Analisi Finals NBA 2018 - I Love This Game

in #ita6 years ago

Domenica 13 Maggio 2018 è andato in scena il primo atto delle finali NBA, quelle di conference, dolce preludio alle cosiddette Finals che, come ogni anno, vedranno scontrarsi la vincente della Conference East contro la vincente della Conference West.

A guardare il tabellone delle finali appena cominciate vien da pensare che le 4 franchigie arrivate fino in fondo siano le squadre che tutti davamo per favorite, quella che in fondo lì ci sarebbero arrivate a prescindere.

E' andata cosi ma il come queste squadre siano arrivate a contendersi un posto alle Finals è stato tutt'altro che scontato, almeno per quanto concerne la Eastern Conference.

Se per Houston Rockets e Golden State Warriors l'approdo all'ultimo appuntamento di stagione prima delle Finals è stato abbastanza agevole non si può dire lo stesso per Boston Celtics e Cleveland Cavs, i quali, per ragioni diverse, hanno faticato non poco per raggiungere la finale.

Houston non abbiamo un problema!

Quest'anno i Rockets sono riusciti a concludere la Regular Season con il miglior record di tutta la lega grazie a 65 vittorie e 17 sconfitte.

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La squadra di coach Mike D'Antoni è riuscita in un colpo solo a migliorarsi rispetto all'anno precedente e a superare i bicampioni in carica di Golden State nel ranking stagionale.

Il merito è stato dell'allenatore Italo - Americano, che per la prima volta in carriera è riuscito a preservare il suo celeberrimo 7-seconds shot senza sacrificare sull'altare del tiro veloce e dell'attacco la fase difensiva, apparsa in grande miglioramento.

Ma il motivo principale della grande stagione dei Razzi è un altro ed ha un nome ed un cognome ben precisi: Chris Paul.

In estate l'approdo del playmaker ex Clippers era sembrato a tutti un grosso rischio. Come avrebbero fatto a coesistere CP3 e James Harden? Chi avrebbe avuto la palla in mano nei momenti caldi?

Mike D'Antoni ha saputo amalgamare splendidamente la coppia, spalmando su entrambi il peso delle responsabilità e rendendo la coppia un Unicum implacabile nel panorama cestistico contemporaneo.

Ai Playoff sin qui la vita è stata abbastanza facile per Houston con un primo turno agevolissimo contro Minnesota e un secondo turno ostico contro la solidissima Utah, priva di Ricky Rubio.

Il bello viene adesso e con Golden State, come ha dimostrato gara 1, non sarà una passeggiata.


I Warriors alla ricerca del triplete

Scommettere contro i Warriors sarebbe da folli. Hanno abdicato il trono nella Regular Season è vero ma restano la squadra più forte degli ultimi anni, per distacco.

Un conglomerato di all star ed una second unit di veterani che farebbe impallidire qualsiasi dream team.

In regular season c'è stato qualche infortunio di troppo e Draymond Green quest'anno sembra aver perso lucidità ma ai Playoff rischia di essere tutt'altra storia.

In gara secca gli uomini di Kerr possono battere chiunque e con ampio margine. Pensare che possano implodere sul più bello è follia, soprattutto con un Kevin Durant che vive un periodo di forma favoloso e un Curry al rientro.

L'appuntamento con la storia è a 2 passi e nella Baia sanno benissimo che la vera finale potrebbe essere quella con Houston per poi andare a stravincere con la più debole contender che uscirà ad Est.

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Boston Celtics e il valore dello stoicismo

La stagione dei Celtics, statene certi, genererà almeno un film nei prossimi anni. Hollywood adora queste storie e non mi meraviglierei di vedere coach Brad Stevens protagonista di una pellicola del 2025 dedicata all'allenatore più forte di tutti i tempi.

E' facile osannare un coach quando ha vinto anelli su anelli a fine carriera, difficile osannarne uno che al momento non ha vinto nulla ma che ha dimostrato di essere una spanna sopra tutti nonostante sia il più giovane allenatore della lega.

Immaginatevi al suo posto.

In estate i Celtics si muovono nell'ordine con una serie di mosse che a posteriori possiamo considerare geniali:

  1. Arriva Gordon Hayward nella free agency
  2. Via Thomas+prima lottery 2019+crowder per Kyrie Irving
  3. Via la prima assoluta 2017 per prima futura e terza assoluta con cui prendere Jayson Tatum
  4. Viene scambiato Avery Bradley per Marcus Morris 

In ogni singolo movimento vi è stata sinergia fra Danny Ainge e Brad Stevens. Come spiegarsi altrimenti il fatto che si sia ceduta la prima assoluta per fiondarsi su Tatum? C'è stata dietro una chiara scelta. Tatum era l'uomo che Stevens voleva. Tatum ha dimostrato di essere un giovane con la mentalità di un veterano, un talento cristallino che Stevens ha saputo plasmare. 

La trade Irving da molti era stata vista come rischiosa. Crowder e Thomas sono implosi ai Cavs,

Irving ha dimostrato di essere un top 10, forse top 5 della lega.

Bradley per Morris sembrava uno scandalo. Bradley ha vissuto la peggiore stagione della carriera, Morris la migliore e i Celtics hanno creato spazio enorme nel salary cap.

4 Mosse divine, frutto della lungimiranza di Stevens e della dirigenza biancoverde.

Ma si sa il lieto fine è roba destinata solo alle favole e cosi dopo 5 minuti dall'inizio della stagione il tendine di achille di Gordon Hayward fa crack. 

Out for the season.

I Celtics si ritrovano senza la sua stella e con i sogni affossati.

