30 Ore per la Vita
30 Ore per la vita
Meno Social, Più tempo libero Voi che fareste?
Prima di passare alla notizia in se vi sollevo qualche domanda.
Quante volte durante l'orario lavorativo guardate il cellulare?
Quante volte, attivamente date uno sguardo a mail personali o messaggi wattsapp, telegram e chi più ne ha più ne metta?
E siamo onesti, chi non va a dare una sbirciata alla sua storia instagram o alla pagina facebook?
Non parliamo di quei matti che son su steemit...
Onestamente quanto tempo in una giornata lavorativa di 8 ore perdete fra tutte queste cose che con il lavoro non dovrebbero averci a che fare?
E quanto queste attività incidono sulla vostra concentrazione e la vostra produzione lavorativa?
Loro parlano della dignità del lavoro.
Balle.
La dignità è nel tempo libero.
Un azienda bavarese ha proposto ai suoi dipendenti di scegliere se lavorare 30 ore o 40 ore, senza che il loro stipendio fosse ribassato in alcun modo. Avrebbero, insomma, continuato a percepire lo stesso salario a patto che...avessero rinunciato ai social durante l'orario di lavoro.
Via Social!
No email personali!
Niente Cellulari!
10 ore alla settimana di tempo libero in più!!!!
Una cosa geniale nella sua semplicità. In un colpo solo si aumenta la qualità della vita dei dipendenti, si aumenta la produttività (visto che molti studi dimostrano che si è più produttivi quando si lavora meno ma in maniera concentrata e con una serenità maggiore sulle spall), dipendeti molto più felici.
E non è finita! Questa introduzione va di pari passo con la possibilità di lavorare 6 ore filate, dalle 11-17 o dalle 8-14. In pratica alle ore 14 potreste essere fuori dall'ufficio, con una giornata davanti a voi!
Ve lo immaginate?
E' un'utopia cosi grande per noi italiani che questa notizia ci sembra quasi una bufala.
Nei tempi del lavoro totale e del lavoratore totale forse non ci soffermiamo abbastanza a riflettere sul valore del nostro tempo libero, ed in generale del tempo che passa come notava qualche giorno @panicolovers in un suo ottimo post.
In Italia probabilmente arriveremo a capire il valore del tempo libero quando sarà troppo tardi, quando la miseria dei nostri portafogli sarà seconda solo alla miserie delle nostre vite passate dietro una scrivania.
A lavorare.
Tra una storia e l'altra.
Tra un emoji ed un tweet.
Mentre intorno a noi tutto scorre, compresa la nostra vita.
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Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.
Secondo me dipende dal lavoro, dall'ambiente, dai colleghi, da tanti fattori. L'ultimo lavoro le ore passavano in una sorta di slow-motion costante. Una tragedia. Mi dicevo, saranno passate un paio d'ore, guardavo l'orologio, manco una! In un altro ambiente era l'esatto contrario, ad un certo punto saltava fuori il collega sulla porta "andiamo a mangiare?" che cippa sta dicendo sto qua? non saranno manco le 10, guardavo l'orologio erano le 13. Tra le due situazioni un mondo di differenze, chiaramente molto ma molto meglio la seconda. In quel caso avrei scelto le 40 ore paradossalmente, e ti assicuro che mail personali o notizie sul giornale le guardavo raramente, mentre nello stato di slow-motion sicuramente le 30.
Concordo assolutamente con il tuo punto di vista @tosolini.
Ci sono lavori e lavori, passioni e passioni e anche periodi e periodi all'interno dello stesso lavoro o settore paradossalmente.
Tendenzialmente, però, a parità di soddisfazioni e retribuzione credo che a tutti farebbe piacere ricavarsi un po di tempo per se, magari anche per tornare a casa e continuare a lavorare e strutturarsi per la propria passione, per il proprio lavoro.
Grazie del commento.
Non potevo che ritornare a commentare iniziando proprio da te, che sei una fucina di post, sempre originali, sempre piacevoli.
