Gocce di ruGiada

in #ita6 years ago

Erano passate ore da quando Giada era rimasta inerme sulla spiaggia ad ascoltare il mare ma soprattutto i suoi pensieri, le sue sensazioni.

Quel nodo alla gola la stava stringendo fino a soffocarla. Nella sua testa rimbombava sempre lo stesso rumore assordante, quello di suo padre che tra i cartoni giaceva senza vita mentre la metropolitana partiva con la sua prima corsa mattutina, nell'indifferenza generale.

Decise di rincasare e fermarsi a pensare. Il corpo di suo padre era diretto nel paesino natale di Carlo, dove tutto aveva avuto inizio e dove ormai solo Giada era solita trascorrere qualche momento nella piazzetta con gli amici e tra i negozi del centro.

Mamma Emma e la sorella Adele si erano occupate dell'organizzazione dei funerali e della burocrazia, un'ulteriore piaga in momenti cosi tragici.

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Lei aveva preferito restare a casa a non fare nulla, ad attendere.

Qualche anno addietro aveva deciso che il suo futuro sarebbe stato vivere nel passato.

Non aveva fatto i conti con il presente e ora la vita la stava costringendo ad aprire gli occhi.

Niente futuro, niente passato.

C'è un genitore da seppellire.

C'è un padre dimenticato da ricordare.

In molti avevano provato a contattarla in quei giorni. Cugini, amici, parenti lontani l'avevano cercata, anche solo per capire cosa potessero fare per lei in quel momento.

Giada aveva educatamente rifiutato ogni aiuto e ogni conforto.

Aveva preferito restare in riva al mare dei ricordi, quelli belli e fieri della sua vita con papà Carlo.

Quando rientrò in casa quella sera le venne come l'esigenza di condividere il suo dolore con qualcuno. Nessuno avrebbe potuto capire si ripeteva. nessuno avrebbe potuto mai concepire quanto grande fosse il suo dolore e quanto deflagrante fosse quella bomba chiamata senso di colpa che in lei dimorava da 2 giorni.

Fu allora che realizzò che al mondo forse solo una persona sarebbe stata in grado quantomeno di ascoltarla senza cadere in facile convenevoli o frasi di rito.

Con mano tremolante prese il suo smartphone e scorrendo la rubrica chiamò Paolo, un suo caro amico d'infanzia che 3 anni prima in un brutto incidente d'auto aveva perso Serena, l'amore della sua vita.

Gli chiese se fosse stato disponibile a passare qualche minuto con lei, in riva al mare, in attesa che suo padre fosse tornato. In attesa che il presente si fosse palesato alla sua porta, costringendola a svegliarsi da quel torpore che da troppo tempo la attanagliava.

Paolo accettò di incontrarla e circa 40 minuti più tardi la raggiunse.

Portò qualche birra e dei cannoli siciliani. Disse che in quei momenti la vita non deve fermarsi ma deve palesarsi ai nostri occhi.

Passarono ore insieme a parlare di quanto fosse stato atroce perdere Serena e papà Carlo in quel modo, senza preavviso. La morte è definitiva, l'uomo può essere immortale disse Paolo. 

Se te lo permetterai tuo padre vivrà per sempre, almeno finchè anche tu vivrai. I ricordi sono come gocce di rugiada dopo una pioggia intensa. Che tu voglia o no riemergeranno dal terreno

Furono queste parole di Paolo a devastare ma al tempo stesso sollevare l'animo di Giada.

Ultimo sorso di birra e quell'incontro sarebbe terminato.

Mamma Emma aveva telefonato qualche minuto prima per comunicarle che il feretro era appena stato imbarcato su un traghetto a Reggio Calabria e che di lì a qualche ora sarebbero rientrate a casa.

Il presente stava arrivando, accompagnando il passato verso il futuro della vita di Giada.

La sua vita sarebbe stata diversa da quel momento in poi ma grazie alle parole di Paolo aveva realizzato che da un grande dolore può nascere una enorme consapevolezza di se stessi, delle proprie radici e dei valori da portare avanti. Sarebbe stata la sua missione d'ora in poi. Vivere una vita onorando quella di papà Carlo.

Un sognatore distrutto dalla realtà.

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