Gattaca - La porta dell'universo

in #ita6 years ago (edited)

Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.

Questa frase famosa è stata scriutta da A.C. Clarke, noto autore di letteratura di fantascienza, e sfruttata migliaia di volte sia da film che come slogan pubblicitari di oggetti legati alla tecnologia.

Ma se noi invertissimo l'assioma potremmo dire che ogni tecnologia abbastanza potete potrebbe diventare una normalità, in un mondo dominato dal progresso.

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Foto di qimono CC0 Creative Commons - Libera per usi commerciali - Attribuzione non richiesta

Nella seconda metà degli anni '90 Andrew Niccol è un regista acclamato di pubblicità, un cineasta completo che ha nel cassetto una serie di idee figlie della letteratura, e cinematografia, degli anni '60. Ma con uno sguardo, critico, al mondo di domani.
La fantascienza è sempre stata un vasto universo dove ci si poteva far finire dentro di tutto, dalle spade laser ai virus venuti dallo spazio. Dalla scusa di Dio alla giustificazione neurale di una rete che gestisce l'uomo e la sua umanità.
Ma la Fantascienza diventa con la lettera maiuscola, quando si pone domande su problematiche che riguardano il prossimo passo dell'esistenza stessa. Domande figlie delle risposte delle politiche, e delle teorie, che regolano l'attualità sociale, economica, tecnologica ed etica.
Sia ben chiaro non pretende di dare delle risposte, forse accade con qualche autore pretestuoso o strettamente legato ad una confessione religiosa.
Ma dai libri su riscaldamento globale ed alle problematiche energetiche di Matheson, dal sonno post morte e la collettività del pensiero sospeso di Dick ad alcune tematiche tocate dai film di Niccol il passo è breve. In Time, S1m0ne e The Truman Show sono figli, legittimi, di quel periodo, ma il vero capolavoro, Andrew Niccol, lo realizza con Gattaca.

Immaginate un futuro non molto remoto, immaginate di poter programmare i vostri figli per uno specifico ruolo, scienziato, musicista, poliziotto, atleta. Immaginate che qualsiasi cosa accada, qualsiasi risultato si ottenga, senza questo corredo genetico programmato, non si può essere accettati in una determinata cerchia.

Questo è quello che succede a Vincent, cadetto presso Gattaca, ente spaziale da dove partono le missioni per il sistema solare. Vincent è uno studente modello, spesso primo in ogni categoria ma privo del corredo genetico utile al suo successo. Per questo si dovrà alleare con Jerome, atleta con un grave infortunio che gli venderà la sua identità. Vincent, dentro Gattaca, conoscerà anche Irene, una ragazza programmata che non è alla sua altezza in fatto di risultati. Ma la vera scena chiave è quella in cui Vincent ed il fratello Antony, poliziotto programmato, nuotano come facevano da bambini e Vincent fa capire al fratello che si possono mantenere le energie per tornare indietro o si può puntare tutto per giungere all'obiettivo.

La morale, se vogliamo chiamarla in questo modo, è ben chiara. Non esiste corredo genetico che possa darti il coraggio e la forza interiore di andare avanti, di puntare dritto al tuo scopo.
Un tempo lo avremmo chiamato romanzo di formazione.

Ma Gattaca non è solo questo, i richiami alla genetica sono presenti ovunque, dai titoli di testa, dove si enfatizzato le iniziali dei quattro elementi che compongono il DNA (adenina, citosina, timina e guanina), al titolo, un gioco di lettere degli stessi elementi. Al nome di alcuni personaggi, tra cui Jerome, Genoma.

Il tutto, come se non bastasse, è incorniciato in una fotografia sempre virata su una dominante diversa dai colori naturali. Saturando le tematiche moderne con un sapore degno dei film degli anni sessanta. Quelli fatti di ambientazioni, allora, moderne ed oggi in discussione in buona parte del mondo.
Ma forse la fantascienza è anche questo, il rimettere in discussione dogmi che pensiamo cementificati in noi e nella cultura a noi contemporanea.

Come se non bastasse questo film è supportato da una colonna sonora enfatica. Il Maestro Michael Nyman qui struttura un tema che ricorre spesso, nelle quasi due ore di film, alternandolo ad arrangiamenti votati al crescendo. Uno studio parallelo visto poche volte in una opera prima.
Niccol non ripeterà mai un tale capolavoro.

Personalmente non ho ancora visto, dopo 21 anni, un film con tematiche simili costruito, lavorato ed interpretato in maniera simile.

Lo trovo un vero peccato.

Ma, probabilmente, ogni tecnologia abbastanza potete potrebbe diventare una normalità, in un mondo dominato dal progresso.

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