Apitossina

in #ita6 years ago (edited)

Apitossina

Quando pensiamo al veleno di un animale istintivamente il cervello lo associa ad un qualcosa di negativo, e forse non ha tutti i torti, ma sappiamo allo stesso tempo che con il termine Pharmakos in Greco si intendeva anche la parola veleno.
I primi cenni storici risalgono al 460a.C. dove Ippocrate chiamò il veleno d'api "Arcanum" in quanto lo riteneva un rimedio misterioso. Da li in poi numerose furono le citazioni riguardanti il veleno d'api utilizzato all'interno della medicina, anche nel Corano troviamo menzioni per quanto riguarda il veleno d'api "Dal ventre delle api è prodotta una sostanza che è una medicina per gli uomini".

Apiterapia?
La tecnica prevede l'applicazione diretta della puntura d'ape, quindi senza estrarre il veleno in precedenza, ma lasciando che sia l'ape stessa ad immettere il veleno. Si prevede un applicazione progressiva iniziando da una singola puntura il primo giorno e aumentando progressivamente nei successivi. L'effetto emorragico del veleno d'api riesce a stimolare la circolazione, la accelera ed intensifica dilatando i vasi sanguigni. In tal modo si avrà un beneficio per quella che è l'ossigenazione locale e l'eliminazione di scorie. Il veleno è anche secondo alcuni esperti adatto nella cura delle ferite cutanee superficiali.
Come affermavamo nel post precedente riguardo la pappa reale anche essa in grado di stimolare la rigenerazione cellulare e di collagene, ma in questo caso è l'effetto infiammatorio che andrà a stimolare l'azione.

Andiamo ora ad analizzare il veleno più nello specifico

ComponentePercentuali
Melittina.52%
Adolapina.2-5%
Fosfolipasi A2.10-12%
Ialuronidasi.1-3%
Istamine.0,5-2%
Dopamine e noradrenaline.1-2%
Proteasi-inibitori.1-2%

Come detto in precedenza, la terapia a base di veleno d'api era già nota all'antica Grecia, ma non si conoscevano realmente i benefici che esso poteva portare al punto da chiamarlo “rimedio misterioso”. Vediamo quest'oggi però come il campo della medicina si stiamo muovendo nella ricerca in questo capo. Come nel caso di questo studio portato avanti dai ricercatori Md. Sakib Hossen,1 Siew Hua Gan,2 and Md. Ibrahim Khalil1,2, dove viene analizzato il veleno d'api in relazione al diabete mellito.
Essendo il diabete mellito uno tra i disturbi del sistema endocrino più comune è importante andare sempre alla ricerca di nuovi comporti trapeurici antidiabetici, da varie fonti compresi i prodotti delle api.


Melittina: costituisce dal 40% al 55% il peso specifico del veleno, è un peptide costituito da un filamento di 26amminoacidi dove la testa è idrofoba e il terminale idrofilo e basico. Nello specifico
Come riportavamo nella tabella sopra citata, la melittina è il peptide e l'elemento principale nella composizione dell'apitossina esso come evincono ricerche portate avanti sugli animali, è in grado di abbassare i livelli del glucosio e di diversi lipidi agendo su determinati percorsi all'interno dell'organismo.
Uno tra questi è proprio la stimolazione delle cellule “beta pancreatiche” nelle secrezione dell'insulina. Anche tramite la fosfolipasi A2, l'aumento dell'assorbimento del glucosio e la regolazione del profilo lipidico.

Cellule beta-pancreatiche: ( Le cellule β (cellule beta) sono le più numerose tra quelle presenti nel pancreas (circa il 60% delle cellule insulari) ed occupano le zone più interne delle isole di Langerhans, dette anche isole pancreatiche (gruppi di cellule ad attività endocrina) e secernenti insulina che costituiscono circa il 2% della massa pancreatica.
Tali cellule sono quindi in grado di controllare i livelli ematici di glucosio secernendo insulina, ormone ipoglicemizzante, in risposta ad un aumento della glicemia.

Queste ricerche fino ad oggi portate avanti sugli animali sono state preparate come risorsa preliminare nella raccolta di informazioni sul potenziale del veleno d'api, in particolare sull'effetto della melittina nel diabete mellito. Ma ancora oggi mancano studi in “vivo” adeguatamente condotti con l'utilizzo della melittina. Ma alla luce delle ricerche fatte questo futuro non sarà cosi lontano.

Esistono però anche delle possibili controindicazioni nell'utilizzo del veleno d'api, in primis l'allergia ad esso che può sfociare in shock anafilattico, quindi è doveroso sapere se si è a tale sostanze prima di di utilizzarla. Altre complicanze posso essere suscitate nei casi di nefropatie, donne in gravidanza, casi di albuminuria e idropsia.
Anche complicanze cardiovascolari non sono favorevoli nell'utilizzo del veleno d'api, ad esempio: endocardite, pericarditem, angina pectoris, ateriosclerosi, ecc

Si è notato come l'apitossina riesca a penentrare il virus dell'hiv e distruggerlo, questo perchè come nell'azione di penetrazione dei nostri tessuti, attraverso speciali enzimi che vanno a sciogliere le membrane cellulari, esse riescono nel penetrare il capisde e il pericapside del virus che protegge il filamento di Rna al suo interno (quindi non solo quello dell'hiv). In questo i ricercatori hanno visto la possibilità attraverso una soluzione spalmabile sulle mucose orali di evitare la diffusione del virus. Molto interessante è il fatto che come l'hiv anche i virus dell'epatite condividono le caratteristiche tali per cui il veleno d'api riuscirebbe a penetrare all'interno del rivestimento protettivo.


Fonti:

Ricerca Melittina
Apiterapia
Hiv
Struttura Virus
Cellule_β


Foto:
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Immagine di mia proprietà, realizzata da @pab.ink un ringraziamento speciale al team di @DaVinci.art

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Bravo @phage93 un ottimo post. Sviluppato con cura e dettagliato in tutte le sue parti. Complimenti!

Davvero un post interessante!!!!! Speriamo che queste ricerche non si fermino mai ma che diano sempre più buoni risultati e nuove speranze.
Grazie a te, scopriamo quanto siano importanti e uniche queste nostre amiche apette!
Bravo! Gran bel lavoro!

:) Grazie!



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