E ti faccio i miei complimenti!
Ho sentito anch’io questa notizia e sarebbe un sogno.
Otto ore sono tante e pesanti. In sei ore di fila concentreremmo tutto il lavoro quindi saremmo più produttivi e felici grazie al tempo libero che sembra sempre troppo poco: viviamo nell’attesa del weekend e delle ferie, è vita questa?
Appoggio in pieno le sei ore, sarebbe rivoluzionario e produttivo per come la vedo io!
Un caro saluto!
Sono lusingato da questa scelta!
Per come è strutturato il lavoro oggi vincerebbero tutti.
I dipendenti avrebbero una vita da vivere fuori dal lavoro.
Le aziende avrebbero garantita una serie di risultati che oggi paradossalmente non hanno.
Speriamo.
In Italia non succederà mai temo ma è comunque un segnale importante.
Mi sembra che la questione sia un po' più ingarbugliata.
Si ragiona in termini quantitativi e non qualitativi.
Ad esempio: si parla di email personali, social e telefonate durante gli orari di lavoro, non si parla del tipo (qualità) di queste attività.
Bisognerebbe capire se si tratta veramente di attività dignitosa legata al tempo libero o di attività compulsive (un po' meno dignitose).
Una domanda da farsi sarebbe: ma quando uso i social mi sto rilassando oppure no? Sto utilizzando al meglio il mio tempo libero oppure no? Non credo che le risposte a queste domande siano scontate.
La proposta dell'azienda bavarese sarebbe un grande vantaggio all'azienda, se fosse così semplice ottenere dipendenti concentrati vietando i social, ecc. Un dipendente concentrato 30 ore alla settima sarebbe molto più efficiente di un dipendente "normale" che lavora 40 ore.
Invece, io penso che la concentrazione sia una capacità e che la stiamo perdendo. Recuperarla non è così semplice.
La questione è senz altro ingarbugliata @anedo e sono daccordo sul tema quantitativo e qualitativo ma credo anche che oggi diamo per scontate cose che non hanno nulla a che vedere con il lavoro.
Oggi le aziende accettano che i dipendenti possano "farsi i fatti propri" durante le ore di lavoro. I dipendenti accettano di fare orari assurdi in cambio del contentino di potersi "fare i fatti i propri" durante la giornata.
Alla luce di questo il problema che tu poni secondo me non si pone.
Se io so di dover lavorare 6 ore e di poter essere a casa alle 14 allora sarò ben felice di organizzare la vacanza, schedulare l'appuntamento dal dentista, rispondere ai commenti su steemit, scrivere un post al di fuori dell'ambito lavorativo.
Al tempo stesso, durante l'orario lavorativo mi concentrerò affinchè sia il lavoro ad essere il mio punto focale.
Oggi posso assicurarti al 101% caro @anedo che non funziona cosi.
Inoltre quante volte all'anno si potrebbe avere l'esigenza durante l'orario lavorativo di fare una telefonata "qualitativamente" necessaria?
Se ci fosse questa esigenza si istituiranno dei numeri aziendali ai quali poter contattare i dipendenti in caso di emergenza.
Lo trovo giusto, sacrosanto, necessario e te lo dico da persona che lavora e lavora con il 100% delle persone che durante l'orario di ufficio hanno doppio cellulare, wattaspp web, social a tutto spiano perennemente aperti sui loro browser, manager compresi.
CI stiamo prendendo in giro, sacrificando la merce di scambio più importante:
il nostro tempo.
Del nostro tempo, se vogliamo dargli valore, dobbiamo saperne cosa fare.
Se il tuo tempo è chattare in modo compulsivo, essere un consumatore seriale di prodotti di massa, questo tempo ahimé non ha alcun valore già da un po'.
