Inside NBA Playoff: Eastern Conference

in #ita6 years ago

Il 14 aprile scorso hanno avuto inizio i Playoff NBA 2018.

La caccia all'anello è apertissima e mai come quest'anno sono tante le soprese che la Regular Season ci ha regalato.

Dopo un triennio in cui la finale è stata sempre la stessa (Cleveland Cavaliers - Golden State Warriors) e la leadership nelle rispettive conference non è mai stata messa in discussione, quest'anno sembra essere arrivata una ventata di freschezza tanto necessaria quanto inattesa.

La sorpresa dell'anno si è palesata nella seconda parte di stagione dove i giovanissimi Philadelphia 76ers sono riusciti ad inanellare ben 15 vittorie consecutive nelle ultime 15 di RS portando i ragazzi di Brett Brown al terzo posto di conference.

Hanno stupito le esclusioni dei Charlotte Hornets del proprietario Michael Jordan e l'ennesima disfatta dei Detroit Pistons di coach Van Gundy che nonostante l'approdo del muscolare Blake Griffin a febbraio non è riuscita a raggiungere i Playoff

I Boston Celtics si aggiudicano la palma di squadra più sfortunata dell'intera stagione dopo gli infortuni di Hayward, Irving e Smart. 

Eviterò pronostici e analisi approfondite sugli accoppiamenti (Per approfondimenti vi rimando al contest che ho promosso sulla NBA (https://steemit.com/ita/@serialfiller/contest-playoff-nba), soffermandomi maggiormente sulle speranze, potenzialità e obiettivi delle 8 squadre presenti ai Playoff.

Toronto Raptors

Partiamo dai vincitori della Conference. Nessuno avrebbe immaginato di trovare i canadesi davanti a tutti dopo le 82 partite di RS eppure eccoli li. Unici ad essere nella top 5 difensiva ed offensiva come team, si presentano ai Playoff con l'obiettivo di centrare la finale. Il loro ostacolo maggiore indossa la maglia numero 23 e con ogni probabilità sarà l'avversario dei Raptors in semifinale. Superare lo scoglio Lebron James vorrebbe dire raggiungere le finali di conference da favoritissimi e dunque vedere vicinissime le Finals contro la vincente ad Ovest. Tutto passerà da lì. A prescindere da quale dovesse essere la cavalcata che gli uomini di Casey faranno ai Playoff sarà stata comunque l'annata più bella e incredibile dei canadesi che oltre a battere il record di vittorie in RS hanno anche ottenuto la qualificazione da numero 1 per la prima volta nella loro storia. Merito di una squadra compatta e rodata con Lowry, De Rozan, Ibaka e Valanciunas a costituire un ingranaggio perfetto sui 2 lati del campo ma merito soprattutto di coach Dwayne Casey che è riuscito ad alzare ulteriormente l'asticella e meriterebbe senza dubbio il premio di miglior allenatore dell'anno. Dovrà battere una concorrenza spietata composta da Snyder dei Jazz, Stevens dei Celtics, D'Antoni dei Rockets e Brown dei 76ers ma direi che sarebbe cosa e buona giusta regalare a coach Casey questa soddisfazione.

Boston Celtics

Riuscirà Brad Stevens a inventarsi qualcosa di strabiliante e spiazzare nuovamente i suoi avversari? Nonostante la stima pressochè illimitata stima verso il coach biancoverde sembra impossibile poter arrivare in fondo, anzi superare il primo turno contro i Bucks di Antetokoumpo sarebbe da considerarsi un'impresa titanica. 

