Il ritratto di Dora Gray, la follia [Theneverending contest]

in #ita6 years ago (edited)



Dora aveva appena vent’anni quando partì dal suo paese della campagna scozzese per andare a Londra al funerale di sua nonna materna Cecily Bell, celebre stilista di moda conosciuta in tutto il mondo. Sebbene l’avesse vista ben poche volte, era molto addolorata perché era l’unica famiglia che le rimaneva. Fu molto colpita dalla sontuosa cerimonia e dalla moltitudine di persone che vi avevano partecipato ma fu ancora più sorpresa quando, alla lettura del testamento, scoprì di essere l’unica erede dell’impero, illustre e milionario, creato dalla nonna.
Così, divenuta improvvisamente ricca e famosa, si trasferì a Londra e iniziò una nuova vita, cercando di stare al passo con gli affari e gli impegni della Casa di Moda Bell.


Dora Gray era una ragazza incantevole, di una bellezza eterea e raffinata; seducente ed elegante per natura, aveva un’armonia intrinseca che illuminava le stanze quando entrava. Simpatizzò immediatamente con Anne Powell, l’incaricata delle pubbliche relazioni e la social media manager dell’azienda, che la guidò passo passo ad ambientarsi in città e nel lavoro.
-Sei così bella … - le disse Anne quella mattina di primavera in ufficio, accarezzandole il viso e sistemandole i capelli dietro le orecchie. Dora sentì un fremito a quel contatto così intimo.
-Ho deciso che dobbiamo rinnovare la nostra campagna pubblicitaria: sarai tu stessa la modella del nostro marchio, sfilerai con alcuni capi che diventeranno l’immagine della Moda Bell in tutto il mondo. Fidati – continuò Anne guardandola negli occhi con venerazione ed entusiasmo.
Anne Powell sapeva il fatto suo e fece centro su tutti i fronti: le fotografie promozionali di Dora ebbero un effetto travolgente e divennero la rappresentazione stessa dell’azienda che da quel momento in poi ebbe, se possibile, ancora più successo. Anne aveva reso Dora un’icona della moda e un modello di bellezza che incarnava il divino a cui tutti anelavano. Fece ingrandire la sua foto più bella e, incorniciata, gliela fece trovare come regalo nel suo ufficio. Quando si vide in quel ritratto quasi stentò a riconoscersi. Continuava a guardarlo da diverse angolazioni e scrutava il suo stesso sguardo.



Immagine CC0 creative commons


Non sentì la porta che si apriva.


-E’ meravigliosa Dora. Non ci sono parole per descriverla diversamente! Lei sprigiona un fascino naturale, la luce nei suoi occhi incatena chi la guarda, le sue movenze sono morbide, eleganti. Ed è così giovane. Lei potrebbe avere il mondo ai suoi piedi, non l’ha ancora capito? –
Era Holly Harvey, rinomata giornalista e fashion influencer, venuta per proporre un’intervista a Dora. Holly faceva molto parlare di se, aveva una vita sfrenata e dissoluta. Libera da ogni freno morale si divertiva a infrangere tutte le regole della società e a far parlare di se.
-Non si è ancora inserita nell’ambiente, Dora. Non si immagina neanche cosa c’è li fuori ad aspettarla! Desidero che questa sera venga a cena con me – continuò Holly – passo a prenderla alle 20 in punto.
Come Holly se ne fu andata, Dora continuò a guardare il suo ritratto sentendo brividi in tutto il corpo: era il tempo che passava.
–Così bella … - Dora parlava a se stessa - ma la bellezza è effimera e la giovinezza passa in un baleno. Siamo solo di passaggio su questa terra, come fiori che appassiscono troppo in fretta, come il soffio di un sospiro. La felicità è fugace, illusoria. L’energia che possediamo svanisce poco a poco, siamo destinati ad essere passato. Ah, potesse il tempo fermarsi, potessi io restare così per sempre, con questa luce negli occhi, con la bellezza divenuta eterna, per non perdere nessuna occasione, per vivere mille volte e mille volte godere della vita. – Dora sembrava vaneggiare ma vide il diavolo riflesso nel suo ritratto - Faccio un patto con te, Lucifero: prendi la mia anima in cambio dell’eterna giovinezza! – poi esausta si accasciò sulla sedia.


Da quella sera Holly e Dora divennero inseparabili. Holly la introdusse nel mondo del piacere e della corruzione: non c’erano freni, non c’era misura, non c’era ostacolo che potesse impedire loro di raggiungere ciò che desideravano. Quando seppe che un uomo che aveva frequentato si era tolto la vita per lei non provò nulla, anzi lo considerò un debole senza spina dorsale. Droghe, sesso, giochi, scommesse, incontri clandestini, Dora non era più la stessa, non aveva più limiti. Il patto col demonio aveva funzionato, lei era sempre bella come un angelo mentre il suo ritratto rifletteva la verità della sua vita: invecchiava, aveva i segni del tempo e del dolore, era deturpato dalla cattiveria e dall’immoralità in cui Dora era caduta.


Solo Anne vide il ritratto che si deformava e capì tutto.
-Dora – la supplicò – Dora fermati, tu non sei così, non hai bisogno di tutto questo, la tua anima è bella come il tuo volto, l’eternità è una follia, la tua vita è diventata una follia – e la baciò prima dolcemente, poi con passione, per farle sentire un sentimento vero, un amore sincero che poteva vincere su tutto. Ma la paura della morte fu più grande e prima di perdere il controllo Dora prese il tagliacarte dalla scrivania e uccise Anne per salvare se stessa.
Tradì gli amici, rubò denaro all’azienda, si circondò di lusso e sfarzo. Ma a volte il ricordo di Anne tornava prepotente nei suoi pensieri e la visione del suo ritratto ormai irriconoscibile iniziò a turbarla violentemente, era un’ossessione, era la sua condanna, era un incubo intollerabile.
Un giorno in preda alle allucinazioni della droga e circondata dai fantasmi dei suoi crimini, prese il ritratto dal muro, tolse la cornice e lo ruppe in mille pezzi liberando finalmente la sua coscienza dalla torbida gabbia in cui era stata rinchiusa pochi attimi prima che l’overdose la lasciasse esangue sul pavimento.
La trovarono poche ore dopo con il volto sfigurato e il corpo invecchiato di cent’anni, mentre la sua immagine nella fotografia era tornato alla sua originale bellezza, pura e senza colpa.


Dora non aveva voluto credere al potere del semplice amore e si era lasciata sedurre dal male e dagli eccessi per sentirsi viva e felice. Si era inebriata nell’idea dell’immortalità senza comprendere che rinnegare il dolore e la morte significava rinnegare la vita stessa. Ma una vita eterna in cui si ha tradito se stessi sarebbe una follia insopportabile per chiunque.




Con questo post partecipiamo a Theneverending contest. Il romanzo da cui abbiamo preso ispirazione è "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde.

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Bellissimo racconto davvero, complimenti per la piacevolezza della lettura!

grazie @rosemery, felice che ti sia piaciuto!

Bello bello. Amo moltissimo ''Il ritratto di Dorian Gray" e il vostro racconto non ha sfigurato affatto.

E' il primo a cui ho pensato, anche a me piace un sacco! grazie @pawpawpaw

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