BuonoXun giro sulla Camaro
Questo racconto è stato scritto per partecipare a Theneverendingcontest n° 55 S3-P1-I2 di @storychain sulla base delle indicazioni della vincitrice precedente @pawpawpaw
Tema: Chevrolet Camaro coupé
Ambientazione: Sogno
E così, il gran giorno era finalmente arrivato.
Ma infine il tempo aveva fatto il suo corso, e Oscar non stava più nella pelle. Quella era la domenica. La domenica in cui i suoi sogni si sarebbero realizzati e lui avrebbe finalmente potuto guidare l’amata Chevy di mamma. E conquistare Claudia. E soprattutto conquistare Claudia.
Aveva sognato mille volte quel momento, da quando l’auto era arrivata in casa quattro anni prima.
Ricordava come fosse ieri quel piccolo pacchettino col fiocco blu adagiato sul tavolo della colazione, accanto a un biglietto e a un bellissimo ibiscus rosso appena raccolto che adornava il posto della mamma. Papà di solito si alzava sempre dopo di lei, ma quello era un giorno speciale e le aveva preparato la colazione decorando la tavola come aveva potuto. Forse si aspettava un po’ di intimità con la moglie prima di andare a lavoro, sperando che i figli dormissero di più ormai che la scuola era finita, ma Oscar si era svegliato presto perché il caldo lo aveva fatto riposare male e così aveva assistito a tutta la scena.
<<Buongiorno amore, buon anniversario!>> Aveva detto la mamma al papà ai fornelli, stringendo da dietro la larga schiena. Oscar non ne era sicuro, ma aveva avuto l’impressione che la mamma, ancora in vestaglia, indugiasse un po' nell'abbraccio aspirando lentamente l’odore e il calore del marito mentre si aggrappava a quelle spalle larghe coperte dalla leggera camicia bianca.
<<Buongiorno Viola, buon anniversario tesoro mio>> Aveva risposto papà accogliendo fra le sue braccia la mamma e avvolgendola con un bacio.
<<E basta, dai! Che ci sono dei minori disgustati qui!>> Aveva interrotto Oscar.
<<Buongiorno tesoro. Mattiniero, stamattina?>> Lo aveva poi salutato la mamma baciandogli la testa. <<Si, non ho dormito bene. Dai, apri il pacchetto, sono curioso! Papà ha mantenuto il segreto fin ora, ma ha detto che è una bomba!>>.
Sorridendo, la mamma si sedette, accarezzò i petali vellutati del bellissimo ibisco rosso con due dita, prese con calma il biglietto del marito e leggendolo si girò a guardarlo con gli occhi lucidi, ricambiata da uno sguardo altrettanto carico di affetto. Venticinque anni insieme e sembravano ancora due adolescenti in amore.
Chissà cosa diceva quel biglietto, si chiese in seguito Oscar ripensando a quel giorno. Sul momento la sua attenzione era focalizzata sul pacchettino e non ci aveva nemmeno pensato. Oggi forse gli avrebbe fatto comodo trarre ispirazione dai modi romantici di papà per scrivere un messaggio a Claudia.
<<Non avevamo detto "niente regali"? Che cosa mi hai regalato, Paolo?>> aveva chiesto la mamma, prendendo finalmente in mano il pacchetto.
<<Ma non è un regalo... diciamo che è una cosa che ci servirà per andare alla nostra festa di anniversario.>> Aveva risposto enigmatico papà con un sorriso. Non era tipo da regalare gioielli, lo aveva fatto di rado, quindi il mistero del pacchettino si infittiva. Quando la mamma aveva finalmente scartato il dono trovandovi dentro le chiavi di un’auto era rimasta allibita. <<E queste?>> aveva chiesto. <<Le chiavi della tua nuova auto “per le uscite d'occasione” e per tutto quello che vuoi tu, amore mio. Vuoi vederla?>>. Fuori dalla porta di casa era parcheggiata una splendida Chevrolet Camaro coupé del 2017, elegante e magnifica.
La mamma non poteva crederci.
Viola aveva sempre desiderato un’auto sportiva e quella era perfetta per lei. Papà l’aveva comprata di seconda mano per pochi soldi dal padre di un cliente che subito dopo averla acquistata aveva progressivamente perso la vista per una brutta malattia, e l’auto era rimasta quasi sempre parcheggiata in garage, praticamente nuova. Non aveva nemmeno terminato il rodaggio.
Paolo sapeva quanto alla moglie sarebbe piaciuta: era nel suo stile. Non si era sbagliato e Viola l’aveva adorata, facendola diventare la loro auto per le passeggiate romantiche e le uscite da soli. “Tanto dietro si sta scomodi e voi, che siete alti, non ci entrereste”, ripeteva ai figli. La verità era che mamma era molto gelosa della sua macchina e nessuno poteva toccarla. Fra i due coniugi era sempre stata lei quella che amava le auto, la guida e la velocità, e Paolo lo sapeva bene. Ancora una volta era riuscito a stupirla con uno dei suoi soliti regali originali, che Viola sapeva ricambiare in maniera assai grata come piaceva tanto a Paolo.
A differenza delle sorelle, che avevano preso dal padre e guidavano solo per necessità, Oscar, il piccolo di casa, aveva preso dalla madre e quasi preferiva le auto alle donne. Si era innamorato di quella Chevrolet appena l’aveva vista, ma Viola, che lo conosceva bene, aveva messo subito le cose in chiaro: <<Toccherai mai la mia coupè solo quando ne potrai acquistare una nuova!>> aveva sentenziato secca guardando gli occhi del ragazzino pieni di bramosia.
