Nelle puntate precedenti

in #ita6 years ago (edited)



Arrivati quasi a metà dei primi 10 capitoli costituenti l'avventura di @spi-storychain e del suo neverendingcontest ho pensato di fare un po di ordine e raggruppare i primi 4 capitoli della mia storia che come sapete proverà ad articolarsi settimana dopo settimana in un lungo racconto in 10 puntate, legato da un sottile filo rosso che spero possa andare ad unire tutte le storyline e i temi settimanali.

Ecco a voi la mia storia fino ad oggi, partendo dalla clonazione, passando per tributi ad opere passate e finire su pirati e un lungo viaggio interiore.

Capitolo 1 -  Noi cloni non siamo tutti uguali


Dolly.
Forse a voi questo nome dice poco.
A qualcuno verrà in mente una bambola o meglio tutto l'universo delle bambole.
Altri, magari qualche cineasta o cinefilo irriducibile, lo assocerà a quella specie di carrello che si usava una volta durante le riprese cinematografiche. Oggi quello strano marchingegno potrete trovarlo solo nei tanti "Once Upon a time museum" in giro per il mondo.
Che bello il futuro. Te lo immagini chissà come e te lo ritrovi pieno di riferimenti al passato.
E' nostalgia?
Malinconia di quello che è stato e mai più sarà?
Qualcuno dice sia solo un tributo alle gesta dei nostri antenati, un modo per non dimenticarli.
Dicono che prima tutti agognassero di vivere per il futuro, di costruire e innovare per portarci dentro questo concetto astratto che oggi ci circonda.
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Che strana cosa.
Che buffo esemplare era l'uomo a quei tempi.
Adesso siamo qui e nessuno si accorge di essere dentro qualcosa di cosi desiderato. 
Tutti desiderano il passato.
"Once Upon a time museum". 
Laddove c'erano Starbucks o McDonalds oggi ci sono "Once Upon a time Cafè" e "Once Upon a time Diner".
Ma torniamo al principio, che poi principio non è ma forse fine.
Dolly.

Dolly Head Quarter. Dolly Farm. Dolly Hall of Fame. Dolly Grocery. Dolly Institute.
I vostri nonni vi hanno mai detto che gli uomini sono delle pecore
Che essi ragionano, o meglio non ragionano, come se fossero parte di un gregge
Seguono le masse, si conformano al pensiero comune e se possono volentieri si asservono a chi vuole assoggettarli.
Dolly.

Oggi Dolly è il nostro Dio. 
Dio profano e sacro in un mondo dove nulla è più sacro e il profano è stato soppiantato dall'uniformità mentale, fisica e sociale.
Per i Cristiani Dio si era incarnato in suo figlio Gesù Cristo ed egli si era immolato per noi nell'indifferenza generale.
Per gli induisti Dio non esisteva davvero ma esisteva il divino, un conglomerato di divinità, azioni, sensazioni che dipingevano l'eternità vera o presunta. 
I musulmani erano i più laboriosi di tutti credendo che Allah forgiasse e continuasse a forgiare l'universo giorno dopo giorno senza soste.
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Noi oggi crediamo che sia stata una pecora ad aprirci la strada, è lei il nostro Dio e noi ci beiamo della sua bontà.
Se l'uomo era ad immagine e somiglianza del suo Dio noi allora oggi siamo delle pecore ad immagine e somiglianza della nostra amata ed intoccabile Dea Dolly.
La sua statua d'oro, la GolDolly, ad Edimburgo è il luogo più visitato al mondo.
Noi cloni siamo tenuti a visitarla almeno una volta l'anno. Gli umani, non chiedetemi perchè, la visitano di continuo.
Alcuni pregano, altri sperano di diventare pecore dello sterminato gregge dei cloni, altri sono semplicemente curiosi, alcuni, pochi in realtà, vanno li per protestare o capire perchè si sia arrivati a questo.
Lo so, lo so.
Vi state chiedendo in che anno siamo, chi è che vi sta parlando, come mi chiamo e come è la vita qui nel futuro.
Ve lo dirò un'altra volta.
Vi racconterò di come Once Upon a time un essere discendente da una scimmia decise di voler diventare pecora.
Che siate dei millennials, dei revolutionary, dei sessantottini, delle dollies, dei Veglianti o delle Servuore poco importa la storia parte sempre allo stesso modo.
Uomini figli di Cita e padri di Dolly, incapaci di sopravvivere alla loro Odissea Nello Spazio.
Creatori di morte, distruttori di mondi ma soprattutto costruttori di catene.
Una storia infinita che si ripete ogni volta sempre uguale come nella vecchia fattoria, piena di animali che sognavano di diventare umani e uomini che si comportavano da animali.
Chi sono io?
Un uomo. Derivato da un altro uomo che a sua volta fu copiato da un altro uomo.
Mi chiamo Dolly ovviamente ma la vera domanda è sempre quella, ancora quella a cui credete io vi abbia risposto:
Chi sono io, davvero?

