Con la schiena piegata sotto il sole cocente

Era una notte stranamente silenziosa, in cui neppure le cicale facevano udire il loro frenetico canto, quasi che ogni creatura del campo fosse in attesa, col fiato sospeso, al compirsi di un presagio nefasto. Frederic, camminando tra i campi di mais, poteva percepire il calore assorbito dal terreno durante il giorno, che andava disperdendosi per mescolarsi con l'aria fresca ed umida, sprigionando aromi che ben conosceva.

Circospetto come un gatto, si introdusse nelle stalle e liberò una coppia di cavalli neri, che ad un suo secco commando vocale si lanciarono al galoppo, scomparendo alla vista una volta raggiunto il bosco. Quindi si diresse verso la porcilaia e senza alcun ripensamento ed esitazione estrasse la pistola e piazzò due colpi in testa al grosso maiale, che lanciò un soffocato rantolio, unico intermezzo sonoro che destò il suo pacifico sonno e lo transitò ad una morte pressoché indolore.

CC0

Ormai l'animo di Frederic era pervaso da un girandola di pensieri ed emozioni incontrollabili, irruppe in casa aggirandosi confusamente tra le diverse stanze come in cerca di qualcosa, ma tornando continuamente sui propri passi. Ogni oggetto su cui fissava lo sguardo gli raccontava la vita quotidiana della famiglia a cui erano appartenuti. Si avvicinò al focolare per ravvivare i carboni ardenti ed una volta incandescenti li fece rotolare sul tappeto del soggiorno. Sulla soglia dell'ingresso agguantò una bottiglia di vino, mentre le fiamme proiettavano la sua ombra sul selciato che sinuosamente si dimenava in una macabra danza votata alla distruzione.

Frederic si fermò ad un centinaio di metri dalla casa in fiamme, quindi rimase a contemplare il fuoco che si innalzava crepitando, e mentre percepiva il calore del fuoco sul viso e quello l'alcol del vino che gli riscaldava il corpo dall'interno, allo stesso tempo l'animo sprofondava in un gelido abisso senza fondo da cui era impossibile far ritorno.

Lunghi anni di stenti e fatiche, con la schiena piegata a coltivare la terra sotto il sole cocente, pagando ogni piccola conquista con il sudore e la devozione al lavoro. Tutto quello che aveva costruito per sè e la sua famiglia, veniva distrutto, cancellato ed incenerito per mano sua in una notte cupa e silenziosa.

Ma così doveva essere, null'altro che cenere era quello che il nemico avrebbe trovato, era il suo modo di combattere la guerra che si era abbattuta sul suo paese, nessun soldato straniero avrebbe dormito nella sua casa o si sarebbe sfamato col suo cibo, nessuno avrebbe goduto del suoi sforzi e del suo lavoro, nessuno avrebbe preso con la forza quello che abitualmente donava all'ospite, sempre ben gradito in casa sua.

Frederic ora era un uomo povero, non possedeva null'altro che la sua stessa vita, ma non per questo si sentiva sconfitto, sapeva che un giorno sarebbe tornato a rimuovere la cenere, con la schiena piegata sotto il sole cocente.