Chiacchere alcoliche
Dopo un intenso pomeriggio, passato a scorrazzare su e giù per Valparaiso, a caccia di murales dai colori sgargianti, rientriamo all'ostello per un meritata cena rilassante. Il posto è veramente nascosto, neppure il tassista che ci ha accompagnato il giorno precedente sapeva come raggiungerlo e ci ha abbandonato in un vicolo anonimo e con qualche indicazione pressapochista abbiamo proseguito a piedi. Un serie di calli strette, un cancello senza numero civico, un citofono singhiozzante, hanno provato ad ostacolarci ma alla fine siamo giunti nella nuova stamberga.
Dopo una frugale cena, ci sediamo all'aperto ad ascoltare il responsabile dell'ostello, dal nome alquanto curioso e dotato di un parlantina colorita a tratti volutamente ambigua. Jona, probabilmente diminutivo di Jonathan, intrattiene gli ospiti spaziando tra i più diversi argomenti, ma inserendo sempre nel discorso un elemento fisso: se stesso. Il protagonista assoluto di aneddoti spassosi e originali è invariabilmente lui, certamente una forma di vanità e voglia di auto affermazione, ma non tale da risultare sgradevole.
Dondolando tra le mani il suo bicchierone con un cocktail di un arancione sgargiante, ci racconta delle sue capacità di percezione sensoriale al di sopra del comune. L'argomento cattura la nostra attenzione quando cita due luoghi sul nostro itinerario di viaggio: la Valle magica dell'Elqui e San Pedro di Atacama. Secondo la sua personale esperienza sono posti agli antipodi, almeno dal punto di vista di influssi energetici, benefico il primo e deleterio il secondo. Ci racconta come sia dovuto scappare a gambe levate da Atacama, solo dopo poche ore dal suo arrivo, in preda a nausee e tremori, tutto a causa dell'influsso dei vulcani che circondano la zona.
Il siparietto ci diverte per la vivacità e la gestualità del nostro simpatico cicerone, instillandoci una vena di incontenibile curiosità che non vediamo l'ora di verificare di persona già nei prossimi giorni.