ed era, altresì, l’unica donna ammessa al comitato di lettura della casa editrice Gallimard, l’editore francese più influente dell’epoca. Amici, conoscenti e familiari la ricordano come una gentildonna a modo e molto professionale, anche se chi la conosceva meglio successivamente ha ammesso di aver riconosciuto il suo particolare stile narrativo nella prosa della Réage.
La Aury fu per moltissimi anni l’amante di Jean Paulhan, noto tombeur de femme e famoso direttore della prestigiosa Nouvelle Revue Française, più vecchio di lei di 23 anni. Ormai quarantenne, iniziò ad avere la sensazione che il suo interesse per lei stesse scemando, in favore delle altre donne che comunque frequentava, e cominciò a pensare a come tenerselo stretto. Paulhan era sempre stato un fan del Marchese De Sade, soprattutto dei 120 giorni di Sodoma, e aveva già in passato dichiarato che una donna non sarebbe stata in grado di scrivere un romanzo erotico. La Aury volle quindi sia dimostrare che aveva torto, sia mantenere vivo il suo interesse e, novella Sherazade, inizio a scrivere per lui la storia di O. A lui piacque così tanto che la convinse a pubblicarla, scrivendo la (eccessivamente lunga ed abbastanza noiosa) prefazione che tuttora accompagna ogni edizione del romanzo.
Come spesso accade, quindi, anche la storia dell’autrice ha un proprio fascino romanzesco e il bello deve ancora venire. Infatti anche Dominique Aury è a sua volta uno pseudonimo, sebbene in questo caso si tratti di un’identità apertamente utilizzata da Anne Desclos nel corso di tutta la sua vita professionale. Se l’uso di un alias poteva avere senso per evitare che il nome della Desclos fosse collegata ad O (soprattutto a tutela della madre, particolarmente puritana), non è chiaro perché fosse stato ritenuto necessario anche per sua la quotidiana vita professionale.

“Tienimi piuttosto in questa gabbia, e nutriscimi con parsimonia, se ne hai il coraggio. Qualunque cosa mi porti più vicino alla malattia e al limite della morte mi rende più fedele. È solo quando mi fai soffrire che mi sento al sicuro. Non avresti mai dovuto accettare di essere un dio per me se avevi paura di assumere i doveri di un dio, sappiamo che non sono doveri così teneri. Mi hai già visto piangere. Ora devi imparare a gustare le mie lacrime.”

Chi è O?

Chi era prima di Roissy? La sua esperienza al castello l’ha cambiata in modo significativo o è stata solo l'inizio del suo percorso verso una scoperta e una realizzazione del sé più profonde?

In sintesi, Histoire d'O è un abominio patriarcale o il definitivo romanzo femminista?

Non ho risposta a tutte queste domande, ma per quanto riguarda l’ultima credo fermamente nella seconda ipotesi. Il che immagino risponda in parte anche alla seconda domanda.
A mio parere, la storia di O è la storia di un profondo viaggio alla scoperta di sé. Per quanto O sia sorpresa e perplessa da ciò che la circonda, al suo arrivo al castello, non prova mai alcun ribrezzo per ciò che vi accade. Per quanto soffra le torture che le vengono inflitte e l’assenza del suo amante, non pensa mai ad andarsene o a rifiutarsi di partecipare al gioco del quale è divenuta protagonista. Non scopriamo mai se il dolore e la sottomissione facessero già parte del rapporto tra O e Renè prima di Roissy, ma sembra che la scoperta di una società segreta dedicata esclusivamente a dolore, piacere, dominazione maschile e schiavitù femminile non le provochi particolare sgomento. Per carità, è pur sempre una donna francese, quindi potevamo anche aspettarcelo. Ma c’è comunque qualcosa di particolare ed intrigante nella sua devozione a questa nuova realtà.

Per me, questa particolarità è diventata ancor più evidente dopo l’introduzione di Jaqueline. Prima di lei, gli altri personaggi femminili erano esclusivamente altre schiave di Roissy arrivate prima di O, con i loro buoni motivi per restare e ciascuna capace di gestire l’ambiente a modo proprio. O si distingue anche da loro, in realtà, perché non sfrutta mai i trucchetti e gli artifici che le “sorelle” le insegnano per sfuggire alle punizioni ed alle prestazioni sessuali, ma il suo particolare rapporto con la sottomissione è messo ancor più in evidenza dal contrasto con le reazioni molto più “naturali” di Jaqueline sia nel momento in cui O le rivela il suo rapporto con Renè e Stephen sia, successivamente, nella relazione che nonostante tutto intreccia con Renè. Il contrasto funge anche da cartina tornasole per il lettore. A seconda di quanto sino ad ora ci si è fatti incantare dal mondo di O, quando Jaqueline entra in scena si finirà per ammirare il suo riserbo o detestarla per la sua incapacità di stare al gioco con maggiore entusiasmo. Nel secondo caso, la Réage ha sicuramente fatto bene il suo lavoro.