Stevens si inventa Tatum e riesce a sgrezzare il talento puro di Jaylen Brown, responsabilizzando Irving e Horford oltre ogni modo.

Per metà stagione i Celtics giganteggiano e dominano la Conference ma poi anche Irving, fin lì enciclopedico, si rompe.

Out for the season.

Una stagione che sembrava una marcia trionfale dovrà concludersi senza Hayward e senza Irving.

Un po come togliere CP3 e Harden a Houston o Curry e Durant a Golden State.

I Celtics calano ma non crollano, subiscono il sorpasso dei Raptors ma Stevens ha il tempo di reinventare la squadra. 

Si arriva ai Playoff con Brown e Tatum che sembrano avere 15 anni di NBA ad alti livelli sulle spalle e gente come Rozier e Smart che risultano essere quasi devastanti.

Tutti davano Boston fuori al primo turno contro Antetokoumpo e i suoi Bucks. 

Non è successo.

La gioventù dirompente di Philadelphia avrebbe annientato i Celtics dicevano. 

Non è successo.

Nonostante tutto, nonostante un quintetto che non dovrebbe essere capace di garantire neppure l'accesso ai Playoff, Boston è li, a giocarsela con sua maestà Lebron James.

Gara 1 ha decretato che saranno i Cavs a dover inseguire i Celtics e non viceversa, come tutti dicevano.

Comunque vada coach Stevens merita un posto nell'olimpo.


Lebron James vs resto del mondo

Se questi Playoff hanno emesso un verdetto insindacabile è che Lebron James è il giocatore più forte, dominante e dirompente che abbia mai calcato un parquet, con buona pace di sua maestà Michael Jordan.

A 33 anni suonati LBJ sta predicando basket, dominando i 2 lati del campo e trascinando compagni stanchi e fuori forma e lo sta facendo giocando il suo miglior basket di sempre.

All'inizio della sua carriera i detrattori indicavano nella mancanza del tiro da 3 e nelle scarse percentuali ai liberi un tallone d'achille insormontabile per il prescelto.

In questi Playoff si sta dimostrando uno dei migliori tiratori da 3 e ad un certo punto della serie contro i Raptors era riuscito ad inanellare ben 25 tiri liberi consecutivi a segno.

Sta viaggiando a medie folli sotto ogni punto di vista e sta battendo quei pochi record che ancora non gli appartenevano.

Parlare di Cleveland è inutile, Cleveland è LBJ. 

Senza il re i Cavs sono squadra da lottery e non di più.

Paradossalmente questi disastrati Cavs si presentano alla finale contro Boston come favoriti, se non altro per l'ecatombe di infortuni che ha avvilito i Celtics.

Gara 1 è stata una mazzata che si è sentita fino in Ohio con i giovani biancoverdi a dettare legge in ogni angolo del campo.

Se LBJ dovesse superare anche questo scoglio diventerebbe leggenda o meglio diverrebbe LA leggenda.

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In conclusione si preannunciano 2 finali molto equilibrate. Al momento Golden State pare favorita ad Ovest ma la rapidità e l'aggressività di Houston non lascia adito a facili pronostici.

Ad Est sarà sfida tra l'uomo più forte sul pianeta e la squadra più organizzata del globo. Chi sarà a spuntarla è difficile dirlo. In ogni caso fra 2 settimane la storia sarà riscritta.

Dovesse essere Boston la finalista sarebbe clamoroso per i motivi di cui sopra.

Se fossero i Cavs ad arrivare fino in fondo sarebbe irreale constatare che Lebron James per l'ennesima volta sia stato in grado di portare in porto una barca che affonda.

I Golden State in finale per la quarta volta consecutiva sancirebbero l'inizio ufficiale di una Dinastia vecchio stile.

Infine vedere i Rockets tornare in finale e D'Antoni finalmente all'atto conclusivo sarebbe un connubbio inedito e graditissimo.

Come ogni anno a vincere è stato il Basket, è stata la NBA, lontana da proteste, doppigiochi, errori arbitrali e risentimenti. La NBA è spettacolo puro, garanzia assoluta di successo e passione.

Poco da aggiungere se non un appassionato e semplice:

I Love This Game




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Complimenti per l'articolo, ben scritto e coinvolgente.
"L'appuntamento con la storia è a 2 passi e nella Baia sanno benissimo che la vera finale potrebbe essere quella con Houston per poi andare a stravincere con la più debole contender che uscirà ad Est." Sono d'accordo e la finale di conference sembra più una partita di scacchi che di basket, anche se la finale in nessun caso sarà una passeggiata!
Personalmente spero di vedere Houston in finale, i tiratori di GS mi hanno un po' annoiato! (si fa per dire xD)
Boston che Squadra!

Concordo su tutto.
Boston irreale.
Essere arrivati li è qualcosa di assurdo con tutto quello che gli è capitato e stanno dominando i cavs in lungo e largo con aggiustamenti clamorosi in difesa e rotazioni allucinanti in attacco.
Andare alla finals con un quintetto

ROZIER - BROWN - TATUM - HORFORD -MORRIS

e con smart sesto uomo e Baynes + Ojeleye nelle rotazioni è non legale, non credibile.

Il momeno più "caldo" della stagione per lo sport più bello del mondo (per me).
Come direbbe qualsiasi appassionato fantozziano:
"Calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisiore, frittatone di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero!"
Buone Finals!!!

Ah ah grande, mi immedesimo molto con te.
Ad est incredibile il verdetto delle prime 2 gare.

Nella prima si è visto tanti problemi di organico di Cleveland quando LeBron non è in serata. Nella seconda tutto il cuore di Boston.
Sono curioso di vedere gara 2 stanotte ad Ovest.

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