Quando Oscar aveva preso la patente, a 18 anni e un trentasette giorni, gli era stato concesso di guidare, di tanto in tanto, l’utilitaria di papà e in occasioni speciali la berlina di mamma, ma mai la Camaro. Allora per Natale, come regalo, quando i genitori si informarono se ci fosse qualcosa che desiderava, aveva risposto: “C'è una cosa che desidero moltissimo, quest'anno: fammi fare un giro sulla tua Chevrolet!”. Viola era diventata rossa in faccia per la rabbia: quel moccioso stava violando un tabù! Ma lui era stato molto persuasivo: <<Pensaci, mamma: non ti costerà nulla perché voglio solo questo regalo per Natale, e sono disposto ad aspettare che trascorra il mio anno da neopatentato prima di sfruttare il mio giro. Ti prego!>>. Oscar sapeva di avere gli occhi profondi e vellutati del padre, e mentre parlava rendendo la voce più dolce e suadente che poteva la guardava dritto negli occhi, così che Viola, sciogliendosi di fronte al figlio preferito, non poté fare altro che acconsentire.
Quell’anno Oscar trovò un biglietto appeso all’albero di Natale che recitava “Buono per un giro sulla Chevrolet Camaro Coupè di mamma valido dal 26 dicembre 2023.”. Il conto alla rovescia era iniziato!
Quanto lo aveva aspettato, quel giorno!
Era domenica e la mamma gli aveva fatto trovare le chiavi sul tavolo. <<Vai, e divertiti. Sta’ attento, mi raccomando!>>. Al colmo dell’emozione, Oscar aveva afferrato le chiavi e senza nemmeno fare colazione era corso fuori ad accendere quel sogno di auto. Il motore faceva le fusa sotto i suoi piedi, che si muovevano come quelli di un pianista sui pedali del proprio strumento, producendo una musica celestiale mentre le gomme sfioravano l’asfalto. Oscar non aveva mai guidato un’auto con tutti quei cavalli, e gli sembrò di volare mentre dava gas per tirarli tutti fuori dalla scuderia. Vide Claudia affacciata alla finestra di casa sua, e nello scorgerlo in quell’auto le brillavano gli occhi. <<E’ fatta>>, Pensava Oscar. In un lampo lei era giù in strada, con un vestitino mozzafiato e quei bellissimi occhi da cerbiatta. <<Mi fai fare un giro?>> Gli aveva chiesto lei ammiccante, salendo in auto con fare fluido e sensuale. Guidarono insieme verso il tramonto fino alla “collina degli amanti”, lì lui fermò l’auto e iniziò a baciarla con fervore, mentre lei lo accarezzava dove lui aveva sempre sognato. Stava già arrivando il dunque quando la voce della mamma gli risuonò nelle orecchie, richiamandolo alla realtà.
<<Oscar, è mezzogiorno! Alzati, dai, che tra poco si va a pranzo dalla nonna!>>.
Un sogno. Era stato tutto un sogno, l’ennesimo.
Il giorno però era arrivato davvero, e Oscar tirò fuori dal cassetto del comodino il biglietto di Natale dell’anno prima, ormai scolorito per tutte le volte che era stato aperto, letto, richiuso, accarezzato.
<<Mamma, oggi userò il mio regalo di Natale!>> esordì il ragazzo restituendo il buono alla madre.
<<Bene. A che ora?>> Chiese Viola, apparentemente tranquilla. Probabilmente aveva avuto un anno intero per metabolizzare a sufficienza la cosa.
<<Non saprei… nel pomeriggio, penso. Diciamo intorno alle 4, va bene?>> propose Oscar, facendo rapidamente i conti sull’orario migliore per realizzare i suoi piani e trasformare il sogno che aveva fatto in realtà.
<<Certo, benissimo tesoro.>> Rispose Viola con un sorriso.
All’ora stabilita Oscar si presentò strigliato e profumato alla madre. <<Ma che ti sei messo? Hai fatto il bagno nell’acqua di colonia? Vatti a cambiare o mi impuzzerai l’auto! E niente ma! Il buono vale per te, non per i tuoi vestiti ammollati nel profumo! Rischieresti un incidente inebriato dall'alcol del tuo stesso odore, e io ci tengo che tu mi restituisca intera la mia macchina!>> Lo rimbrottò la madre. A nulla valsero le sue giustificazioni: dovette cambiarsi dalla testa ai piedi. Quando si ripresentò a Viola, molto più sobrio di prima, lei lo accolse con un sorriso <<Eccolo qui, il mio ragazzo! Ecco a te>>, gli disse mettendogli le chiavi in mano <<divertiti, ma stai attento!>> lo salutò: proprio come nel sogno!
Al settimo cielo Oscar corse in macchina, mentre la madre ancora gli urlava dietro qualcosa. Ma proprio quando il cancello di casa si spalancò e lui infilò finalmente le chiavi nell’auto, lo sportello passeggeri si aprì e Viola gli si sedette accanto. <<Cosa fai, mamma?!>> chiese Oscar sgranando gli occhi come chi è stato appena fregato.
<<Un giro con mio figlio, naturalmente. Non avrai certo pensato che ti lasciassi l’auto per andartene in giro da solo! Però puoi chiederlo al prossimo Natale se vuoi.>>. Concluse Viola con un tono che non ammetteva repliche.
Anche gli ultimi fumi dei sogni di Oscar si dissolsero come neve al sole di agosto.
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