Ciononostante, O è una donna istruita e indipendente che rimane perfettamente consapevole di ciò che la circonda e delle risorse a propria disposizione durante tutto il corso della storia. Nulla se non la sua semplice determinazione ed il grande amore per Renè la trattiene al castello. Nulla se non la completezza trovata nell’addestramento e l’orgoglio nella propria sottomissione, oltre al desiderio profondo di abbandonarsi ai suoi partner, la mantiene fedele alle regole imposte alle donne di Roissy e la conduce infine ai piedi di Sir Stephen. Non sappiamo se ciò che O trova al castello sia un aspetto che già conosceva di se stessa, ma nella sottomissione e nel servizio, nella degradazione e nell’oggettivizzazione, trova la sua felicità e la sua forza.

E questo, per me, è il più potente messaggio femminista immaginabile. Perché quando la sottomissione è una scelta, e non l’imposizione di un terzo, essa sottrae quasi ogni potere e agenzia al Dominante. O si sottomette di sua spontanea volontà, a Renè, agli uomini di Roissy e anche a Sir Stephen, e così facendo si riappropria di quella soggettività di cui gli uomini avrebbero voluto privarla nella schiavitù. L’unica scelta a disposizione dei Dominanti, a quel punto, è se esercitare il proprio dominio e come, mentre la volontaria sottomissione della loro schiava è al di là del loro controllo, anche quando raggiunge la profondità e completezza di O nei confronti di Sir Stephen.

Histoire d’O è un romanzo splendido, reso ancor più godibile dall’eccellente prosa, che avvolge il lettore in una sorta di mistico erotismo, trasportandolo in una dimensione quasi onirica che ha il potere di un incanto. Se dobbiamo leggerlo come una dimostrazione dell’amore che Pauline… Dominique… Anne provava per Paulhan, doveva certamente amarlo molto.

Soltanto a giorno fatto, dopo che tutte le coppie danzanti se ne furono andate, Sir Stephen e il Comandante, svegliata Natalie che dormiva ai piedi di O, fecero alzare O, la condussero nel mezzo del cortile, le tolsero la catena e la maschera, e, rovesciatala su un tavolo, la possedettero uno dopo l'altro.


0C5CF112-B3C8-4CD8-8568-33019EB454F7.jpeg

Per approfondimenti sul tema ci si può riferire ai seguenti articoli in inglese:

I wrote the story of O by Geraldine Bedell, July 25th 2004, The Observer. Un dettagliato articolo che ripercorre la vita di Anne Desclos e la storia editoriale di Histoire d’O.

Submission and the Queering of Gender in Pauline Réage’s Story of O by bronteheroine, October 10th 2011. Un’analisi molto più approfondita del femminismo in Histoire d’O e nella caratterizzazione della protagonista.

Eye on fiction: The psychology of O by Sally Baxendale, March 2009, The Psychologist. Una lettura molto diversa del personaggio di O, che imputa il suo atteggiamento nei confronti della sottomissione ad una dissonanza cognitiva.

Inoltre, se foste pervasi dal desiderio di leggere immediatamente Histoire d’O sul vostro apparecchio, potrei dirvi che una copia in pdf del romanzo è facilmente reperibile online anche solo attraverso una ricerca su Google.

34C75FEE-A042-46F8-AA86-E20B08762C47.jpeg

531A644C-B70C-463A-802F-E71ADD0E7C12.png

When I'm good, I'm really good. But when I'm bad, I'm better. Mae West

Per commentare anonimamente questo post CLICCATE QUI
Per domande, richieste ed ogni altra cosa eccetto se volete uscirmelo CLICCATE QUI

TUTTE LE IMMAGINI SONO DI PROPRIETÀ DI @STEAM.EROTIC ECCETTO DOVE DIVERSAMENTE INDICATO

Coin Marketplace

STEEM 0.28
TRX 0.11
JST 0.034
BTC 66038.71
ETH 3178.89
USDT 1.00
SBD 4.05