La Foresta che Fu

in #ita6 years ago

Sulla riva del fiume Thotuning la nostra Nedelya cantava con il suo violino appoggiato sulla spalla destra che emetteva suoni strudenti, simili a dei lamenti di Cinghialeoni, creature chiassose e letali che si aggiravano sornione nella natura desertica della foresta che fu. La foresta che fu era stata devastata anni addietro dalla potenza della magia Calda di ShadowFlame, portando via per sempre i lamenti dei cinghialeoni, il profumo delle margherose e il colore blu degli Alberi di Cielo di quella foresta.

Nedelya aveva udito delle storie sulla foresta che fu e sui Cinghialeoni e tra le sue storie preferite, quelle che narrava, vi erano rielaborazioni delle leggende che sua nonna Bedelya le amava raccontare davanti al fuoco del loro camino.

Il fiume Thotuning era un fiume che i Bardi non frequentavano molto, un po per paura che qualche Cinghialeone si aggirasse ancora da quelle parti e un po perchè le acque del fiume Thotuning erano piene dei residui della magia calda di ShadowFlame.

Nedelya che era si una chiacchierona ma anche temeraria amava passare le giornate in compagnia del suo violino su quelle sponde. E cosi un giorno mentre cantava le gesta di Syvar il suo occhio fu sorpreso nel catturare un immagine di un groviglio in riva la fiume, un groviglio di rami lei pensò ma incuriosita alla riva si fiondò.

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Con sua grande sorpresa non si trattava di rami ma di corna, corna di cervo, cosi intrecciate da formare una sorta di corona. La corona era grande, gigantesca ma il cerchio che essa formava era molto piccolo, talmente piccolo da poggiarsi comodamente sul capo di Nedelya, la quale la indossò e per un attimo si senti regina.

La corona era troppo grande per portarla in giro e visto che la dimora dei Bardi era abbastanza lontana Nedelya decise di nascondere e custodire quel groviglio di corna nella foresta che fu.

In pochi ci erano tornati da quando ShadowFlame l'aveva rasa al suolo ma a Nedelya il coraggio non mancava e cosi si addentrò nella foresta che fu in cerca di un posto dove nascondere la corona.

Non si era mai addentrata nella foresta che fu e quello che vide la riempi di tristezza e per la prima volta nella sua vita provò dell'odio, del puro odio per chi aveva avuto il coraggio di uccidere quella natura cosi beata, cosi incontaminata, cosi pura.

Laddove prima vi erano alberi oggi ci sono pavimenti di pietra, quelli che erano ruscelli oggi sono letti aridi, laddove sorgevano arcobaleni ora vi trovava stalattiti di argilla.

La terra era cosi piatta da sembrare una tavola abbandonata, l'aria era cosi umida da bagnare i capelli viola della piccola Nedelya. Non vi era posto per la corona e cosi Nedelya iniziò a scavare a mani nude fra la pietra grigia che aveva sostituito le collinette di margherose.

Scavò ininterrottamente per 20 minuti quando riuscì finalmente a creare una piccola fossa grande abbastanza per poggiarvi la corona.

Volle scavare ancora un pò per dare respiro al suo nuovo portafortuna. Sarà stato il destino ma quella decisione le permise di scovare un tesoro, scoprire un segreto. 

La foresta che fu non era altro che un paesaggio lunare ormai ma sotto di essa vi era qualcosa, vi era la foresta che fu per quello che era ma nessuno si era mai preoccupato di cercarla.

Come una novella Atlantide la foresta che fu aveva sommerso se stessa proteggendosi dalla Magia Calda di ShadowFlame.

Fu allora che Nedelya diede fondo a tutte le sue energie e scavò a tal punto da creare uno scorcio fra le 2 foreste.

Vi scivolò dentro come se avesse trovato un tubo nel quale lasciarsi andare. Cadde in piedi con la corona a piombare su di lei e fu in quel momento che provò la gioia più grande del mondo scoprendo davanti ai suoi occhi quel mondo che nonna Bedelya le aveva raccontato mille volte davanti al camino.

