Silenzio e Garantismo

Sembra passata una vita da quando giornali e telegiornali del bel paese chiudevano un occhio sulle righe di curriculum in eccesso delle esimie dottoresse ministre del governo Renzi.

Niente fiumi di inchiostro per la tesi copiata del ministro Madia o per la millantata laurea mai conseguita da parte del ministro dell'istruzione Fedeli.

Un ministro dell'istruzione senza laurea, tendenzialmente sarebbe paradossale ma non ci sarebbe nulla di "sbagliato", che ebbe però la brillante idea di dichiarare una laurea mai conseguita.

In entrambi i casi i fatti sono stati dimostrati. Nonostante smentite, nonostante false indignazioni entrambi i fatti, molto molto gravi, sono stati confermati e sono dunque diventati fatti e non illazioni. E' storia quella, non uno scoop o una diceria.

Avete però sentito roboanti inchieste della Repubblica sulla ministra della pubblica amministrazione? O titoli in prima pagina sul corriere della sera che si indignassero per le ministra dell'istruzione senza Laurea ma che millantava di averla conseguita?

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Io ricordo solo molto garantismo. Come sempre in Italia quando ad essere colpiti sono i "padroni", i "potenti" si chiude un occhio e si parte con il garantismo o con un complice silenzio. 

Silenzio che è diventato urla di sgomento e fiumi di sdegno quando a finire sotto la lente di ingrandimento è stato Giuseppe Conte, premier in pectore e nuovo faro del governo lega-5 stelle.

Da 24 ore ci bombardano con la storia del curriculum gonfiato e ben venga l'inchiesta giornalistica, ben venga portare alla luce fatti inerenti ai nostri governanti, purchè siano fatti e non gossip.

La tanto sponsorizzata news secondo cui Giuseppe Conte avrebbe indicato di aver approfondito gli studi alla NY University senza averci mai messo piede è stata smentita dall'università stessa.

La "Repubblica", il "Corriere della Sera" e praticamente la totalità dei giornali avevano scritto una balla colossale. La cosa più grave è che gli stessi giornali non hanno riportato la smentita, hanno omesso la verità.

Lo trovo un fatto gravissimo, specie in questo momento.

Gli stessi giornali son partiti alla carica su Conte su un altro fronte a quel punto, quello della presunta simpatia del premier in pectore verso il progetto Stamina di Vannoni. 

Anche qui, ben venga l'inchiesta giornalistica e l'approfondimento ma la coerenza?

Conte potrà anche aver espresso un giudizio favorevole in passato, e quindi?

I giornalisti zelanti delle principali testate hanno forse dimenticato che la solita Lorenzin aveva portato alla Camera un decreto legge per "istituzionalizzare" Stamina?

Dove era tutto il fervore allora?

Sul caso Stamina ci son cascati in tanti, forse la totalità dei cittadini e dei personaggi pubblici.

Oggi scopriamo che quella di Conte sarebbe una macchia indelebile che da sola dovrebbe costargli il posto.

Il giornalismo dovrebbe mirare alla verità non alla costruzione di essa.

Il giornalismo dovrebbe essere guidato dalla passione per la verità e non dal trasformismo.

La coerenza dovrebbe essere un valore fondante di ogni giornalista che si rispetti.

Dovremmo ricordare ai vari direttori di giornali la lezione impartitaci da Steven Spielberg nell'ottimo "The Post"

Un giornale dovrebbe essere al servizio dei governati e non dei governanti

I giornali dovrebbe fornirci gli strumenti per valutare, dovrebbe essere forieri di fatti e non di inciuci. Più che garantismo servirebbero garanzie di onestà, coerenza e rispetto dei fatti, altrimenti meglio rifugiarsi in un composto e umile silenzio.