Fino all'ultimo respiro

in #ita6 years ago

"Uscocchi, è così che ci chiamano, dalla parola "uskok" che nostra lingua madre significa fuggiasco. E' quello che siamo, è ciò che abbiamo imparato a fare fin da piccoli, in braccio alla propria madre o stringendo la mano di una sorella più grande, scappando da un nemico crudele, lasciandoci alle spalle la casa ed il villaggio dove siamo nati, ormai malinconico cumulo di macerie, con gli occhi gonfi di luttuose lacrime e fissi sull'ignoto orizzonte in cerca di un riparo.

Ci siamo trascinati per notti e giorni, seminando il terreno con i corpi di chi si accasciava sfinito per la fame e la disperazione. Solo l'istinto di sopravvivenza e l'attaccamento alla vita ci guidavano, facendo di noi un popolo randagio, generoso nell'accogliere altre anime sventurate, ma implacabile a colpire i nemici.

La nostra nuova patria non ha confini e non appartiene a nessun popolo, ma ogni uomo che ne solca la superficie può dirsi libero e sentirsi artefice del proprio domani. Siamo un popolo senza terra, perchè cacciati dalla nostra terra natale, ora andiamo per mare a caccia di navi ottomane per senso di vendetta e giustizia, per sfamare la nostra gente ed infliggere ogni danno possibile ai nostri infami nemici e a chiunque intrattenga commerci con loro.

Sono il capitano ma sulla mia nave siamo tutti uguali, ogni uomo darebbe la vita per salvare quella di un compagno, combattiamo guardandoci le spalle, uniti e compatti, come fossimo una fiera indomabile. Ci lanciamo all'abbordaggio sbraitando con tutto il fiato che abbiamo in gola per darci coraggio, per far sapere all'altro che non è solo, per intimare alla signora dalla lunga falce di tenersi alla larga, che la vita appartiene a noi soltanto.

Attacchiamo con il vigore del pugno chiuso e battiamo in ritirata con la rapidità del fulmine. Siamo un manipolo di uomini che combatte contro un'impero, non abbiamo una guerra da vincere, ma la necessità di preservare la nostra fiera esistenza. Gli eventi hanno fatto di noi dei pirati, la cui vita scorre senza curarsi del domani, come scorre a fiumi il sangue in battaglia ed il vino alla notte, che scalda e scioglie le tensioni, libera l'anima dai pregiudizi per aprire il cuore ad un'amore sincero ed incondizionato.

Caro amico di sventura, qui incatenati in questa prigione malsana, ti racconto la mia storia come se capissi la mia lingua, avrei potuto affidare le mie confessioni a questo umido muro che ci nega la libertà, ma alquanto lunga e penosa ci risulterebbe questa notte se confinati in un insopportabile silenzio. Prima che la fine giunga, voglio far udire la mia voce, fino all'ultimo respiro di vita..."

sunset-675847_960_720.jpg
CC0 creative commons

E così fu per il capitano Petar e il suo secondo Stojan, il suo amato Stojan, che all'alba di quel dì nefasto gli stava accanto come gli era stato durante la vita. Chini, ma non piegati nell'animo, con le mani legate dietro la schiena e il capo adagiato sul ceppo. Il boia sollevò la mannaia che luccicò sinistramente nel bagliore del sole nascente.

Improvviso e possente, il tipico urlo d'assalto dei pirati Uscocchi squarciò l'aria e rieccheggiò sotto i portici, amplificando la voce dei due pirati che sembravo chiamarsi l'un l'altro. I testimoni della macabra esecuzione trasalirono ed un freddo brivido di terrore ne paralizzò le membra, come se un nugolo di pirati si fosse realmente materializzato di fronte ai loro occhi.

Petar e Stojan andarono incontro alla morte con il coraggio di chi ha vissuto ogni giorno come fosse l'ultimo ed ammirato stupefatto ogni alba come fosse la prima, da uomini liberi, con una sconfinata fierezza nello sguardo ed animati dal reciproco affetto, certamente non più come fuggiaschi.


In partecipazione a:
theneverendingcontest n° 3 S3-P1-I1 - Contest di @spi-storychain

Coin Marketplace

STEEM 0.18
TRX 0.16
JST 0.029
BTC 62299.15
ETH 2428.96
USDT 1.00
SBD 2.65