Al confine tra passato e futuro [theneverendingcontest]

in #ita5 years ago

Sosuke Tanaka
Guardo mia figlia Akari e forse per la prima volta vedo che è cambiata. La sto aspettando e la intravedo attraverso la porta che sta perdendo tempo al cellulare, a scrivere chissà cosa a chissà chi.
Fino a poco tempo fa piangeva per andare a scuola e mi si arrampicava in braccio come un gatto.
Io facevo finta di fare il padre severo e ho sempre cercato di impartirle una buona educazione. Penso sia cresciuta bene, nell'armonia di una famiglia tradizionale. Io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto speciale, accomunati dall'amore per la musica e per il teatro. Io ho seguito le orme di mio nonno prima e di mio padre poi, nella passione per il bunraku, tipico teatro giapponese con i burattini, e in particolare per lo shamisen, una specie di liuto a tre corde, che accompagna la recitazione della storia. Figuratevi come si divertiva Akari! Con i burattini sono ancora un dilettante, in Giappone si dice che ci vogliono almeno 30 anni di pratica per saper muovere con maestria le marionette. Ma con lo shamisen, modestamente, me la cavo bene. La musica non è solo un accompagnamento ma dà colore alle rappresentazioni, crea l'atmosfera giusta, rende viva la narrazione. Non molte persone al giorno d'oggi suonano ancora gli strumenti tipici della musica tradizionale giapponese e sono fiero che mia figlia abbia imparato fin da piccola. Si avvicinava con curiosità al mio strumento pizzicando le corde con le sue piccole manine e faceva ridere tutti noi adulti, come i bimbi che recitano le poesie alle feste. E crescendo si è lasciata sempre più entusiasmare dalle tradizioni del nostro paese, affascinata dai sacri riti e dai mille colori.
Chiamo Akari e mi fa un gesto con la mano sbuffando, ride guardando il telefono e fa un piccolo balletto euforico. E' cosi buffa!


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Immagine CC0 creative commons





Akari Tanaka
Mi trucco velocemente. Mio padre mi sta aspettando per uscire. Oggi sono felice perchè la mia amica Momoko, organizzando la serata di domani, mi ha detto che ci sarà anche Yoori, un rgazzo della scuola che mi piace un sacco. Così vorrei comprare qualcosa di nuovo per l'occasione, voglio essere bellissima! Fosse per mio padre mi manderebbe col kimono anche in biblioteca! Lo vedo che, in questo periodo, è deluso perchè lo sto trascurando un po', ma lui non sa cosa sta capitando nella mia vita da quando ho incontrato Harumi, una ragazza della scuola un anno più grande di me, l'estate scorsa. Eravamo in un locale con amici comuni e mi sono messa a cantare sottovoce il ritornello della canzone che stavano trasmettendo quando lei mi disse che avevo una bellissima voce. Mi misi a ridere, imbarazzata. Non amo troppo i complimenti. Ma iniziammo a parlare di musica e scoprii che Harumi suonava la batteria in una band rock. Tre giorni dopo ero li anch'io, cantando con una chitarra elettronica in mano, lasciandomi trasportare in un mondo nuovo, pieno di energia e di vibrazioni forti, così diverso dalle forme delicate della nostra tradizione. Quando suono lo shamisen con papà mi immagino di sbizzarrirmi in un assolo di chitarra elettrica e di animare i burattini con suoni alternativi mai sentiti.
Papà mi fa cenno di muovermi proprio quando mi arriva sul telefono un messaggio di Harumi.
<<Non ci credo! Siamo state selezionate!!! Urrah>>
O mio Dio, non ci posso credere neanche io! Abbiamo partecipato a dei provini per partecipare a un concorso musicale e siamo in gara. E' fantastico, penso baciando il telefono e facendo un balletto di vittoria stile ninja. E' ora, decido di dirlo a papà.
Ma quando sono in macchina mi rendo conto che iniziare questo discorso mi risulta più difficile del previsto. Lui non fa che parlare dell’arrivo della Primavera Higan, che in Giappone è festa nazionale e si festeggia il passaggio verso una nuova stagione, calda e resa meravigliosa dai ciliegi in fiore, la primavera, che diventa metafora del risveglio, del passaggio dal buio dell’ignoranza alla luce della sapienza ...





