Pressione amorosa

Il treno delle 14:05 aveva appena lasciato la stazione e nell'aria permaneva un sentore di polvere ricca di particelle ferrose. Un sacchetto di carta per il pane volteggiava sopra la banchina e sforzando volutamente gli occhi, per sfocare l'immagine, poteva essere preso per una tortora in volo. I pensieri di Antonino tornarono a sedersi accanto a lui e mentalmente ripassò il suo mantra quotidiano: 15:07 - 16:11 - 17:17 - 18:33.

Ripassare gli orari dei treni che andavano in città lo rassicurava e calmava e il controllo di sé e la calma erano l'unica cura che lo tenevano vivo. Il cuore di Antonino faceva le bizze a causa di una malformazione e l'ipertensione, tratto comune di famiglia, iniziava a palesarsi sempre più frequentemente. Date le sue condizioni non poteva contare sulle medicine e doveva ricorrere a tecniche di autorilassamento e controllo della respirazione.

CC0

Fedelmente accompagnato dal suo trolley verde, Antonino passava tutti i pomeriggi in stazione, in tal modo si sarebbe avvantaggiato ed avrebbe potuto prendere il primo treno per la città, non appena il centro trapianti lo avesse avvisato che era giunto il giorno per un cuore nuovo.

Dal treno successivo scese una sola passeggera che si incamminò verso il sottopassaggio, ma riuscì a fare appena pochi passi che si girò su se stessa in una veloce piroetta e con la grazia di un cigno ferito stramazzò al suolo. Riprese i sensi tra le braccia di Antonino che l'accompagnò al bar per bere una buona spremuta d'arancia.

La signora Vilma soffriva di improvvisi cali di pressione e come conseguenza le capitavano questi plateali ed imbarazzanti svenimenti, ma non ne voleva sapere di starsene a casa, teneva troppo al suo lavoro che le dava una soddisfazione tutta particolare.

"Sì, è come essere Babbo Natale tutto l'anno, faccio doni e porto gioia nelle vite altrui!" - chiosò la signora.

"Sono molto incuriosito, lavora forse in un negozio di giocattoli?" - chiese Antonino.

"Ha, ha, ha. Ma no, lavoro nel reparto cardiochirurgico dell'ospedale in città e chiamo le persone per avvisarle che avranno in un cuore nuovo!"

"E non ne avrebbe uno anche per me?"

"Ma un cuore gentile come il suo non sarà facile da rimpiazzare!" - disse Vilma con un largo civettuolo sorriso.

Dal giorno successivo a quell'incontro, Antonino si recava come al solito in stazione, sempre in attesa di salire sul treno per la città, ma con la serenità di sapere che dal treno che tornava dalla città sarebbe scesa la signora Vilma, la cui compagnia aveva l'effetto di una cura fatta su misura per lui e per il suo malandato cuor gentile.