#youtoo?

in #ita6 years ago


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You Too?


Ormai molti mesi fa Hollywood fu travolta da cosiddetto caso Weinstein.
Uno dei più noti e potenti produttori dell'industria cinematografica tutta fu accusato da svariate donne di aver molestato sessualmente, in alcuni casi sfociando nella violenza sessuale, o molestato al fine di distruggere o promuovere la carriera di ognuna delle attrici che gli capitavano a tiro.
Accuse molto forti che in molti casi hanno trovato immediato riscontro nei fatti con Weinstein che in pochi mesi è caduto in disgrazia dovendo cedere il suo impero, accettare la domanda di divorzio della moglie ed essere accusato di oltre 80 casi di molestie e di 12 casi di stupro da parte di attrici anche molto note come la nostra Asia Argento ma anche attrici del calibro di Cate Blanchett, Rose McGowan, Lena Headey e Courtney Love.

Ma il caso Weinstein è stato solo il primo tassello del domino. A partire da quel momento Hollywood non è più stata la stessa, mutando faccia in maniera clamorosa sulla spinta di un movimento femminista, meetoo che in poco tempo è riuscito a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema, determinare forti cambiamenti sul luogo di lavoro e spingere sempre più donne a denunciare. Un cambiamento epocale, soprattutto di mentalità, che ha determinato la fine della carriera di personaggi come Kevin Spacey e John Lasseter ad esempio, costringendo tanti attori, registi e produttori al momentaneo ritiro dalle scene. C'è da dire che se nei primi mesi della nascita del movimento le condanne erano unanimi e la forza trainante dello stesso era implacabile, successivamente alcuni personaggi pubblici o giornalisti hanno iniziato a suggerire l'ipotesi di una deriva pericolosa con molte attrici pronte a millantare fatti mai avvenuti. Ad oggi sono molti i casi di personaggi messi alla porta, alla prima intervista nella quale venivano etichettati come molestatori, salvo poi scoprire che le accusatrici non erano altro che donne a caccia del successo e le luci della ribalta. Insomma, non tutti gli accusati erano dei porci, violenti e maschilisti cosi come non tutte le accusatrici erano delle bugiarde in cerca di successo ma qualcuna ha cavalcato l'onda finendo, come consuetudine ad Hollywood, per creare una "moda del momento". Quando parlo di "moda" intendo la creazione, consapevole o meno, di un trend specifico che viene inseguito da tutti i membri di un determinato mondo. Se guardate a serie tv, documentari e film dell'ultimo anno troverete che il tema principale della maggior parte dei film è il femminismo e l'emancipazione. Qualche anno fa c'era stato il "boom" del "diverso", del mondo LGBT prima e dell'afroamericano poi ecc. Hollywood lancia delle mode che può cavalcare ed oggi parlare di temi del genere tira molto, fa vendere molto e fa aprire le porte del politically correct che tante entrate porta da sempre nelle casse delle grandi produzioni. E' esistito quello che in Italia chiameremmo "Giustizialismo" (abusando del termine, senza comprenderne mai davvero il significato). Il tema che è emerso, forse troppo tardi, è il seguente: ammesso che quasi tutti gli accusati siano colpevoli, chi restituirà mai la carriera e la dignità alle persone accusate ingiustamente?



Ci sono due errori che si possono fare lungo la strada per la verità:
non andare fino in fondo e non partire.


