EVILution #1: incesto prenatale

in #ita6 years ago (edited)

Oggi vogliamo introdurre un nuova rubrica, EVILution, che sarà dedicata a quelle strategie e comportamenti che si sono evoluti nel corso delle ere geologiche e che, visti dal nostro arrogante punto di vista, risultano riprovevoli, disgustosi e privi di qualsiasi dignità morale o etica.
Lo scopo della rubrica sarà quello di diffondere una visione della natura e dell’evoluzione priva della dimensione morale che l’uomo spesso, ed in modo arbitrario, cerca di attribuirle. Cercheremo, inoltre, di mostrare come in natura esistano una molteplicità di strategie differenti che, ogni volta, vengono vagliate della selezione naturale; sarà proprio la selezione naturale, indipendentemente dal gusto e dal volere umano, a decidere il destino e la bontà di ogni strategia.


Acari da incubo

A vincere il premio “strategia aberrante di questa settimana” è un gruppo di acari appartenenti al genere Adactylidium. Il ciclo vitale di questi piccoli animali è così bizzarro ed inquietante da mettere a dura prova anche i più accaniti amanti dei film horror.
Queste specie di acaro, ad un osservatore superficiale, potrebbero sembrare composte da popolazioni costituite unicamente da individui di sesso femminile che, per portare a termine con successo il loro sviluppo, si nutrono delle uova di insetti della famiglia Thripidae. La spiegazione più immediata per districare questo enigma sarebbe quella di attribuire a queste specie un ciclo riproduttivo partenogenetico (femmine che generano femmine clonali senza necessità di fare riproduzione sessuale).


Immagine CC0 Creative Commons - Fonte

Osservando più attentamente questi piccoli animali, però, ci si può rendere conto che questo modello non rispecchia la realtà. Infatti, gli acari di questo gruppo non sono affatto partenogenetici, ma il maschio è solo estremamente difficile da osservare.
Tutte le femmine di adactylidium portano al loro interno un numero di uova che varia da 6 a 9. Queste uova si sviluppano e si schiudono all’interno del corpo materno. Tutte le uova daranno origine ad individui di sesso femminile, tranne uno che darà vita ad un maschio. Ed è da questo punto che le cose si fanno inquietanti. Il maschio, ancora all’interno della madre, comincia ad accoppiarsi con le sorelle, fecondandole tutte e garantendosi una discendenza numerosa. Le femmine, dopo aver compiuto l’atto incestuoso, cominciano a nutrirsi dei tessuti della madre spolpandola dall’interno per cercare una via d’uscita. Una volta consumato il loro primo pasto, le femmine si disperdono nell’ambiente alla ricerca di un uovo di tripide attraverso il quale terminare il proprio pasto. A questo punto, le giovani madri sono pronte a ricominciare il ciclo sacrificandosi a loro volta per le figlie. Tutto questo dopo soli quattro giorni.

Il maschio, dopo aver compiuto il suo dovere, fuoriesce e muore. Se come abbiamo ricordato più volte il fine ultimo degli individui è quello di riprodursi, sarebbe ora lecito domandarsi il perché della fuoriuscita del maschio. Assolto il suo compito, infatti, sarebbe normale aspettarsi la morte immediata e, eventualmente, il cannibalismo da parte delle sorelle. La natura, però, ci fornisce un buon indizio per risolvere anche questo dilemma: è stata identificata una specie in cui il maschio muore direttamente all’interno della madre subito dopo la fecondazione. Questo potrebbe suggerire che la strategia sia attualmente in evoluzione: la maggior parte delle specie conservano ancora i tratti ancestrali che prevedevano la riproduzione esterna, mentre in un periodo più recente si sta specializzando nella riproduzione interna che condurrà, probabilmente, alla morte precoce del maschio.


Spiegazione evolutiva

A prescindere da quanto questa strategia risulti macabra, per essersi affermata nel corso dell’evoluzione deve necessariamente conferire dei vantaggi a chi la pratica, tali da tradursi in un maggior successo per la specie.

Analizziamo quindi quali potrebbero essere i benefici ed i costi di questa strategia, per provare a comprendere i motivi della sua comparsa.
Indubbiamente il vantaggio più grande risiede nella capacità intrinseca di azzerare completamente i costi della riproduzione sessuale. Infatti, nonostante sia molto diffusa nel regno animale, la riproduzione sessuale comporta costi non indifferenti, legati fondamentalmente alla ricerca del partner riproduttivo.
In questo modo, gli acari non devono cercare nessun partner sessuale, in quanto si accoppiano solo con le sorelle sviluppatesi al loro fianco.
Anche il sacrificio della madre risulta essere una strategia efficiente (infatti questa è molto diffusa nel phylum degli artropodi), in quanto favorisce la dispersione delle figlie grazie all’acquisizione precoce di nutrienti ed energia.
Non meno importante è l’aspetto che riguarda il tempo. Grazie a questo rapido ciclo vitale, della lunghezza di soli quattro giorni, queste specie sono in grado di aumentare in maniera esponenziale le dimensioni delle loro popolazioni in un arco di tempo brevissimo. Infatti, non essendo presente alcuna competizione intraspecifica, l’unica risorsa che limita la crescita di questi acari è la presenza di uova di tripide.

