Abbazia di San Galgano

Dal parcheggio costeggiamo il campo di girasoli, che con la testa china implorano per una nuvola che veli l'impietoso sole. Anche le cicale si concedono lunghe pause di silenzio, affaticate dal frinire in una giornata dalla temperatura sahariana. L'antica chiesa gotica si presenta senza tetto, quale migliore declinazione architettonica per una messa con l'altissimo, nessun impedimento per un reciproco dialogo a cuore aperto, fissando gli occhi sul blu infinito.

Ma per questa sera sarà la musica a condurre il dialogo. Ci accasciamo sulle seggiole di plastica, mentre le tempie pulsano per la fatica. Dietro le mura, nascosto alla nostra vista, si leva il suono di un violoncello, che lentamente ed inesorabilmente ci strappa alle nostre sensazione fisiche. Bastano un manciata di note per perdersi e ritrovarsi in un'altra dimensione, un luogo di serenità dove girasoli, cicale e umani ascoltano in ossequioso silenzio il canto dell'altissimo.

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