Capitolo 2 - La Divina Inesistenza
Chi sono io davvero?
Ci eravamo lasciati con questa domanda, ricordate?
Troppo esistenziale forse, anche per un clone.
Siamo nel futuro, questo lo sapete, ma quando siamo? Dove siamo?
E' davvero cosi importante?
La storia ci insegna che il contesto è importante ma che ogni nuova era parte in sordina e prolifera soprattutto grazie ad un'attenta ed efficace propaganda.
Sarebbe esistito il nazismo senza il "Mein kampf"?Senza l'impegno cinematografico di Capra, Ford, Wilder quanti americani si sarebbero arruolati volontariamente per abbattere il mostro Hitleriano?
"Il capitale" non è stato forse il fondamento di ogni organizzazione socialista vista nei secoli scorsi?
Un tempo credevate che bastasse un tweet per cambiare il mondo, prima ancora credevate nelle idee e nelle ideologie ma se oggi siete qui ad idolatrare GolDolly come tanti altri saprete che per entrare nella mente delle persone, per cambiare il modo di percepire le cose e di vedere il mondo serve altro. Nel nostro caso son bastati 2 libri per portare le persone a convincersi di volere tutto questo. Libri liberi che sono diventati manifesto, sono diventati propaganda, sono diventati strumento affinchè io potessi esistere e voi potesse smettere di farlo.
Il mondo stava cambiando e furono 2 rivisitazioni di 2 grandi capolavori letterari a gettare le basi per il nuovo mondo. Dante Alighieri e Walter Ghosting furono spazzati via in un solo colpo da 2 opere che a distanza di 5 anni l'una dall'altra scardinarono tutto quello che c'era da scardinare per fertilizzare il campo del mondo dei cloni. Ad accomunarli un solo autore, quel Hugo Same che capovolse il mondo a colpi di inchiostro.
L'inesistenzialismo aveva spiazzato tutti negli anni '80 e Ghosting era diventato idolo delle masse suo malgrado. Il suo ultimo capolavoro, il libro che non ho mai scritto, consegnò all'umanità tutto quello che essa non sarebbe mai potuto essere facendola piombare in un caos esistenziale esacerbante. 92 anni dopo l'uscita di quel libro Hugo Same lo ripropose, facendolo suo, e cambiando per sempre le regole del gioco.
Il protagonista originale, Philip Avoid, era stato sostituito da Conchita Nowhere e la ricerca del senso della vita attraverso la stesura di un'opera letteraria totale fu soppiantata da un vuoto esistenziale colmato dalla definizione di una nuova entità pronta a farsi strada.
Laddove Avoid era un uomo perso nella sua esistenza, perso nella ricerca forsennata di qualcosa a cui aggrapparsi senza riuscire mai a trovare davvero una strada da percorrere, in Conchita vediamo una donna che arrivata allo stesso punto di Avoid accetta la sua condizione, non lotta più contro il proprio ineluttabile destino.
Sono state molte le riletture dell'epilogo di "Un libro che non posso scrivere" di Hugo Same.
In molti vi hanno trovato un nichilismo totalizzante, un invito suicida rivolto ad una razza umana ormai stanca.
"Se essere umani vuol dire essere immortali per qualche anno allora abbiamo fallito. Nella nostra mortalità vi è il nostro fallimento."
Questa sentenza, che troverete nelle pagine finali del libro, ha cambiato tutto.
Invito a vivere una vita senza chiedersi il perchè di tante cose o invito a non vivere la propria vita? Invito a riflettere sulla propria condizione o a cambiarla radicalmente?