Il mondo sta cambiando, caro @serialfiller, il mondo in cui si lavora tot ore al giorno per fare poi del tempo libero ciò che ci piace è un mondo che sta (per fortuna dico io) scomparendo giorno dopo giorno. Prepariamoci al nuovo mondo, se non vogliamo morire lentamente come lentamente sta morendo questa decadente cultura dell'affittare e vendere tempo.
Ma a parte questa mia ultima considerazione, tutti coloro che sono già fuori dal mondo del lavoro (disoccupati), e tutti coloro che amano la cultura del lavoro piuttosto che il lavoro della cultura, non possono che essere felici di sperimentare nuove strade. Per gli altri, può andar bene lavorare meno per vedere più partite di calcio in tv (questo del resto sarà l'obiettivo del capitalismo per sorreggere il proprio mercato, meno ore di lavoro per più ore di consumo dei loro prodotti).
Quello che dici è corretto.
Ma se noi fossimo diventati consumisti nostro malgrado?
E' vero che volere è potere ma secondo te è più probabile che una persona si attivi per creare un'associazione culturale o no, fare sport, aiutare il prossimo, dedicarsi ad un progetto part time quando torna alle 20 a casa dopo essere uscito alle 7:30 o quando gli è permesso di uscire alle 14?
Secondo me è tutto li il discorso.
Oggi l'uomo, il lavoratore non ha scelta.
Il libero arbitrio è sparito.
Nostro malgrado scegliamo di rilassarci sul divano dopo 13 ore dedicate al lavoro.
Se ne dedicassimo la metà magari potremmo dedicarci a cose più serie ed importanti.
Non sono d'accordo, se per noi è importante qualcosa ci impegniamo per ottenerla, come fanno tutti coloro (e sono tanti, naturalmente la minoranza) che nonostante tutto aprono associazioni no profit, dedicano del tempo di qualità a se stessi e agli altri, ci sono persone che hanno detto no a certe cose (anche a certi privilegi). Ma se tu credi che le persone che avranno qualche ora in più di tempo libero, solo per questo lo utilizzeranno liberamente, direi che sei ingenuo. Io penso che la cosa non sia scontata, e che perciò probabilmente la cosa importante non sia guadagnare qualche ora ma ripensare il tutto (o più semplicemente sperimentare nuove forme).
Se il problema è culturale la schiavitù è dentro di noi (siamo noi che la cerchiamo), se invece è solo un'oppressione esterna allora la schiavitù è solo un'imposizione.
Nel secondo caso sarà sufficiente spezzare le catene per essere liberi, nel primo caso no. Tu credi che qualche ora libera di tempo in più, in un mondo dove il lavoro tradizionale non ha più senso, dove il tempo libero è diventato un'industria sia favorevole a noi o a quell'industria?
Ok, ecco intervenire il tuo nichilismo: ma allora meglio niente che qualcosa? Caro amico, ci sono innumerevoli mondi da scoprire là fuori, prenditi il tempo (mentale) per conoscerli, nessuno te lo vieta, se non te stesso.
Come sempre pur concordando con te devo andare paradossalmente in tua contrapposizione.
Secondo te chi è libero resta libero anche se "costretto" a lavorare 12 ore al giorno.
Secondo me la libertà passa da piccole cose.
Lavorare meno è uno di quei piccoli passi.
Logicamente credo che se si avessero più ore libere riusciremmo a concentrarci meglio sulle cose che realmente vorremmo ottenere.
Basta questo?
Mai affermato questo.
E' un passo, uno dei passi da fare.
Un altro passo sarebbe quello di ripensare all'approccio nei confronti del lavoro.
Un altro ancora provare ad essere studiosi e non studenti. Guardare alla qualità e non alla quantità ecc ecc ecc.
Mi spiace ma se non ho tempo per me stesso difficilmente (statisticamente) avrò voglia, forze e testa di dedicarmi attivamente ad altro o almeno non nella misura che vorrei.
