Valle della Luna e Valle della Morte

Tra la miriade di tour proposti nei dintorni di San Pedro decidiamo di partecipare al quello del pomeriggio con l'Agenzia Desert Adventure che ci porterà nel deserto a visitare le mitiche valli della Luna e della Morte per finire con uno spettacolare tramonto al mirador della Roca del Coyote. Nonostante il calore, partiamo entusiasti, carichi di acqua, con la testa coperta, la crema per il sole protezione 50 (infatti torno più bianca di prima!) e la nostra simpatica guida Javier.






Cominciamo dalla valle della Morte e dal suo terrificante nome, che ci fa pensare che non si uscirà mai vivi da lì oppure che non ci sia nessun tipo di vita che possa sopravvivere in questo deserto. Invece no, la storia è diversa: Javier ci spiega che è tutto un imbroglio... Nel 1955 arrivò, nella parrocchia di San Pedro, un giovane gesuita, Gustavo Le Paige, originario del Belgio e appassionato di geologia e archeologia. Egli si dedicò moltissimo alla cultura e alla geografia del deserto di Atacama e quando vide questi canyon argillosi dal colore rosso li paragonò al Pianeta Marte.






Ma Le Paige parlava francese e tra il dire e il pronunciare c'è di mezzo il gioco del telefono senza fili e alla fine tra Marte e Morte rimase il nome più evocativo, e nacque così la ben nota Valle della Morte!






Procediamo poi per la Valle della Luna dove il paesaggio cambia, si fa arido con colori meno intensi, l'argilla è ricoperta dal bianco del sale e si ha la sensazione di camminare sulla superficie lunare.

Questa valle si incontra all'interno della Cordillera de la Sal, e nei suoi 22 milioni di anni di anzianità hanno continuato a depositarsi rocce e ceneri derivate dalle attività dei vulcani vicini. Il vento e altri agenti atmosferici hanno continuato ad erodere e plasmare le rocce dando origine a forme e colori spettacolari che rendono questo luogo unico al mondo.








Javier ci porta alla più famosa di queste figure, chiamata le Tre Marie per la loro sembianza a tre vergini: una seduta con un bambino in braccio, una seconda con le mani a preghiera verso il cielo e la terza, a cui ora manca la testa, prostrata verso il basso.





Anche qui c'è lo zampino del padre Le Paige: prima del suo arrivo la scultura del vento era chianata dai lavoratori del sale come "los vigilantes", coloro che proteggevano le miniere all'entrata della valle, poi dopo il passaggio del gesuita anche i custodi del deserto hanno cambiato religione!

Un'altra tappa interessante è la salita alla "Gran Duna o duna Mayor" cresciuta per milioni di anni per il soffiare del vento in quella stessa medesima direzione: si può salire fino in cima per un sentiero laterale di un quarto d'ora, sprofondando un po' nella sabbia, per vedere tutto il paesaggio dall'alto e sembra veramente un altro pianeta se non fosse per la nostra umana presenza.






Finiamo il tour al punto panoramico alla piedra del Coyote, famoso spuntone roccioso che appare in tutte le fotografie, già pieno di gente che aspetta il tramonto. Poco alla volta il sole scende e il cielo si fa giallo da una parte e rosa dall'altro. C'è anche la luna a dare il cambio al sole, in questo spettacolare teatro naturale che si merita alla fine uno scrosciante applauso. Per il bis però bisogna tornare domani!












Le foto sono dell'autore.