Sosuke Tanaka
Finalmente riusciamo a partire. Speriamo di non trovare troppo traffico. Akari è felice, mi guarda e sorride. Tra pochi giorni inizia la Primavera Higan e dobbiamo prepararci, è un evento sacro per noi. E' usanza riordinare gli altari sacri che si hanno in casa, rendere loro omaggio, abbellirli con fiori, offrire agli dei abbondante riso cotto. Nel giorno dell’equinozio si riunirà tutta la famiglia e andremo a visitare le tombe dei nostri cari, sistemiamo le loro lapidi, le purifichiamo con acqua e doniamo loro fiori e incensi. Si pregano le anime degli antenati per chiedere loro consiglio e protezione. Durante queste celebrazioni di solito io e Akari eseguiamo qualche rappresentazione di bunraku con burattini e shamisen per intrattenere soprattutto i bambini. E' sempre una grande festa!
<<Papà devo confessarti una cosa. A scuola canto in una band musicale. Una rock band, e suono anche la chitarra elettrica>> dice Akari tutto di un fiato interrompendo il mio soliloquio. Gioca nervosamente con le dita delle mani e mi guarda di sottecchi aspettando la mia reazione. 17 anni, telefonino, rossetto, e ora la chitarra elettrica. Devo proprio essere stato cieco perchè non mi sono accorto di nulla. Suvvia, la mia piccola Akari su un palco rock a gridare il suo urlo di libertà e di ribellione insieme ad altre tre ragazze, suonando con enfasi i loro strumenti per un pubblico che salta e balla come indemoniato. Sorrido tra me e me, solo l'immagine che mi sono fatto davanti agli occhi è surrealista! Ma lei insiste, mi racconta della gioia che prova quando canta, di come abbia iniziato a studiare la chitarra, della sintonia che prova con le sue compagne, dell'importanza che ha per loro scrivere i propri testi delle canzoni per trasmette i valori e le verità in cui credono. Le brillano gli occhi quando mi dice che sono passate alla selezione per partecipare al concorso rock dell'anno, sezione junior, e della paura che aveva quando si è esibita. "Ho pensato che fossero tutti burattini e che tu li stessi muovendo per me" mi disse. Non potevo crederci. Dallo shamisen alla chitarra elettrica senza dirmi niente. Non potevo crederci.



Immagine CC0 creative commons


Akari Tanaka
Alla fine gliel'ho detto. Mi è sembrato di tradirlo. Lui guardava me, poi la strada, poi me, poi la strada. A tratti mi pareva che ridesse, ma in un attimo tornava serio e scuoteva la testa. Ma poi ha chiesto sussurrando dove era finita la sua bambina e io, sgranando gli occhi, gli ho detto che no, questo non me lo doveva fare, mi voleva impietosire con il dramma del padre abbandonato. Sono cresciuta, sono cambiata, ho sogni e desideri miei, è questo che cantiamo nelle nostre canzoni. Ma mi piace anche lo shamisen e tutta la musica giapponese, ho solo fatto un passo nuovo, solo mio. Papà capisci? Lui mi mette la mano sulla testa e, sapendo quanto mi dia fastidio, mi scompiglia i capelli. <<Se vengo a vederti in prima fila ti metterai il kimono per me?>> mi chiede, e nessuno dei due riesce a trattenere una risata.



In partecipazione a:
theneverendingcontest n° 10 S5-P2-I1 – Contest di @spi-storychain



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Che bella storia. Questo miscuglio tra traduzione e scoperta del nuovo è molto intrigante. La storia mi ha preso tantissimo facendomela leggere tutta d'un fiato. La scelta delle due voci rende il tutto perfetto.

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grazie ci fa molto piacere il tuo commento, si vede che il lavoro di squadra paga, uno ci mette l'idea e l'altro sviluppa la trama

Il costante contrasto tra tradizione e modernità è uno dei tratti salienti del Giappone, così come la particolarità dei rapporti familiari e il contrasto generazionale. Mi è piaciuto molto come siete riusciti a rappresentare tutto ciò in pochi paragrafi e a dare comunque al tutto un taglio molto positivo 😊

grazie, quella giapponese è una cultura ricca di fascino e tradizione, bisognerebbe avere la fortuna di poter visitarlo come i protagonisti del tuo racconto

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Una meravigliosa armonia di padre e figlia, disposti ad ascoltarsi ed accettarsi l'un l'altra nonostante le divergenze di vedute. Molto efficace l'alternarsi delle due voci: un duetto di sentimenti attorno allo stesso nucleo di realtà.

grazie un commento molto lusinghiero, specie se fatto dalle vette della tua prosa, abbiamo apprezzato molto il tuo ultimo racconto per scorrevolezza e sviluppo narrativo

Grazie per gli apprezzamenti; quelli per voi erano sinceri e meritati!

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