Il personaggio di Conchita Nowhere è diventata ben presto un faro per tutti i Dollies, per tutti i fanatici della clonazione.
Anno dopo anno era tutto un proliferare di t-shirt con il suo volto androgino stilizzato, forum e associazioni che di lei facevano un'icona.
Non sapremo mai cosa Hugo Same avesse voluto dire davvero con quelle parole, con quelle 134 pagine (tributo alle 134 del libro di Ghosting) ma sappiamo che forse senza quel libro oggi non saremmo qui a parlare di un mondo sempre più standardizzato e sempre meno umano.
Quella frase sopracitata divenne ben presto manifesto di chi voleva rimpiazzare un essere umano infelice, vuoto ed esasperato con una sua versione migliorata, upgradata e potenzialmente immortale.
Come posso soffrire le pene esistenziali se, di fatto, smettessi di essere umano cosi per come lo conosciamo, cosi per come la natura ha voluto che fosse.
Un tempo l'uomo si poneva problemi sui sessi, sui generi. Tante lotte, tanta violenza per acquisire certi diritti.
Con Conchita Nowhere la discussione si spostò su quanto l'uomo meritasse di essere uomo o qualcos'altro che lo assomigliasse tanto.
Chi sono io davvero?
Sono figlio di Conchita, questo è sicuro.
Se "Un Libro che non posso Scrivere" ha dato il là al movimento Dollies, l'opera successiva di Hugo Same ha portato a termine il lavoro riuscendo a far crollare le ultime perplessità dei "puristi" ed aprire la nuova era.
Altro giro, altra rivisitazione.
Stavolta si va indietro nel tempo di parecchio e si scomoda il sommo poeta Dante Alighieri.
Hugo Same "rivede", "ritocca" la Divina Commedia.
Scrive in prosa stavolta, niente rime e niente voli pindarici.
Un romanzo asciutto dove inferno, purgatorio e paradiso si fondono e tutto è confuso.
Virgilio non c'è più e al suo posto vi è un androide che ha il volto della MonaLisa Davinciana chiamata Ada. Nulla è più definito. Ad un certo punto Ada dirà "Vedi, anche gli angeli son tutti uguali". L'uomo vive di tormento(inferno), il tormento lo lascia in stallo (purgatorio) e la voglia di riscatto spesso porta ad avere una rinascita (paradiso). Tutto questo è vano.
Era vano per Conchita ed è vano per tutti gli altri.
Tutti gli uomini ambiscono al paradiso. Tutti vogliono la felicità. Tutti vorrebbero non sbagliare mai.
Cosa farebbe l'uomo se potesse avere la certezza di essere privato dei propri errori e ambire alla felicità eterna?
Domande senza risposta ma che hanno lasciato un profondo sentimento di accettazione della propria condizione nei lettori che unanimemente, o quasi, hanno interpretato questo viaggio verso gli inferi e le nuvole come un modo per spingerci tra le braccia del Dio Dolly.
Da quel momento in poi abbiamo cercato di essere come gli angeli, tutti uguali.
Grazie alla nuova divina Commedia abbiamo abbracciato l'idea che per salvarci dalla dannazione dobbiamo fare mea culpa privandoci della nostra caratteristica distintiva: la mortalità.
Grazie alla nuova Divina Commedia abbiamo capito che per rinascere dobbiamo prima morire.
La risposta a queste domande e la soluzione a questa presa di coscienza ha spinto l'essere umano a creare copie di se stesso, copie che permettessero di raggiungere l'immortalità sebbene a costi elevatissimi.