Ci sono dei carcerati che dopo poche settimane dalla scarcerazione si suicidano? Perché accade questo? Perché fuori dal carcere non avevano più nulla su cui costruire il senso della propria vita. Paradossalmente questo senso il carcere lo forniva, compresa la chiacchiera (retorica) di protesta nei confronti del carcere stesso. Metafora forse un po' troppo negativa, ma noi assomigliamo a quel carcerato che preferirebbe rimaner dentro a parlare male del carcere piuttosto che mettersi in gioco e affrontare la vita. La psicologia di queste persone è proprio quella degli step a piccole dosi (piccoli miglioramenti per non affrontare le grandi difficoltà). Non mi aspetto nulla da questi, non mi aspetto né cambiamenti né atti di coraggio (solo grandi proclami retorici sulle piccole vittorie raggiunte). Non dico con questo che bisogna pensare in grande (non ne posso più di tutti questi manuali di come diventare grandi leader), bisogna pensare altro.
Per me le porte del carcere sono aperte, per te sono chiuse. Questa è la differenza del nostro dire. Tu stai chiedendo ai potenti (altri carcerati) se è possibile avere un quarto d'ora in più di aria al giorno. Io sto uscendo dal carcere e sto andando per il mondo. Questa è la differenza del nostro fare.
Cosa ti serve per dire e fare come me? Niente di particolare, non sei convinto, non credi che la porta è aperta e pensi che anch'io sono retorico a dire che lo è. Ma ti assicuro che non è così, come ti racconto che le vie del mondo sono ancora più difficili delle vite in carcere, e non consiglierei a nessuno di fare la stessa mia scelta. So soltanto che se una persona si accorge che la porta è aperta è perché vuole uscire, e se vuole uscire uscirà. Alla fine si tratta di una scelta da fare. Questa è politica, non quello che fa il governo o cosa faresti tu (o io) al governo.
Credo che la porta aperta di cui parli è li fuori, per tutti, pronta per essere varcata.
Varcarla vuol dire rendersi conto che ci saranno sempre bollette da pagare, responsabilità da assolvere, bocche da sfamare e vizi da soddisfare.
Finchè quella porta non avrà al suo interno anche la sicurezza oltre che il sogno sarà difficile conciliare i 2 mondi.
Le piccole vittorie che auspico le auspico perchè da un lato si darebbe sostentamento all'uomo, al lavoratore mentre dall'altra si darebbe sfogo, vita e agio di essere quel che si vuole senza preoccuparsi della scadenza dell'affitto o del bollo auto.
Purtroppo ancora una volta la penso come te ma tendo ad essere più cinico o realista o disilluso non so.
Io approvo in linea di massima- Ma attenzione: siamo un'umanità testa bassa (sul cell). Una volta testa bassa significava lavorare senza protestare. Bisogna tornare ad alzare la testa (non la cresta). E poi la Germania è un paese ricco . Nei paesi benestanti ora i problemi del lavoro sono anche questi (social - no social) Ma nel mondo il problema del lavoro è ben più problematico e difficile. (anche in Italia). Sarebbe bello distribuire il lavoro e poi occuparsi del problema social in fabbrica o in ufficio. Oppure riservare uno spazio temporale per i social. Un social -break insieme al coffeee-break.
Guardate meno in basso e tornate a guardare le stelle!
Concordo @sbarandelli.
Sulla questione che poni riguardo ai paesi ricchi e "avanzati" sottoponi una grande verità ma temo che anch li bisognerebbe farsi un bell'esame di cosceinza come singolo e come popolo e capire che vita vogliamo crearci sul mondo del lavoro e fuori.
A dire il vero non ne avevo sentito parlare quindi ho appreso la notizia proprio grazie a te.
Beh, che dire. Sarebbe veramente bello e tutti renderemmo molto di più, secondo me.
Ma in Italia, come dici tu, capiremo il verso senso di come impiegare il tempo e la nostra produttività lavorativa tardi, molto tardi.
Bell'articolo!
Grazie @acquarius30.
Semmai ci arriveremo sarà sempre troppo tardi...