I sensi del giovane Tito

in #ita5 years ago (edited)

Tito, benchè avesse solo sei anni, passava tutti i pomeriggi al porto di Ostia ad osservare i portuali affaccendarsi intorno alle navi in arrivo ed in partenza. Lo affascinava questo ordinato andirivieni che gli ricordava la disciplinata organizzazione del formicaio nel giardino dello zio materno. Questi nerboruti uomini caricavano e scaricavano i mercantili trasportando ogni tipo di mercanzia da e verso i magazzini.

Ma per Tito non era solo una gioco visivo, lui stazionava immancabilmente al porto, giorno dopo giorno, con uno scopo preciso: doveva essere lui il primo della famiglia a riconoscere la nave del padre, per poter correre, come se avesse le ali ai piedi, a casa ad avvertire la madre ed i fratelli.

Spesso si piazzava sul punto più estremo del molo, rannicchiato su uno scoglio battuto dai flutti, dove poteva abbracciare l'orizzonte con i suoi curiosi occhi neri. Per ingannare il tempo li chiudeva per diversi minuti e si concentrava sulle sensazioni che gli trasmettevano i sui sensi. La brezza che dispettosamente gli scompigliava i capelli, il sapore salmastro del mare che inalava o assaporava sulle labbra, lo sciabordio delle onde, il calore del sole che scottava la sua tenera pelle.

Si immaginava che, in quello stesso istante, in mezzo al mare sulla tolda di un mercantile, anche suo padre stesse assaporando le medesime sensazioni. Ma al calar del sole, con un po' di delusione, Tito se ne tornava a casa senza alcuna nuova novella da recapitare, quindi mangiava frettolosamente insieme ai fratelli per poter sgattaiolare nella sua stanza. Prima che sua madre gli intimasse di andare a dormire voleva giocare con il suo piccolo tesoro che conservava gelosamente accanto al letto.



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CC0 creative commons


In completa solitudine apriva lo scrigno con inciso la T del suo nome, ne estraeva una alla volta delle boccette di vetro sigillate da un tappo di sughero che rimuoveva accuratamente e avvicinandoci il naso ne odorava il contenuto. Di ogni spezia poteva nominare il nome e l'origine, e richiamare alla memoria ogni storia ad essa associata che il padre gli aveva raccontato con gran dovizia di dettagli. Da quella del mercante con un occhio solo e con strane calzature dalla punta arricciata, a quella dello strano animale con due gobbe.

Sebbene a grande distanza e condividendo poco tempo insieme, il rapporto padre e figlio si rinnovava e rinsaldava grazie agli aromi delle spezie di terre lontane, nutrendo l'immaginazione del piccolo Tito che accompagnava il genitore nei suoi viaggi con il pensiero.

L'ultima boccetta che il bambino dissigillava era sicuramente la più preziosa, anche se al momento non conteneva alcunchè, rappresentava la nuova spezia che il padre gli avrebbe portato in dono, assieme ad una storia che gli avrebbe stordito i sensi e fatto strabuzzare i suoi neri occhi, come il nero mare notturno che suo padre stava attraversando per tornare a casa da lui.



In partecipazione a:
theneverendingcontest n° 21 S2-P5-I1 – Contest di @spi-storychain

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Bello e originale😜 mi è piaciuto. Un saluto kork75 🤗

grazie per aver letto e per la tua positiva opinione

Un rapporto speciale raccontato in modo speciale.

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mai quanto i ns specialissimi lettori

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