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Perdere il tuo giocatore di punta dopo 5' della prima gara di campionato e perderlo per tutta la stagione è stata una batosta che in pochi sarebbero riusciti ad assorbire. I Celtics non solo sono riusciti a rialzarsi ma per quasi tutta la stagione erano riusciti a restare in testa mettendo dietro di se squadroni come Cleveland e Toronto. Purtroppo è arrivato il KO per il resto della stagione di uno dei candidati MVP del 2018, quel Kyrie Irving che ha dimostrato di essere un vero leader, un fenomeno anche lontano dall'ingombrante talento di Lebron James. Come se non bastasse anche il sesto uomo dei Celtics ha dovuto dare forfait ai Playoff, parliamo del duttile Marcus Smart che in molti reputano uno dei migliori difensori del torneo. Una sequela di sfortunati infortuni a cui Stevens ha sempre risposto con accorgimenti tattici sorprendenti ed efficaci, fino a riscoprire 2 talenti in declino come Monroe e Marcus Morris e a fornire responsabilità immani a Terry Rozier, il piccoletto che a inizio anno era dietro Irving e Smart nelle gerarchie e ora dovrà guidare il reparto di point guard di Boston. Servirà un miracolo, ma se esiste una franchigia che può realizzarlo è proprio Boston.

Philadelphia 76ers

#TrustTheProcess

Dopo anni passati a fare incetta di prime scelte al draft, dopo anni di delusioni e ultimi posti nella conference i tifosi della città dell'amore fraterno possono gioire. Raramente si era vista una squadra passare dai bassifondi ai vertici in pochi mesi. Merito di tanti fattori, una sinergia di intenti e prestazioni che hanno portato al miglior risultato di Philly dai tempi di Allen Iverson. La squadra di Brett Brown ha chiuso con 15 vittorie consecutive la stagione grazie ad un ritmo infernale e l'apporto del nostro Marco Belinelli che con la sua esperienza sta portando punti dalla panchina e tiri pesanti dall'arco.

La stagione dei sogni è stata frutto della prima annata da giocatori "sani" per due ex prime scelte come Joel Embiid e Ben Simmons. 2 giocatori che si sono dimostrati veri fenomeni, 2 All Star immediati grazie ai quali Philadelphia può sognare da subito e sperare di essere da anello entro pochissimo tempo. E pensare che manca ancora all'appello la prima scelta assoluta al draft di quest'anno, quel Markelle Fultz anch'egli vittima di un serio infortunio a inizio anno e ancora fuori dalle rotazioni che contano. 

Il merito della stagione dei sogni è stato anche se non soprattutto della dirigenza capitanata da Sam Hinkie e Bryan Colangelo, che hanno avuto la lungimiranza di aspettare Simmons ed Embiid e la lucidità di pescare dal mercato veterani solidissimi come Amir Johnson, JJ Redick e il nostro Belinelli.

L'accoppiamento ai Playoff potrebbe essere stato benevolo. Arrivare in finale di Conference non è mai stato cosi vicino.

Cleveland Cavs

I Cavs hanno deluso e lo hanno fatto sin dall'inizio e su tutti i fronti. Dapprima separandosi dal secondo violino Kyrie Irving, poi rinnegando quella trade con la cessione di Isaiah Thomas e infine rivoluzionando un roster con l'arrivo di Hood, Nance, Hill e Clarckson. Tutto ruota, come sempre, intorno a sua maestà Lebron James. E proprio "The King" l'uomo da battere quest'anno, un gigante per tutta la regulars season durante la quale il prescelto ha annichilito ogni statistica, migliorato una serie di record personali e all time e raggiungendo sempre maggiore onnipotenza. A 33 anni il suo dominio fisico e tecnico sembra non avere limiti. Se basterà non possiamo saperlo ma è certo che da questi Playoff passeranno anche le chance di rifirmare LBJ anche per il prossimo anno. L'ostacolo semifinale potrebbe essere più grande di quello potenzialmente affrontabile in finale. 

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Indiana Pacers

Una delle sorprese della stagione è stata senz'altro Indiana. In estate sarebbe stato più facile trovare un ruscello nel deserto che un parere positivo sulla trade che aveva portato la stella Paul George alla corte degli Oklahoma City Thunder in cambio di Victor Oladipo e Domantas Sabonis. A distanza di 10 mesi dalla trade troviamo i giovani Pacers a quota 48 vittorie e con un quinto post nella conference, capitanati da un Oladipo candidato serissimo al premio di Most Improved Player, fresco di prima convocazione all'All Star Game di Febbraio e assurto a uomo franchigia in tutto e per tutto. Impensabile a inizio stagione, un'annata che per molti sarebbe stata di tanking sfrenato. Ai Playoff i Pacers se la vedranno con i blasonati Cavs del prescelto. Riusciranno a sorprenderli? Gara 1 ci ha detto che l'impresa è possibile.

