Archimede, il genio puro

in #ita6 years ago (edited)

Archimede nacque nella città-stato greca di Siracusa, in Sicilia, nel 287 a.C. Fin da piccolo suo padre Fidia, che era un astronomo, lo abituò ad osservare il mondo ed i suoi avvenimenti con occhio scientifico, stimolando la sua curiosità con letture di diverse tematiche e spronandolo a cercare le risposte usando il proprio intelletto. Tale approccio portò Archimede ad interessarsi di svariate materie tra cui la matematica, la geometria, la fisica, l'astronomia, l'ingegneria e la sua innata e sconfinata curiosità innalzò l'uomo a divenire il più grande scienziato dell'età classica.

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CC0 creative commons

Per soddisfare le esigenze della sua giovane mente assetata di sapere, soggiornò nella città egiziana di Alessandria e la maggior parte del tempo lo passò nella biblioteca cittadina che era la più grande del mondo. Intere giornate a sfogliare i testi antichi, tra cui quelli di Euclide, ed a confrontarsi con gli studiosi di ogni parte del mondo antico.

Fece amicizia con Eratostene che era terzo bibliotecario e a sua volta brillante scienziato ed il primo a calcolare accuratamente le dimensioni del globo terrestre. Proseguirono la loro amicizia anche a distanza con un fitto scambio epistolare, di cui qualche brano (di pura invenzione dell'autore) segue citato qui nel testo in grassetto.

“Caro Archimede, a due mesi dalla tua partenza ed in Egitto non si fa che parlare di te e della tua invenzione che i nostri geometri chiamano “la chiocciola”. Ricordo il giorno in cui ti posi il problema del trasporto dell'acqua vedendo delle giovani ragazze faticare nel trascinare le anfore e poi per una settimana quasi non toccasti cibo fino a che non ideasti la tua invenzione... ”

Infatti, durante la stimolante permanenza in Egitto Archimede inventò la pompa a spirale per il sollevamento dell’acqua (la cosiddetta “vite d’Archimede”) di cui gli Egiziani si avvalsero come mezzo valido per l’irrigazione delle terre non bagnate dalle esondazioni del Nilo.

Sicuramente il tratto più distintivo del suo genio era la gran capacità di osservazione, porre attenzione al dettaglio che apparentemente ai molti risultava insignificante, per seguire, in un flusso di pensieri ed intuizioni, un ragionamento astratto ma che concretamente portava al risultato finale, a verificare le ipotesi iniziali con un severo rigore.

E' facile immaginarsi Archimede a passeggio per la sua Siracusa e fermarsi all'improvviso ad osservare dei bambini intenti a giocare con delle trottole e sicuramente nella sua mente già germoliavano idee e teorie per dimostrare e calcolare il centro di gravità.

Per lui ogni avvenimento doveva avere una qualche spiegazione ed il requisito primario per arrivarci consisteva nel mantenere un'attitudine aperta a qualunque possibilità, una mentalità allenata a guardare le cose da un diverso punto di vista ed ad opporsi fermamente alle convenzioni ed ai preconcetti. Solo per contrastare il comune pensiero che non si poteva calcolare il numero di granelli di sabbia su una spiaggia, l'indomito scienziato pensò ad un nuovo sistema numerico basato sul calcolo esponenziale, abbastanza grande da poter enumerare i granelli di sabbia nell'universo!

All'occhio superficiale della gente comune Archimede appariva una persona distratta e poco incline a curare la propria persona, ma tale impressione era dovuta alla totale dedizione al pensiero analitico, all'ossessione per la ricerca della soluzione. Certamente in tale stato di completo assorbimento poteva capitare di dimenticarsi di mangiare o come narra la leggenda di uscire dalla vasca nudo e correre per la città esclamando Eureka! (ho capito) dopo aver scoperto come risolvere il problema della corona del Re.

Fu considerato un patriota per aver messo il suo genio al servizio della sua città fermando i Romani per anni inventando la catapulta e gli specchi ustori di cui fa accenno all'amico Eratostene:

“...è straordinario come la natura a l'ingegno umano combinati assieme possano divenire un'arma portentosa. Passando dinanzi ad un'armeria che teneva gli scudi lucidati in esposizione al sole mi sorprese il calore che emanavano e l'idea di usarli come specchi per incendiare le navi romane fu la scintilla che appiccò il fuoco...”

Il suo genio tenne in scacco matematici e studiosi per più di 2000 anni, i quali non riuscivano a dimostrare i calcoli dei sui risultati, fino al ritrovamento del Palinsesto di Archimede nel 1906, una pergamena di preghiere scritte sopra un testo di matematica con le opere di Archimede.

Tre secoli dopo la sua morte lo storico greco Plutarco disse di lui:

"Ha posto tutto il suo affetto e la sua ambizione in quelle speculazioni più pure dove non ci può essere riferimento ai volgari bisogni della vita".


In partecipazione a:
Lampi di Genio - Contest di @serialfiller il genio dei contest geniali


fonti:
https://www.famousscientists.org/archimedes/
https://www.tanogabo.it/archimede-di-siracusa-287-212-a-c/
https://it.wikipedia.org/wiki/Palinsesto_di_Archimede
https://it.wikipedia.org/wiki/Eratostene_di_Cirene

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Davvero un genio, immortale e fondamentale

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