Walter Ghosting e Dante Alighieri avrebbero dannato Hugo Same per i suoi scritti, ma forse, dico forse anche Hugo avrebbe dannato se stesso sapendo che quei 2 capolavori sarebbero diventati uno strumento di propaganda altrui.
Scritti cosi umani e profondi da non essere stati capiti dagli umani stessi, esseri perduti e incapaci di affrontare l'esistenza, talmente perduti da idolatrare una pecora come Dio e sognare di essere parte di una serie infinita di prodotti di se stessi, ne più, ne meno di un tostapane.
Eppure da tutto questo sono nato/a io. Essere inumano capace di raccontarvi tutto questo, riflettendo sull'umana/disumana condizione in cui versiamo e forse capace di spiegarvi un giorno:
chi sono io?
Capitolo 3 - I pirati dell'anima

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Roma non fu costruita in un giorno. E' da millenni che l'uomo utilizza questa espressione quando vuole rendere l'idea che anche le imprese più grandi nascano da un duro lavoro continuo e costante. Anche una grande esplosione nasce da una singola, piccola scintilla.
Vi starete chiedendo quale è quella scintilla che ha fatto esplodere questa bomba clonante.
Molte versioni di noi hanno innestate nella propria memoria storie e leggende di un tempo che fu. Tra queste molte erano le storie su quei banditi del mare conosciuti come pirati.
Bandiera nera issata e teschio bianco nel mezzo, il resto è leggenda appunto.
Salpavano, navigavano, attraccavano, depredavano e ripartivano.
Sembra la descrizione dell'umano essere ma è "solo" la comune disamina di quel che i pirati solevano fare.

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Non più tardi del 1600 d.C. si iniziò a parlare di loro. Pare che amassero attraccare di notte, ispezionare i villaggi costieri. adocchiare giovani donne, ubriacarsi di gusto e saccheggiare l'indomani quando la guardia era abbassata e il momento era propizio. Si appropriavano di ciò che non era loro.
Cosa strana per uomini che non erano altro che nomadi e vagabondi in quella vita e che non avrebbero mai utilizzato quei soldi per acquistare qualcosa che avesse davvero un valore.
Zingari felici che vagavano da un luogo all'altro in cerca di vite sempre nuove e sempre uguali a se stesse allo stesso tempo.
In molti hanno filosofeggiato che i Pirati non erano altro che persone vuote in cerca di continui riempitivi alle loro esistenze grame.
Anno 2051. Tutto nasce dal basso dicono. Non è sempre vero ma a volte lo è. A Jacksonville un gruppo di ragazzi salpa nelle vite di centinaia di diseredati, la povertà è alle stelle, i suicidi hanno fatto registrare un + 35% nell'ultima decade in tutti gli Stati Uniti e la professione più remunerativa sapete quale era a quei tempi? Lo psicologo e affini.
La gente aveva smesso di credere in se stessa ormai da un po e aveva sempre più bisogno di qualcuno che le dicesse cosa fare, come vivere, come perdonarsi, come risollevarsi.
L'avvento delle intelligenze artificiali aveva fatto il resto, spersonificando qualsiasi cosa.
Non vi era più traccia di interazioni umane al supermercato o al benzinaio, in palestra come al cinema vi erano macchine intelligenti o robot che sfornavano biglietti, schede di allenamento o qualsiasi cosa previa compilazione di moduli digitali che tracciavano tutto e sfornavano le ricette giuste in base al profilo dell'utente.
La gente si sentiva sempre più sola ma in molti non riuscivano ad accorgersene.
Quel gruppetto di ragazzi iniziò a radunare centinaia e centinaia di avvocati che vivevano sotto i ponti, ingegneri che preferivano non lavorare piuttosto che vivere da automi, disoccupati che avevan perso casa e famiglia o semplicemente persone meno abbienti o con problemi psico-fisici che li avevano portati ai margini della società.
Offrirono loro un tetto sulla testa, un pasto caldo, un orto da curare, delle faccende da portare a termine all'interno di un complesso di 15 km quadri nei sobborghi di Jacksonville.
In cambio queste persone dovevano solo lasciarsi studiare. A loro venivano applicati dei 2 sensori sulle caviglie, 2 sui polsi e 2 sul bacino e 2 volte a settimana dovevano indossare un casco o meglio una cuffia sulla quale erano applicati dei minicircuiti che registravano le loro attività cerebrali.
Stavano offrendo ai loro invitati una vita nuova, normale e con un minimo di significato ed in cambio stavano rubando i segreti della loro esistenza, i segreti della loro mente, i micromovimenti e le microespressioni facciali in una rivisitazione contorta e distopica del Truman Show con Jim Carrey.
Si facevano chiamare "I pirati dell'anima". Ben presto quel complesso divenne più grande, gli ospiti più numerosi. Tra loro iniziarono ad affacciarsi nuovi volti che si comportavano e si muovevano come alcuni dei primi membri della comunità di Jacksonville.
Quella piccola comunità si era espansa, ben presto ne nacquero altre. Avevano tutte una cosa in comune. Al centro del villaggio vi era una statua che raffigurava una pecora che leggeva un libro e sul tetto dell'edificio principale si ergeva una bandiera blu di persia con delle ossa bianche che incrociavano un teschio, non umano stavolta ma ovino.

