Varroa - ingabbiamento regina e trattamento con acido ossalico

in #ita6 years ago (edited)

Varroa - ingabbiamento regina e trattamento con acido ossalico

Ci siamo lasciati con gli aspetti fondamentali dell'acaro varroa, quest'oggi ci concentreremo su quali metodi ha escogitato l'uomo per cercare di combatterla.
Vi avevo accennato la tecnica dello zucchero a velo, ovvero un sistema che permette all'apicoltore di determinare lo stadio d'infestazione da varroa. Il sistema consiste nel riempire un barattolo da miele da 500g che conterrà all'incirca 300 api e cospargerle di zucchero a velo o farina, in questo modo attiveremo il meccanismo di grooming, che permetterà un distacco della varroa, e a questo punto basterà liberare le api per avere un resoconto delle varroe cadute sul fondo del barattolo.
Ebbene in questa maniere l'apicoltore può determinare a che punto dell'infestazione ci si trova, il periodo apice della varroa è durante l'estate nel periodo di luglio/agosto dove la famiglia raggiunge il maggior numero di unità. Un altro sistema anche esso frutto del ingegno degli apicoltori è il telaino T-3 Campero dell'omonimo apicoltore Michele Campero, che sfruttando una divisione in 3 parti del telaino, lasciato a solo covata maschile, riesce sia a monitorare che a tamponare la varroa nel periodo estivo/primaverile.

Esistono vari metodi di approccio alla varroa sia per quando riguarda la linea del biologico che del convenzionale. Vi porterò quelli che sono i principali metodi biomeccanici e chimici nella lotta alla varroa nel mondo del biologico, ovvero la mia linea di approccio all'apicoltura.
Il metodo biologico che riscontra maggior successo è senz'altro il blocco di covata, che consiste nel confinamento della regina per circa 24 giorni, il tempo della larva del fuco per arrivare allo sfarfallamento. Ma come avviene il confinamento?

Il confinamento della regina può avvenire in diverse modalità, nel tempo gli apicoltori hanno cercato metodi alternati e più veloci per cercare di replicare questa pratica e al contempo mantenerla efficiente. In questo momento la tecnica apistica consigliata, prevede l'utilizzo delle gabbiette Scalvini dotate di escludi regina. La regina vine introdotta all'interno della Var-Control ed infine adagiata tra i telaini con maggior presenza di covata, in questa maniera il forte feromone manterrà le api vicine assicurando la giusta temperatura per la crescita delle larve, le ultime prima delle liberazione dopo circa tre settimane. In questo modo le varroe non potendo parassitare le larve, saranno costrette nel trasferisti sulle api adulte che verranno successivamente trattate con apposito acido ossalico in formula Apibioxal al termine del blocco di covata.
La somministrazione dell'acido ossalico può avvenire in due principale maniere; per gocciolamento e per mezzo di subblimazione.
Apibioxal è un presidio medico a base di acido ossalico che garantisce un efficacia fino al 95% in assenza di larve, ciò significa che nel caso il blocco di covata non sia andato a buon fine il risultato sarebbe praticamente nullo.

Vi riporto alcune foto di quando ho eseguito l'ingabbiamento e il successivo trattamento.


Ho eseguito il trattamento tramite gocciolamento.


Questa tecnica appena mostrata che prevede prima il blocco di covata con successivo trattamento a base di acido ossalico, è il protocollo consigliato dai maggiori enti apistici italiani e dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale, tengo a precisare in italia, per quanto riguarda le norme veterinarie tra noi e molti stati dell UE e del resto mondo passano scusate il termine “anni luce”.

Quali altre alternative sono consentite nell'apicoltura biologica?

Le soluzioni all'interno del campo del biologico non sono molte troviamo gli acidi organici come Acido ossalico e Acido formico, e l'uso di oli essenziali come il timolo che garantiscono di non lasciare residui all'interno del miele e della cera. Oltre le tecniche biomeccaniche sopracitate adatte però solo alla fase di monitoraggio.
Parleremo più avanti per quanto riguarda i vari metodi di somministrazione e le differenze principali tra ossalico e formico.

Questo era il bel mondo del biologico, ora passiamo al convenzionale e hai suo numerosi metodi strettamente chimici di risoluzione al problema.

Nell'elenco che vi riporto troverete presidi ormai fuori legge, e non più in vendita, mi riserverò la libertà di evidenziare quelli attualmente ancora in uso in italia e soprattutto all'estero.

  • Apitol (Ciba geigy), Granuli idrosolubili da distribuire sulle api, cotiniene alla base cimiazolo cloridrato. Utilizzo vietato.

  • Apistan (Vita Europe), l'apistan vede alla base il tau-fluvalinae ampliamente usato nel mondo dell'apicoltura fino agli inizi degli anni '90 il suo abuso porto ad una resistenza da parte dell'acaro. Ad oggi risulta inefficace e non consentito.

  • Folbex VA (Bayer), a base di coumaphos, anch'esso distribuito con azione sistematica sulle api.

  • Apivar (Laboratori Biovè), a base di amitraz, tossico, ancora utilizzato.

  • Fluvalinate: principio attivo ritornato ultimamente dopo gli ultimi miglioramenti in laboratorio, illegale in Italia, ma ancora utilizzato.

  • Supona (Timectin), illegale ma ancora utilizzato in gran parte del est europa.

Esistono però anche metodi chimici alternativi che vedono alla base acidi organici come lattico, ossalico, formico e oli essenziali come timolo, eucalipto e canfora. Troviamo in questa forma
Apilife var, Apiguard, thumovar, Api-bioxal e Varterminator. Tutti consentiti in italia.

Bisogna considerare che l'arrivo della varroa in Europa e di conseguenza in Italia non è stato graduale, ma bensì frutto dell'uomo, e per questo motivo che senza l'ausilio dei metodi chimici nei primi anni '80/90 non sarebbe stata possibile la sopravvivenza dell'ape mellifera.

Fonti:

Telaino T3
Istituto zooprofilattico sperimentale
Linee guida
Chronic toxicity of amitraz, coumaphos and fluvalinate to Apis mellifera L. larvae reared in vitro
Supona
[Apicoltura, Il Castello]


Foto:

Vignetta realizzata da @sbarandelli!
Tutte le foto sono di mia proprietà


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Immagine CC0 Creative Commons, si ringrazia @mrazura per il logo ITASTEM.
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Pur non essendo un apicoltore, ho letto il tuo post con curiosità. I parassiti di piante ed animali mi hanno sempre trasmesso grande fastidio, in particolar modo per la loro capacità di indebolire ed infastidire i soggetti vittima dell'attacco.

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Affascinante e allo stesso tempo spaventoso!

E' un interessantissimo capitolo di questa attività ( a me sconosciuto prima di collaborare ). Io sono onorato di averti dato un piccolissimo apporto grafico. Ho alcuni amici che come te sono apicoltori e mi ha sempre affascinato questo mondo e anche il rapporto quasi di solidarietà fra uomo e ape.

chi lo sa che un giorno non mi diventi "art"icoltore!

e complimenti a te e a @pab.ink !

L' acido ossalico serve anche per la scultura in pietra :-D

cioè!? corrodendola? @carolineschell

No, è piú un processo di politura :-D



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