Mi dicono che sono grassa [Emozioniamoci! CONTEST]

in #ita5 years ago


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Immagine CC0 creative commons

Quel giorno stavo lavorando da casa a un progetto di grafica pubblicitaria e nel frattempo facevo da baysitter a Livia, mia nipote di 10 anni, la figlia di mia sorella maggiore. Ero piuttosto concentrata sul mio lavoro ma sentivo degli strani rumori provenire dalla stanza dei miei genitori, così andai a controllare cosa stava succedendo e la vidi: Livia stava lanciando con rabbia le sue scarpette da ballo e, seminuda, si guardava allo specchio toccandosi la pancia: -Sono grassa- disse triste.
-Cosa dici Livia? Stai benissimo. Come ti viene in mente una cosa del genere?- cercai di capire.
-A danza le altre bambine sono tutte magre e mi prendono in giro e dicono che sembro una foca con la pancia e che non potrò mai diventare una ballerina- mi spiegò Livia, mentre io pensavo che questo era un incubo, che sarei andata personalmente a sculacciare quelle bambine e a capire che razza di genitori permettevano il formarsi di certe idee così pericolose in quelle piccole ma demoniache testoline.


Guardai la dolce Livia e mi chiesi anche che ruolo avesse, in tutto ciò, mia sorella Lisa.
Lisa adesso aveva trentasei anni, un marito, una figlia, un lavoro, insomma una vita apparentemente normale e soddisfacente. Ma non era sempre stato così. Lisa aveva sofferto per moltissimo tempo di disturbi alimentari fin dai tempi della sua prima adolescenza. Iniziò con atteggiamenti di bulimia nervosa compulsiva, mangiando di nascosto, grandi quantità di cibo, per poi, dominata dalla vergogna e dai sensi di colpi, eliminare quel cibo con vomito auto indotto, uso di lassativi o altri medicinali. Tutto era dovuto alla percezione distorta del suo corpo: doveva essere magra e per questo non mangiava, si dedicava allo sport in modo maniacale, teneva tutto sotto controllo. In realtà era già magrissima ma il suo contatto con la realtà era compromesso, era ossessionata, era malata. Ed era furba, perchè spesso non faceva trapelare nessun tipo di emozione finchè il suo peso iniziò a diminuire eccessivamente facendo preoccupare tutta la famiglia. Fu allora che iniziarono le lunghe visite a medici, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e chi più ne ha più ne metta, finchè dopo estenuanti lotte e svariati tentativi di autolesionismo, venne ricoverata in una clinica specializzata a Vicenza dove rimase per circa un anno. Con molta pazienza, coraggio e sacrificio, Lisa parve riaquistare una sorta di equilibrio precario che poteva cedere da un momento all'altro, da certe cose non si guarisce mai, dicevano.




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Ed è proprio così, perchè nonostante lei ce la mettesse tutta, si percepiva il suo eterno velo di tristezza e la sua continua e ossessiva mania per il cibo. Solo la nascita di Livia portò il sole nella sua vita e forse per la prima volta si sentiva felice, anche se, sia noi che i medici, avevamo paura della sua reazione ai cambiamenti del corpo durante la gravidanza.
Ma andò tutto bene e dopo il parto Lisa tornò magra come un chiodo in poco meno di tre mesi e anche se non aveva latte suo, la piccola Livia cresceva bene.
E adesso eccola lì, la mia bella nipotina, con questo tormento nel cuore di essere grassa.
-Livia, tu sei meravigliosa. Sei più grande di loro solo perchè ti stai sviluppando prima, ma anche loro cresceranno, non darti pena!- cercai di rassicurarla, ma senza successo.
-Guardami Livia: ti sembro grassa io? Brutta?- e mi tolsi la maglietta come lei -Sai cosa dicono le mie amiche dei miei seni piccoli? Che sembrano delle prugnette!! E questa cicatrice? I dottori hanno sbagliato e adesso ho questo sgorbio sulla pancia!-.
-Non si vede neanche- disse Livia venendo a guardare da vicino -sei esagerata zia!-.
-Dici? Come tu con la tua pancia trasparente?- le risposi facendole il solletico. La presi in braccio e insieme a lei mi misi a saltare e ballare sul letto ripetendo frasi di battaglia del tipo:


“Sono bella, sono una donna e vado fuori con la minigonna!”,
“Sono signorina, ho la pancetta e sono lo stesso fighetta!”,
“Le mie tette sono piccole come prugnette e sono perfette!”

Livia si sbellicò dal ridere ripetendo le mie orribili rime fino a sdraiarsi esausta sul letto.
-Sai zia? Comunque da grande non voglio fare la ballerina!- mi disse.
-Ah no? E cosa vorresti fare?- e fanculo le ballerine, pensai.
-L'astronauta sulla luna!- esclamò felice.




In partecipazione a:
Contest narrativo: emozioniamoci! di @fulviaperillo

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Un vero turbinio di emozioni per il lettore con questo vostro racconto.
Grazie.
Complimenti.

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Cara paw è sempre un piacere ricevere i tuoi commenti così belli! e sapere che i messaggi arrivano al cuore.
Grazie a te per seguirci sempre

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Hello @road2horizon, thank you for sharing this creative work! We just stopped by to say that you've been upvoted by the @creativecrypto magazine. The Creative Crypto is all about art on the blockchain and learning from creatives like you. Looking forward to crossing paths again soon. Steem on!

Mi hai fatto commuovere. I Disturbi alimentari sono tremendi, e spesso per tutta la vita. La cattiveria del mondo della danza non è un mistero, un mondo spietato e spesso insensato che deturpa tante bambine, che magari non hanno una zia dolce ed attenta e pronta a pizzicare le corde giuste per sdrammatizzare come l'adorabile zia di Livia.

grazie delle tue belle parole @piumadoro, il tema dei disturbi alimentari è qualcosa che mi tocca profondamente. A volte la mente gioca proprio brutti scherzi ...

Purtroppo sono delle vere e proprie malattie, altro che scherzi! E ci vuole molta fortuna a trovare le persone giuste ed il posto giusto al momento giusto per curarsi davvero. Sensibilizzare, anche con storie dolci come questa, è un'ottima strada.

grazie, sono felice di esserci riuscita!

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