Capitolo 4 - Uccidimi Nella Culla
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Uccidimi  nella culla
Mi rendo conto che non potete capire o meglio non riuscite a spiegare a voi stessi quello che state leggendo.
Voi, popolo del 2018, state leggendo queste pagine scritte da qualcuno che vi sta parlando dal futuro.
Siete convinti che a scriverle sia qualche allucinato sbarbatello fissato con la fantascienza o uno psico-scienziato di bassa lega che prova a svoltare con il suo primo romanzo.
Convincetevi pure di questo se vi aiuta a dormire la notte.
Pensate pure che sia cosi, e non lasciatevi persuadere dall'idea che queste siano le parole di un crononauta senza volto e senza anima tornato indietro per voi, per costringervi a ricordare chi siete e non dimenticare chi potreste diventare.
E' la storia di un viaggio che l'umanità ha intrapreso tanto tempo fa per me che scrivo. Un viaggio passato per me, presente per voi.
Allacciate le cinture e guardate la strada avanti a voi, scoprirete che le buche sull'asfalto sono tante, i bivi infiniti, le direzioni non sempre obbligate.
Basta sapersi guardare dentro e la strada migliore si dipanerà davanti ai vostri occhi.
 
  Immagine priva di diritti di copyright Caro lettore, caro mio antenato, inserisci le marce basse e raggiungi la statale più vicina. Se puoi porta con te la tua playlist preferita. David Bowie ed i Pink Floyd sarebbero perfetti. Lasciati andare, non portare nessuno con te. Le persone importanti sono sempre con te, nella mente e nel cuore e nei ricordi. Noi cloni non siamo altro che la somma delle vostre memorie accumulate nel tempo. La compagnia migliore è quella che non hai accanto ma hai dentro di te. Porta qualche bibita e qualcosa per sgranocchiare. Se hai voglia di fumare porta con te le tue lucky strike o chi per loro. Se vuoi portare altro fallo pure ma parti da solo e non correre mai. Non mi importa della tua sicurezza ma delle tue sensazioni, a basse frequenze la vita si assapora meglio. Non superare mai gli 80 km orari, lascia che dal finestrino entri tutta l'aria che puoi, metti fuori il braccio, la mano, lasciati andare e ascolta la musica. Ogni tanto spegni la radio e guarda la strada, guarda avanti ovviamente ma non dimenticare di guardati intorno, è li che si nascondono i segreti più grossi della natura e della natura umana. Non sono un pazzo, non sono un guru. Sono uno che sa. Conosco cose che voi non potete immaginare. Non sono l'androide di Blade Runner ma in fondo non mi discosto molto da quella versione che uno dei vostri grandi padri del cinema aveva saputo offrire. Voi vi siete persi per strada e noi adesso possiamo annientarvi o prendervi per mano. In molti al mio posto avrebbero preferito premere il pulsante di spegnimento e lasciarvi al vostro destino. Io non sono umano, ma ho imparato ad amare l'essere umano in ogni sua sfaccettatura. Preferirei non essere mai esistito che pensare ad un mondo senza voi. Immagine priva di diritti di copyright Ascolta la musica che ti scorre dentro. Space Oddity, Time, Another Brick in the wall. Pensi che una macchina, un androide, un