Data di scadenza

in #ita6 years ago

Alcuni affermano che il genere umano è cosi straordinario, cosi sublimemente imperfetto grazie o a causa della sua mortalità.

Tutti agognano l'immortalità, l'eterna giovinezza ma se avessimo essa saremmo cosi affamati di nuove scoperte, di progresso, di successo?

L'immortalità, dicono loro, sarebbe un freno alla ricerca della felicità, che rinvieremmo continuamente sapendo di poterla cercare in eterno.

La nostra finitezza, invece, ci spinge a cercare la pace, un senso a questa piccola vita che abbiamo a disposizione.

Bellissima teoria, molto condivisibile ma impossibile da testare visto che nessuno al mondo è e sarai mai immortale.

Dobbiamo dunque convivere con la nostra caducità, con la nostra complessità limitata e fare i conti con un'inevitabile e sconosciuta data di scadenza, che come una spada di Damocle pende sul nostro capo, giorno dopo giorno.

Da piccoli non ci pensiamo, da giovani non la avvertiamo, dopo i trentenni il pensiero ci sfiora ed ogni volta ci deprime, in età adulta ci facciamo i conti, durante la vecchiaia ci rassegniamo.

Tendiamo a pensare che non possa accadere mai, finchè un giorno siamo ad un funerale di un nostro caro amico o riceviamo una chiamata da un fratello, da una sorella, da un genitore per ricevere una brutta notizia su un nonno, uno zio o altri cari.

Solo a quel punto realizziamo di quanto chi diamo per scontato non vivrà in eterno, solo allora capiamo che prima o poi cadremo tutti come birilli e presto o tardi toccherà anche a noi.

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Piangeremo i nostri caduti, qualcuno (forse) piangerà di noi.

E cosa resterà di questo passaggio? Cosa resterà di noi?

E' importante?

Per alcuni è l'unica cosa importante.

Per altri l'unica cosa che conta è sfruttare al massimo ogni giorno passato sulla terra.

Ma che significa esattamente?

Cosa vuol dire "vivere al massimo"?

Vivere una vita di eccessi? Viaggiare? Innamorarsi? Avere una bella famiglia? Costruire ponti? Dedicarsi al prossimo? Acquisire potere? Avere successo professionale? Scalare montagne altissime?

Ad ognuno il proprio senso della vita o meglio, ad ognuno la propria rincorsa verso un senso della vita che forse non esiste davvero.

La vita è costellata di delusioni e di memento mori.

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Questo ci spinge ad essere persone migliori o ad essere persone che provano a migliorare la propria condizione? Nel primo caso potremmo definirci altruisti e nel secondo egoisti?

E chi lo dice che è sbagliato essere egoisti ed è giusto il contrario o viceversa?

Siamo padroni del nostro destino. O forse no?

Un giovane brillante costretto a lavorare dal McDonald's per pagare le bollette è forse artefice del proprio destino?

Una giovane madre a cui viene diagnosticato un tumore terminale che controllo ha sulla propria vita?

Un imprenditore massacrato da tasse e costretto a ricorrere agli strozzini cosa dovrebbe dire in merito a questa sentenza che spesso ci sentiamo urlare contro come grande verità?

Un ragazzo cresciuto dove lo stato e la società civile è assente avrà deciso di spacciare consapevolmente o sarà stato il destino a scegliere per lui?

Un bambino nato in un villaggetto del terzo mondo vessato da guerre, malattia e miseria che muore denutrito che cosa potrà mai aver deciso per sfuggire a quella condizione?

La data di scadenza è li, per tutti noi, sul retro di questa vita confezionata che non sappiamo vivere e per cui nessuno ci ha venduto un libretto di istruzioni.

Siamo esseri mortali, travolti dalle circostanze pronti a dare un senso alle nostre azioni, a convincerci delle nostre scelte, ad imporci quello che gli altri ci impongono ed ingannando noi stessi credendo di ingannare la morte.

Corriamo, corriamo verso qualcosa che potremmo inseguire più facilmente stando fermi.

Tutto, anche questo post, è fumo.

E' fumo negli occhi per provare ad ingannare il tempo quando invece il tempo vorremmo fermarlo, rubarlo, scipparlo a chiunque e ovunque possa regalarcelo per provare vivere al massimo, viaggiare, innamorarsi, costruire.

Finiamo inevitabilmente per comprimerci in una vita disinnamorata, disillusa, ferma e piatta.

Lo facciamo come se fossimo servi di quel dittatore che il tempo, che impassibile ci osserva e decide quando essa verrà, quella data di scadenza che tutti temiamo ma che come un lampo in una notte d'estate inevitabilmente cadrà.

E voi, quando scadete?



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Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.



Attenzione!

Leggere i miei post può creare dipendenza!


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Ogni tanto esci fuori con questo post veramente profondi e toccanti, in cui riesci a smuovere tutta una serie di sensazioni ed emozioni potentissime, grande @serialfiller

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Grazie caro mad.
Son post spontanei e per me importanti.
Son felice che vengano apprezzati e sarei ancor più felice se gemerassero discussione, cosa sempre più difficile purtroppo su questa piattaforma.

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A me piacerebbe parlarne, ma non è facile affrontare certi argomenti. Hai per caso letto i miei post su Allan Kardec e su Chico Xavier? Se sì, cosa ne pensi?

No, se mi giri link su discord leggo volentieri

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Cercali nel mio blog, sono fra gli ultimi, li trovi subito

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Io continuo con il mio pensiero su di te, sai già qual è

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Lo so.
Mi lusinghi.

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Una bomba di post. Ho provato tantissime cose diverse leggendolo...
Siamo esseri affamati di tempo.

Troppo troppo buona.
Siamo affamati di tempo, ma il tempo si fermerà per noi prima o poi.
Ahimè.
Ti aspetto al contest allora!

Non ti nascondo che mentre leggevo mi è salito un groppo in gola, di quelli che vengono perché già hai fatto anche tu mille volte gli stessi pensieri.
Panta Rhei.
Tutto scorre, tutto passa, tutto fluisce, tutto finisce. Homo faber? Non lo so. Sono più dell'opinione che Fata volentem ducunt nolentem trahunt.
Non è per fare sfoggio di latino, greco e filosofia sterili, ma perché, al contrario, nulla come ciò che studiai al liceo mi ha mai spinto a meditare tanto e profondamente sulla miseria umana e ad elaborare la disperazione che deriva da consapevolezze nascoste.
Io ho trovato la "mia soluzione", forse un giorno ne discuteremo insieme.
Intanto, però, vorrei concludere con una citazione dolce-amara tratta da una serie che sto rivedendo (e che, se la cosa non ti offende, recensirò appena terminata, fra qualche mese, rubandoti un attimo la scena): Dewey, Dio e le formiche

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