Ma perchè una strategia che sembra essere, in prima analisi, molto favorevole non si è diffusa in modo più importante nel regno animale?
Molto probabilmente questo non è accaduto a causa degli elevati costi che la specie deve sopportare per poter adottare con profitto una strategia di questo tipo. Infatti, l’accoppiamento esclusivo fra fratello e sorella protratto per molte generazioni porta ad una perdita considerevole di diversità genetica, e ciò implica un numero elevato di fattori di rischio. Questi acari vivono in ambienti con grande abbondanza di uova delle loro prede, ma un cambiamento di qualsiasi tipo nel loro habitat sarebbe difficile da affrontare con una così scarsa variabilità e determinerebbe una elevata probabilità di estinzione della popolazione.
In definitiva, questa strategia risulta essere vantaggiosa solo in ambienti che presentino alta resistenza e resilienza alle perturbazioni. Inoltre, necessita di un ciclo vitale molto rapido che determini un incremento nel tasso di mutazioni, comportando così una maggiore variabilità genetica che andrà a ridurre gli effetti dell’accoppiamento tra consanguinei.


Immagine CC0 Creative Commons - Fonte


Conclusioni

Questo ciclo vitale è un ottimo esempio di come la natura non si preoccupi minimamente del concetto umano di giusto o sbagliato, ma si spenda a favorire strategie vincenti senza badare a quanto possano sembrare crudeli ai nostri occhi
Da questo punto di vista, la natura ci insegna che nella nostra quotidianità dovremmo astenerci dal giudicare i comportamenti altrui anche quando ci sembrano poco morali, e non dovremmo bollarli come “non naturali” solo perché “lontani” da quello che riteniamo giusto. Parole come “giusto”, “immorale”, “naturale” sono aggettivi con significati diversi tra loro, e spesso l’utilizzo di uno al posto dell’altro conduce ad una visione del mondo naturale errata, o quantomeno superficiale.

2560px-Sandro_Botticelli_-_La_Carte_de_l'Enfer.jpg
Immagine CC0 Creative Commons - Fonte

"L'appello alla Natura" è una fallacia logica in quanto ha l'infondata pretesa di basare l'etica su una percezione artefatta di "Naturalità" di un certo stato di cose che è ,invero, modificabile e dunque non iscritto nelle leggi di Natura.
La Natura, come più volte abbiamo ricordo, segue infatti la legge della fitness Darwininana, e quindi si attiene alla logica del massimo successo riproduttivo, perseguito attraverso diverse strategie che possono apparire moralmente controverse. Potremmo prendere come esempio le diverse discussioni sull’omosessualità, che viene spesso bollate come “contro natura”. In ottica biologica, il manifestarsi di comportamenti omosessuali non è affatto contro natura. Al contrario, si tratta di un comportamento presente in molte specie animali (regno a cui appartiene anche l'uomo, è bene ricordarlo sempre) ed anzi è frutto ,in molti casi, di una selezione naturale volta alla perpetrazione della specie (come ad esempio nei delfini o gli elefanti).
L’etica è un costrutto umano e non deve essere trapiantata malamente all’interno del mondo naturale, come ci insegnano i nostri piccoli amici acari la Natura è splendida, varia e terribile allo stesso tempo: La Natura non ripudia nulla.


votaXdavinci.witness.jpg
Immagine CC0 Creative Commons, si ringrazia @mrazura per il logo ITASTEM.
CLICK HERE AND VOTE FOR DAVINCI.WITNESS


Bibliografia

  • E. A. Elbadry, M. S. F. Tawfik (1966). Life Cycle of the Mite Adactylidium sp. (Acarina: Pyemotidae), a Predator of Thrips Eggs in the United Arab Republic.
    https://doi.org/10.1093/aesa/59.3.458
  • Stephen Jay Gould (1980). Il pollice del panda.

DQmdddvgnmtkTAhFDNK5nEPjizjTkts1uRfdP9PkNmKpDS7_1680x8400.png
Logo creato da @ilvacca

Sort:  

Bizzarro ma, non giudico 🤭

Ahah esatto! Anche un po’ schifoso direi... Ma così suona già giudicante...

veramente bizzarro! non oso pensare che potresti pubblicare le prossime volte :)
ottimo lavoro anche questo, complimenti @spaghettiscience
un saluto, nicola

Grazie @knfitaly! Ho già qualche idea abbastanza inquietante...

Ho letto con interesse, non conoscevo questa bizzarra strategia riproduttiva. Concordo sul fatto che in alcun ambiti i concetti di moralità/etica umana sono del tutto soggetti ad obsolescenza, basti pensare ai "cambiamenti di mentalità" avvenuti negli ultimi cento anni.

Coin Marketplace

STEEM 0.17
TRX 0.13
JST 0.027
BTC 61178.84
ETH 2749.48
USDT 1.00
SBD 2.45