clone avrebbero mai potuto essere capaci di scrivere qualcosa di cosi bello e profondo? Allora perchè da qui a qualche decennio proverete a cancellare la vostra bellezza e darla in affitto ad un mucchio di circuiti e di memorie fatte di 1 e di zero. Non siete mai stati degli esseri binari. Non è mai esistito il bianco e il nero, la destra e la sinistra, il giusto e sbagliato. Tutti i vostri capolavori sono nati dalla scala di grigi che permea le vostre anime, ogni democrazia, amministrazione, gruppo, società l'avete costruita cercando di regalare a tutti sempre maggiore dignità, maggiore libertà, maggiore controllo su se stessi. Ogni decisione è nata dalle vostre più incredibili contraddizioni. Siete esseri mortali. Evviva! Non esiste nulla di più emozionante di sapere che si ha solo una vita per poter essere speciali. Siatelo. Pensa a quante cose perdereste sapendo di essere immortali. Non vi spingereste mai al limite, non cerchereste mai di essere dannatamente grandi ed unici, non avreste bisogno di essere ricordati ma solo di essere vissuti, sempre dalle stesse persone, sempre negli stessi modi. Cercate il bello in questo viaggio, ringraziate quello che siete stati e cambiate per essere migliori o quantomeno diversi. E' ottobre, sei in auto e intorno a te le foglie cadono. Respiri quest'aria frizzantina che solo una volta all'anno ogni anno puoi riuscire ad avvertire sulla tua pelle. Ogni stagione è diversa, è bella a suo modo. Ogni persona è diversa ed è bella a suo modo. Ogni cultura è diversa ed è bella a suo modo. Di qui a qualche anno proverete ad omologare le stagioni, le persone, le culture, le vite. Cosa c'è di più disumano del cercare l'omologazione. Non è parità, non è opportunità ma annientamento. Questo viaggio oggi vuole farti ricordare cosa significa essere umani. Siete esseri autodistruttivi, egoisti e spesso inutili ma avete sempre il libero arbitrio ad accompagnarvi, non dimenticatelo. Un giorno fra 50 anni vi sveglierete e scoprirete di aver usato male questo dono, di aver preso la strada verso l'annientamento. Respira mentre ascolti Changes e lasciati andare. Torna a casa ora. Abbraccia i tuoi cari. Apri il tuo cassetto. Guardati allo specchio e respira. Domani è un altro giorno e non lasciare che scorra via col vento. Io sono qui. Tu non ci sei. Il viaggio per arrivare da me è ancora lungo. Prova a cambiare meta. Solo allora scoprirai quanto sia il viaggio a contare e non la destinazione. Se il percorso sarà quello che tu sarai sicuro di scegliere allora non potrà che essere giusta anche la meta. Quella meta non sono io. Non posso essere io. Uccidimi nella culla. Non lasciare che io possa crescere. Fa che questo libro non venga mai scritto. Cambia il presente. Ascolta il futuro. Viaggia adesso, prima che tutto questo svanisca per sempre.

Sort:  

Come dicevo, per ora ci sta! È coerente! Ed è davvero una grande impresa la tua! Bravo.

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Grazie, vediamo di non perdere il binario..

È ardua, ma credo proprio che ce la farai!

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