Miami Heat

I ragazzi di coach Spoelstra han dimostrato di essere solidi come rocce anche quando la loro roccia per antonomasia, Hassan Whiteside, ha dimostrato limiti mentali e comportamentali evidenti. Una squadra senza stelle ma con un'organizzazione di gioco invidiabile che ha esaltato finalmente il talento cristallino di Goran Dragic. Prima convocazione all'All Star Game per lo sloveno e prima stagione da stella da quando è approdato NBA. La sfida con Philadelphia rischia di essere combattutissima anche se gli uomini di Brett Brown sembrano infermabili. Se c'è una squadra in grado di limitare il gioco altrui e fermare il talento dei giovani Simmons ed Embiid quella è Miami.

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Milwaukee Bucks

Stagione travagliata per i Bucks. Doveva essere l'anno della riscossa. Obiettivo minimo centrato, quei tanto agognati playoff che mancavano da tempo. La società ha fatto sforzi enormi per assemblare una squadra non solo giovane ma competitiva. All'esplosività e l'onnipotenza cestistica del greco Giannis Antetokoumpo è stato affiancato il dinamismo e la ferocia tecnica di Eric Bledsoe. I due sono sembrati subito piacevolmente in sintonia. Middleton ha vissuto la sua miglior stagione e Jabary Parker da qualche settimana è rientrato nelle rotazioni. Il rookye of the year 2017, Malcom Brogdon, si è confermato a buoni livelli e John Henson è finalmente tornato ai livelli di qualche anno fa. Eppure la squadra non è andata oltre il settimo posto e coach Jason Kidd è stato esonerato. Non è cambiato moltissimo e ai Bucks sembra mancare la panchina, pochi punti e atletismo dalle seconde linee. Mancanza letale a certi livelli. Con una Boston decimata ci vorrà il migliore Antetokompo di sempre, The Greak Freak dovrà superarsi. 

Washington Wizards

Nella capitale speravano di essere nella situazione che vive adesso Toronto. Le 2 squadre per anni sono andate a braccetto, allestendo squadre forti e interessanti a cui mancava però sempre lo step decisivo per essere da titolo o almeno da lotta. Toronto vi è riuscita, i Wizards no. Non può essere solo colpa del lungo infortunio del playmaker John Wall. Beal ha fatto gli straordinari ma Porter e Oubre non sono andati oltre un lieve miglioramento delle loro prestazioni. Satoransky ha ben assorbito il ruolo di playmaker titolare ma è stato lontano dai fasti del capitano. Gortat sempre ruvido e disciplinato ma sta inevitabilmente calando. La second unit vero anello debole. Per i Wizards si rischia una precoce eliminazione proprio con i gemelli di Toronto.


Nei prossimi giorni arriverà l'analisi della Western Conference.

E voi che sensazioni avete per questi Playoff.

Posso solo dirvi: 

I LOVE THIS GAME!


Sort:  

I play-off ad East sono apertissimi: lo ha dimostrato il pareggio sull'1-1 degli Heat al Wells Fargo Center di Philadelphia di questa notte. La squadra più in forma del momento, e forse anche troppo stanca per come si è chiusa la Regular Season, ha ceduto tra le mure amiche contro una squadra "onesta".
Questi play-off mi sembrano molto incerti
...e sempre più appassionanti!!!

Su Phila ho grandi speranze ma son sicuro che potrebbero implodere. Passare dalla lottery al ruolo di outsider ai Playoff potrebbe essere un boomerang specie contro una squadra organizzatissima come Miami.
Ho visto domenica Utah - OKC e Cavs - Pacers. Playoff incertissimi quest'anno. Partite pazze o equilibrate molto più che negli altri anni. GSW si sta dimostrando macchina da Playoff

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