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in #ita5 years ago

Questo racconto è stato scritto per partecipare a Theneverendingcontest n° 45 S5-P9-I1 di @spi-storychain sulla base delle indicazioni del vincitore precedente @adinapoli

Tema: Ipertensione
Ambientazione: Stazione ferroviaria

95- Station.jpg
CC0 Creative Common

“Basta, basta. Stavolta è davvero finita.” pensava il Dottor Giacomo Ambrosi mentre, pieno dei soliti sensi di colpa, attendeva il suo treno seduto nel piccolo chiosco. “Io qui ci rimetto le penne se mia moglie lo scopre. Devo smetterla di venire da Ambra, non posso più farlo!”. Come un mantra, dopo ogni scappatella il Dottor Ambrosi si riprometteva che mai più, mai più avrebbe tradito la moglie, rischiando peraltro che la gentile consorte, una donna decisa e dal gran cipiglio, gli facesse pagare caro quel suo piccolo svago.

Tuttavia passava una settimana, ne passavano due, e quando Ambra, una generosa e smaliziata vedova romana, chiamava il Dottor Ambrosi per andarle a fare una visita domiciliare urgente, il dottore fra un senso di colpa e un indugio infine cedeva al desiderio di rivederla e si recava da lei con una scusa.

“Ma stavolta basta! E’ davvero l’ultima volta che… che…” si inceppava sui suoi stessi pensieri, mentre con la mente ritornava al pomeriggio appena trascorso indugiando col ricordo sui momenti più birichini. Quella donna era davvero piena di fantasia…

Mai il Dottor Ambrosi, un arzillo settantenne in pensione, basso pelato e con la sua abbondante dose di pancetta sedentaria, avrebbe immaginato di trovare nuova linfa fra le lenzuola di quella procace sessantenne, ancora bella e fin troppo piena di energie. Credeva che alla sua età quelle gioie fossero relegate solo al ricordo o alla fantasia, ma aveva scoperto una sessantenne passionale che aveva risvegliato delle parti quasi morte. L’aveva conosciuta per caso alla recita del nipotino, quando mentre lei si dava da fare dietro le quinte per aiutare i bambini a cambiarsi il costume per il presepe vivente, era stata colta da un malore. Al microfono le maestre avevano chiesto di un medico in sala, e lui aveva risposto alla chiamata. Acqua e zucchero e gambe all’aria e l’ipotensione era subito passata. La signora Ambra, riconoscente per essere stata così prontamente rianimata, aveva pensato di ricambiare il favore, e di tanto in tanto era lei che rianimava lui.

Mancavano ancora una ventina di minuti all’arrivo del treno che, puntualmente in ritardo di oltre mezz'ora, lo avrebbe riportato a casa, quando il Dottor Ambrosi, immerso compuntamente fra il rimorso e il pentimento, notò la signora Ambra fra la folla, che si aggirava fra i binari scrutando il viso ai passanti, alla ricerca di qualcuno. Giacomo, col cuore in gola per la gioia di rivederla mista al terrore che qualcuno di conosciuto potesse notarli insieme, stava già lasciando il suo posto al chiosco per muovere qualche timido passo verso di lei quando da un treno saltò giù goffamente un uomo calvo, certamente oltre la sessantina e dalla pancetta prominente. Di sicuro non un bell’uomo, eppure di certo molto audace, poiché appena notata la signora Ambra la avvolse fra le braccia come un pitone stritolandola in un bacio da togliere il fiato. A quella scena Giacomo rimase di sasso, sentendo il sangue defluire improvvisamente da tutto il corpo per arrivare rapidamente alla testa. Divenne paonazzo mentre le tempie iniziarono a pulsare, il respiro ad accorciarsi e il capo a dolergli profondamente. Indietreggiò lentamente fino a riguadagnare lo sgabello del chiosco, dove si prese la testa fra le mani e attese che la pressione schizzata alle stelle ritornasse a livelli normali.

Quando rialzò lo sguardo, il pitone aveva appena staccato la bocca da quella di Ambra, lasciandole il volto rosso ed eccitato, gli occhietti brillanti e vispi e la bocca stropicciata. Punto nell’orgoglio, Giacomo si era intanto avvicinato furtivo ai due nonnetti, che davano in pubblico quell’orrendo spettacolo da adolescenti. Nascosto dietro un distributore di merendine sentì la nota risatina maliziosa di Ambra, quella di quando prometteva ciò che poi generosamente concedeva, che diceva all’amante mentre lo prendeva per mano e lo conduceva verso l’uscita: <<Vacci piano, stallone! Abbiamo tempo almeno fino a domani sera prima che torni Pietro!>>.

“Pietro?! C’è anche un Pietro, adesso?!” pensò impallidendo il Dottor Ambrosi, mentre il sangue che era defluito adesso risaliva ancora alla testa del povero vecchietto esplodendogli di nuovo in una crisi ipertensiva “Basta, basta. Stavolta è davvero finita” si riprometteva ancora il Dottor Giacomo Ambrosi, fra rabbia, colpa, vergogna e rimorso, che probabilmente sarebbero passati nel giro di una settimana o due.

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