Arturo Vitello

Era quel periodo dell'anno a Milano, quello in cui il fermento nelle strade del centro è palpabile e si respira un aria frizzante e giovane.

Capita di incrociare bellissime ragazze e uomini dai fisici scultorei. Nelle ascensori del centro una scia di profumo vi accompagna e la frenesia lascia spazio alla bellezza e all'estasi dei sensi in ogni dove.

E' la settimana della moda bellezza.

C'era come sempre grande attesa, attesa per un evento che in fondo è li da anni e ogni si ripete diversamente uguale a se stesso.

Quest'anno però le cose sembravano realmente essere diverse perchè evento tra gli eventi a chiudere la settimana della moda meneghina ci sarebbe stata l'ultima sfilata di sempre di uno dei più grandi stilisti di tutti i tempi: Arturo Vitello!

La sua griffe ha poggiato sulle maglie, gli abiti, i pantaloni di un'intera generazione.

Vitello è sempre stato molto classico nel suo modo di concepire la moda, non ha osato spessissimo ma ha sempre ricercato nella semplicità la chiave per arrivare al cuore delle persone.

Il verde Vitello è oramai un colore brevettato e riconoscibile in ogni continente.

Ore 19.

A minuti inizierà l'ultima sfilata di Vitello.

In platea star di Hollywood, primi ministri e persino la first lady degli Stati Uniti d'America.

Tutti fremono.

Che lo show abbia inizio.

Se fosse un film la cinepresa staccherebbe dalla passerella per andare a scovare le reazioni del pubblico.

Disgusto misto a sorpresa, imbarazzo misto a incredulità.

In passerella sfilano modelle bruttissime e grasse, basse e non sempre giovanissime.

Alcune di loro sono nude.

Altre sono ricoperte di denaro. Ci sono banconote provenienti da ogni parte del mondo.

Euro, Dollaro, Yen.

Scopriremo poi che quelle banconote erano vere e non delle semplici riproduzioni.

Cosa sarà preso a Vitello?

La sfilata continua e stavolta in passerella ci viene mostrato il ritratto dell'uomo contemporaneo. Sempre più effeminato con abiti sgargianti a tinte rosa ed un abbozzo di gonnellina nella sua versione estiva. Ogni modello porta con se al guinzaglio un cagnolino, un chiuaua con la museruola.

Il tripudio arriva alla fine quando sul palco arrivano drag queen e modelli in rappresentanza della comunità LGBTQ.

Immagine priva di diritti di copyright

Rubano la scena.

Le donne son vestite in abiti eleganti maschili.

Gli uomini con abiti da donna e tacchi a spillo.

Dal cielo cadono ancora banconote.

I modelli si lanciano in uno striptease e sui loro corpi nudi si intravedono delle frasi.

Per 40 anni avete indossato stracci

Il re è nudo. 

Collezione 99-2000: made in Forcella

Andate a lavorare

E voi sareste intenditori di moda?

Siete con le pezze al culo

Vi ho trasformati

Uomo sei diventato donna

Donna che aspiri ad essere un uomo

Rispetta le forme

E cosi via.

Arturo Vitello entra in scena a raccogliere l'ultimo grande applauso.

La sua protesta non è stata apprezzata. Una protesta contro se stesso e contro chi ha comprato i suoi abiti per 40 anni. In pochi l'hanno capita.

In molti dovranno farsi un esame i coscienza.

Vitello distribuisce volantini a fine corsa.

Su quei volantini il prezzo reale dei suoi abiti più celebri comparato con quello di vendita.

Poche decine di euro per abiti da migliaia di euro.

Pochi centesimi per gli abiti più commerciali.

Arturo Vitello: il re della contraffazione ha scoperchiato il sistema.