La musica è una macchina per sopprimere il tempo

diceva Claude Levi Strauss.

E chi più dei Pink Floyd ha identificato la propria musica con il concetto di tempo?

Tempo come mortalità, superamento di esso come immortalità. Musica come strumento per raccontare sentimenti ed emozioni universali ma inesprimibili.

Difficile stilare una classifica dei loro pezzi migliori, impossibile "ingabbiare" la loro arte in qualcosa di schematico e chiuso.

Proverò a darvi un'idea di quali sono le 10 canzoni che per me rappresentano musica, emozione, ritmo, poesia e sentita commozione fra quelle del gruppo britannico, conscio che non basta un post per raccontarli.

Ho gia parlato di loro qui. Se non lo avete letto ancora mi piacerebbe se lo faceste, se siete interessati a farlo ovviamente.

Ecco a voi le 10 canzoni dei Pink Floyd che reputo essere ineludibili al cuore e all'orecchio di un vero appassionato.

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#10 - Brain Damage/Eclipse - 1973 (The Dark Side of the moon)

Formalmente parliamo di 2 canzoni ma la storia ci ha insegnato ad interpretarle come un unico splendido pezzo che chiude quello che è probabilmente l'album più iconico della storia della musica.

La solita grande musica e una chicca finale che come in un concerto vede tutti i componenti della band lanciarsi in un assolo vocale armonioso con tutte le voci a liberarsi del peso portato sulle spalle fino a quel punto, con dei brani impegnati e complessi che sono diventati leggenda.

#09 - Shine on Your Crazy Diamond - 1975 (Wish You Where Here)

Senza Syd Barret non sarebbe esistito questo pezzo. Eppure Barrett non era più membro della band da un po, ma questo lunghissimo brano parla di lui, è tributo a lui. Una musica celestiale, lunghissima ed evocativa.

Una musica che trascende ogni cosa. Un singolo pezzo diviso in 9 parti ognuna funzionale ad un racconto poetico e divinamente massacrante in cui il vecchio abbraccia il nuovo e il terreno incontra l'eterno. Wright al piano e Gilmour alla chitarra fanno cio che vogliono, letteralmente, inseguendosi come 2 ballerini sulla pista da ballo.

#08 - Pigs (Three Different Ones) - 1977 (Animals)

Nel pezzo dell'album che divide gli uomini in 3 categorie animali (cani, maiali e pecore) è questa canzone a fungere da spartiacque. In essa viene racchiusa tutta l'anima dissacrante di Roger Waters e non è un caso che nei suoi concerti questa canzone abbia un ruolo centrale, un ruolo di denuncia e disprezzo dell'autorità intesa come mano ingiusta che piove dall'alto. Uomini come maiali pronti a divorare tutto e tutti per il proprio soddisfacimento personale, un'ingordigia che viene ovviamente sottolineata e ricoperta di accuse e derisioni.

#07 - Money - 1973 (The Dark Side of the moon)

Altra perla di The Dark Side of the moon.

Incipit di tanti film e serie tv, un intro che non potete non aver sentito almeno una volta nella vita.

I soldi al centro della scaletta dell'album e dei loro concerti come metafora di un mondo al cui centro di tutto ci sono sempre loro: i soldi.

Ancora Gilmour mattatore, ancora una canzone senza ritornello. Ennesimo capolavoro da consegnare ai posteri.

#06 - The Great Gig In The Sky - 1973 (The Dark Side of the moon)

Come far sognare senza dire una parola.

Chiudete gli occhi e ascoltate The Great Gig In The Sky. 

Volerete in orbita. Sarete tranquilli. Sereni. Riappacificati. Come essere in un luogo sacro rimanendo saldamente a terra. La voce di Clare Torry con i suoi acuti celestiali fa il resto.

Un brano trascendentale, nel vero senso della parola.

#05 - Mother -1979 (The Wall)

Non si può capire questa canzone senza capire chi è Roger Waters.

Un uomo nato senza padre, morto durante la seconda guerra mondiale in Italia, che è diventato leader laico di un mondo alla rovescia. Pacifista e idealista come pochi ha provato in questa ballata ad improvvisare un dialogo tra un figlio di quel tempo e una madre di quel tempo, provando a capire tra domande retoriche e risposte mai arrivate quale fosse il vento che gonfiasse le vele del mondo e quale fosse invece il piccolo soffio che l'uomo potesse fare per creare il proprio vento, nella propria direzione.

La batteria di Jeff Porcaro genera un ritmo che pare nasca da colpi inferti sul velluto.

#04 - Comfortambly Numb - 1979 (The Wall)

Quella musica che parte quando in "The Departed" di Martins Scorsese i personaggi interpretati da Vera Farmiga e Leonardo di Caprio si abbandonano a momenti intimi non poteva che essere Comfortambly Numb.

Romantica e disperata, dolce e squarciante. Una ballata anche questa, molto più rock e solo apparentemente più leggera.

Si parla d'amore ma senza parlarne mai, come sempre si parla di vita, di emozioni, di illusioni.

Non è un caso che come Mother anche qui siamo all'interno di The Wall e siamo ancora all'interno del binomio Waters-Gilmour. Parole del maestro, assolo di un altro maestro. 2 giganti che si incrociano senza sfiorarsi mai dando vita ad attimi di folgorazione.

#03 - Wish You Were Here - 1975 (Wish You Were Here)

Tratta dall'omonimo album è questa forse la canzone più coverizzata di ogni epoca.

Dagli Incubus ai Radiohead, passando per Audioslave e Limp Bizkit ci han provato in tanti ma noi ascoltatori come figliol prodigi della muscia torniamo sempre all'ovile a riascoltare la versione originale, quella che squarcia il cielo e spezza il cuore.

 We're just two lost souls
Swimming in a fish bowl
Year after year
Running over the same old ground
And how we found
The same old fears
Wish you were here 

Devo davvero aggiungere altro?

#02 - Another Brick In The Wall - 1979 (The Wall)

Trovatemi un essere umano che abbia più di 30 anni e non abbiamo ascoltato mai il coro di bambini che spacca questa canzone. Vi regalerò 10 SBD se riuscirete a scovarne almeno uno.

5 milioni di copie nei soli Stati Uniti per questo pezzo e un posto per sempre nella storia della musica.

Poco riconducibile alla discografia dei Pink Floyd per stile e musica ma paradossalmente è diventato l'inno di una generazione, un inno disperato di protesta e ribellione.

#01 - Time - 1973 (The Dark Side of The Moon)

Ho definito Time la canzone che farei ascoltare ad un alieno appena arrivato sulla terra per dissuaderlo dallo sterminarci.

Testo?

Inimitabile, universale, immortale.

Musica?

Emozionante, commovente, straziante.

Genialità al servizio dell'umanità.

Volete capire davvero cosa rappresenta Time?

Ascoltatela e magari tenete sotto mano la traduzione del testo.

Fatemi sapere quando un brivido vi correrà lungo la schiena.

Ho provato l'impossibile. Non è infatti auspicabile che un essere mortale come me possa dare una vaga idea di quanto siano immortali questi ragazzi.

Spero di avervi quantomeno spinto a riascoltare o ascoltare questi pezzi e riscoprire l'arte e la poesia dei Pink Floyd.