La foresta apparve in tutto il suo splendore. 

I Cinghialeoni erano li, placidi come cagnelli e accorsero subito per salutarla e portarla in giro come una regina.

Quel luogo magico non aveva re o regine ma aveva tutta l'aria di stare aspettando il proprio salvatore o magari la propria salvatrice.

I Cinghialeoni le mostrarono il lago di acero dove si abbeveravano i cavallotauri. I famosi arcobaleni di rugiada apparivano ovunque e le collinette di margherose fungevano da cornice ad ogni prato delle speranze.

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Non vi erano uomini ne umanoidi ma solo natura e specie animali mai viste. Gli uccelli non cantavano ma suonavano, i pesci avevano le zampe e vivevano sugli alberi di alghe. Non c'era cattiveria in quel mondo e gli animali si cibavano di piante solidali, piante che crescevano dall'orto della Benevolenza e avevano 4 gambi verdi sui quali poggiava una rotonda foglia gialla succosa come una pesca cinta da una carota morbida che formava un sorriso. Le piante solidali avevano il ruolo di cibare gli abitanti della foresta ed erano felici di farlo, nascevano per questo.

Nedeleya era meravigliata da tutto ciò e dall'accoglienza che le era stata riservata.

Decise di restare ancora un po e di visitare in lungo e largo la foresta sommersa.

Sapeva che quel luogo sarebbe stato la sua nuova casa. Non aveva nessuno ad attenderla se non il suo fido e cicciottello amico Saphid. Decise di restare nella foresta per qualche giorno e che avrebbe poi lasciato la corona ai Cinghialeoni o magari ai Fenippopotami.

Fu cosi che trascorse 3 giorni di giubilo, cibandosi delle piante solidali e ridendo insieme ai suoi nuovi amici.

Trascorsi 3 giorni lascio li la corona e risalì su per il tubo.

Era radiosa Nedelya, lo era davvero per la prima volta dopo tanti anni.

Ancora sorrideva quando il suo capo ritornò in superficie. Poggiò le mani sul tubo per farsi forza e risalire quando alzò il capo e vide una nuvola di fumo rosa alzarsi dalla valle dei Bardi. Quella nuvola non si era mai vista oltre il mare che separa i 2 imperi, era la nuvola della Notte, un'altra leggenda che stava divenendo realtà. Una leggenda che non lasciava scampo a nessuno, chiunque respirasse l'aria rosa della nuvola veniva trasformato in una nuvola. Fu allora che Nedelya capì che il suo amico Saphid era letteralmente volato in cielo ed era pronto a raggiungerla.

Fu cosi che Nedelya si precipitò nuovamente lungo il tubo e scivolo nella foresta sommersa. Chiese ai Castoarieti di chiudere ogni passaggio e di prepararsi. La nuvola stava arrivando e non doveva penetrare nella foresta sommersa.

Stavolta ci sarebbe stata Nedelya a proteggerla, lei e la sua corona. Tornò dai Fenippopotami per riprenderla e si accorse che quel groviglio di corna era appena diventato un groviglio di fiamme.

Non si fece impaurire dalle fiamme e indossò la corona. Il suo capo non bruciò ma i suoi occhi e la sua anima si, pronti ad affrontare ogni tempesta rosa stesse arrivando nella speranza di sommergere il Male e far riemergere la foresta sommersa.

Il Bene trionfa sempre le diceva nonna Bedelya. Ci aveva creduto per tutta la vita a quella frase ma adesso vacillava la sua fede in quelle parole. Nonostante tutto chiuse gli occhi, ripetè 10 volte quella frase a se stessa e si innalzò sulla collina di Margherose

Nel frattempo i tuoni di acciaio roboavano nel mondo emerso,

la tempesta stava arrivando, 

nulla sarebbe stato al sicuro, 

nulla sarebbe stato come prima.


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