In America questo problema non se lo è posto nessuno, proprio perchè oggi toccare questo argomento rigirando le parti ti estromette immediatamente dal tavolo delle grandi produzioni.
In Francia Caterine Deneuve ha addirittura pubblicato una lettera manifesto per leggere il femminismo in una maniera diversa, quasi opposta a quella del movimento metoo, mentre in Italia come sempre ci siamo adattati non schierandoci.
Ma è proprio in Italia che un caso particolare ha finito per scuotere l'opinione pubblica e creare dibattito.
Il pomo della discordia è stata la denuncia da parte di attrici o presunte tali di molestie perpretrate dal noto regista e autore Fausto Brizzi.
A differenza di molti suoi colleghi, che hanno preferito chiudersi nel silenzio o non smentire le accuse, Brizzi è passato immediatamente alle vie legali denunciando le accusatrici per diffamazione.
E' stata poi aperta un'inchiesta per verificare le accuse, inchiesta che si è chiusa pochi giorni fa con un'archiviazione perchè il fatto non sussiste.
Se la giurisprudenza conta a qualcosa e se il gergo conta a qualcosa il motivo dell'archiviazione punta nella direzione che chi ha denunciato ha inventato tutto, nessuna prova, neppure circostanziale è sembrata essere vera ai giudici.

Brizzi ne è uscito pulito, anche se una macchia penderà sempre sulla sua testa. Le attrici, uscite dall'anonimato per un po, sono ritornate alla loro vita di sempre. Se dunque da un lato bisogna combattere l'autoritarismo, le molestie, la mentalità retrograda e maschilista che alberga in certi ambienti di lavoro, e bisogna farlo con forza, non sarebbe anche necessario isolare il fenomeno ad una dimensione giuridica e non gossippara? Basta un'intervista a rovinare vita e carriera di un uomo. Una donna che ha subito la viltà di una molestia o l'atrocità di una molestia deve denunciare, sempre, deve essere messa in condizioni di farlo ma deve farlo nei canali opportuni. Basta interviste scandalistiche a cui non seguono processi e largo a denunce penali contro chi molesta, violenta e stupra anche "solo" psicologicamente. Il caso Brizzi ci insegna che esistono persone che vorrebbero approfittare della situazione per ritagliarsi spazio sui giornali, qualche nuova opportunità professionale e guadagnare sull'onda dell'emotività giustamente nata dopo il caso Weinstein. Ferma condanna per quel caso e tutti i casi anche solo simili ad esso. Enorme spinta affinchè tutte le donne del mondo possano liberamente lavorare, proporsi, vivere e dimostrare il loro talento lontano da pregiudizi e forzature. Non dimentichiamo però di essere attenti a giudicare questi fenomeni con lucidità o finiremmo un giorno a chiederci come mai quel metoo sia diventato inesorabilmente un youtoo?



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Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.





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Argomento delicato e che tocca tutte noi donne in maniera diretta. Senza rischiare di cadere nelle ovvietà ti dico che non sopporto che nel 2018 ancora ci sia gente che "sfrutta" la propria posizione per arrivare a ciò che sappiamo. Mi fanno vomitare. Come non sopporto i processi mediatici che accusano questo o quello (in questo caso Brizzi) prima del processo vero e proprio che, in questo caso, scagionano l'imputato e non credo che lui ne sia uscito indenne. Non so, l'argomento è troppo troppo delicato per stare da una parte o dall'altra. Sicuro che io starò sempre dalla parte di chi subisce!

La penso come te.
Il mio articolo voleva essere assolutamente dalla parte di chi subisce ma voleva anche distaccarsi dall'ovvio e dalla presa di coscienza comune che fortunatamente è avvenuta e sta avvenendo.
L'altra faccia della medaglia quando una protesta giustissima diventa caccia alle streghe è che qualche innocente rischia di restare invischiato in cose che non gli appartengono.
Grazie del commento

Sono in accordo su non sbattere il mostro in prima pagina, ma non dimentichiamo (tanto più noi internettari ) che far passare la notizia sul web, sulle tv ecc. crea la necessaria attenzione al fenomeno. Purtroppo ci sono danni collaterali ma il mondo non è perfetto (mi pare). Grazie di aver sollevato questione.

Concordo pienamente ed anche il caso Brizzi nonostante l'assoluzione totale va preso con le pinze.
Era da un po che volevo scrivere sul tema e stavolta ho preso la palla al balzo per farlo.
Per fortuna qualcuno come te e @g-e-m-i-n-i ha avuto voglia di leggere e commentare

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