Marlena [Il mio viaggio fuori concorso]

in #ita6 years ago (edited)

Giulia respira. Parcheggia la macchina e scende.
Alza lo sguardo per poi riabbassarlo subito. Si guarda i piedi appoggiandosi alla portiera.
Chiude gli occhi e ascolta la canzone che sta ascoltando ormai da ore e ore provenire dalle sue cuffiette rosa.
È stato un lungo viaggio il suo. Sette ore di auto passate a pensare a quello che stava facendo, a chiedersi con quale parole contattare sua sorella, a domandarsi cosa sarebbe successo da quel giorno.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca e cominciò a scrivere un messaggio. Su messanger.

Mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto.
Lo so che queste parole avresti voluto sentirle quella sera. Ma non ce l'ho fatta. E mi dispiace.
Mi dispiace di averti trattato male e di avere usato parole pesanti che non ti meritavi.
Ma sono cambiata da quel giorno. Si Marlena, io da quella sera sono diventata un'altra persona. Sei partita dicendomi che avevi bisogno di trovare te stessa e uno scopo nella vita, e io invece di assecondarti e spronarti, ti ho aggredita e accusata di egoismo.
Ma l'ho capito che ho sbagliato. Ho capito che ne avevi davvero bisogno, che era la cosa migliore per te. Ho capito che non mi stavi abbandonando, ma semplicemente stavi rincorrendo quella Marlena che si era un attimo persa.
Mi dispiace. La vita ci ha portato a crescere troppo in fretta ma trovarmi da sola è stato devastante per me. Io so che da quando mamma e papà sono morti tu hai preso le redini della tua vita e della mia portandoci in salvo e facendoci vivere nel modo più spensierato possibile.
Ma devi capire Marlena che tu eri tutto ciò che la vita non mi avevi tolto e non ero pronta ad affrontare la vita senza la tua mano.
Quando mi hai detto della tua voglia di esplorare in mondo per poter finalmente respirare, ho creduto che volessi semplicemente liberarti di me e non avere più tutto il peso sulle tue spalle. Mi hai dato della bambina, ed avevi ragione.
Dentro di me sono ancora quella bambina seduta nel seggiolino dietro che ti tiene la mano, mentre il destino ci toglie tutto.
Mi dispiace moltissimo di averti sbattuto la porta in faccia quella sera ed aver chiuso tutti i ponti con te. Mi dispiace davvero tanto. L'egoista sono stata io. Con il mio egoismo ti ho tolto un pezzo fondamentale della tua vita.
Io so che non è stato facile per te, anche se spero che girare il mondo ti abbia alleggerito il peso di questa ferita che ti ho lasciato.
Ma questo tuo viaggio, la tua partenza e il passare di questi due ultimi anni sono serviti anche a me. Sono cresciuta, maturata e mi sento a pezzi per come mi sono comportata. Le mie parole sono frutto di tante serate spese a pensare e a piangere per te e per noi. Sono settimane che provo a contattarti, ma non ci riesco. Sento le parole fermarsi in gola, non riuscirei a parlarti o scriverti. Forse un po' egoista lo sono ancora, ho paura che sia tardi, che ti ho persa per sempre. Ho provato in tutti i modi a cercare di chiamarti o scriverti, ma mi frenavo sempre.
Ma il destino arriva sempre a bussare alla porta della nostra vita.
L'altra sera ho sentito passare alla radio una canzone. Una canzone che parla di te, Marlena. Non potevo credere a quello che stavo sentendo! Qualcuno, un cantante a me sconosciuto, ti stava dicendo ciò che io non avevo il coraggio di dire.
Non posso fare più finta Marlena, non riesco più ad andare avanti.

Le lacrime le coprono gli occhi e non riesce più a scrivere. Con la manica della felpa si asciuga il volto e alza lo sguardo.

CIMITERO COMUNALE

Rimane qualche minuto ad osservare quella scritta quasi sbiadita sul cancello. Alcune persone le passano accanto e i loro occhi si incontrano.
Parole non dette, di dolore e coraggio, viaggiano tra i loro occhi.

Toglie una cuffietta da un orecchio ed entra. Il silenzio la disarma. Mette il cellulare in tasca e si avvia verso una fila di lapidi. Non sa dove cercare, leggere tutti quei nomi sconosciuti appesantisce la sua angoscia.

Si ferma. Legge i nomi e osserva le fotografie. Con una mano prende il cellulare e con l'altra rimette la cuffietta all'orecchio. La musica la tranquillizza e torna a respirare regolarmente.

Torna alla schermata del telefono e continua a scrivere.

Ti scrivo da casa. In realtà sono davanti alla mamma e papà. Lo so che non ci crederai, ma è così. Sono riuscita a fare quel viale che dieci anni fa ho rifiutato. Quel viale che ti ho fatto sempre fatto fare da sola.
Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Dopo tutto quello che hai fatto per me, non lo meritavi.
Mi manchi ed ho bisogno di te. Voglio scriverti un pezzo di quella canzone, forse loro, sanno parlare meglio di me.

Che c'ho una frase scritta in testa ma non l'ho mai detta
Perché la vita senza te non può essere perfetta
Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa che non voglio più aspettare
Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna che ho paura di sparire

Maneskin - Torna a casa

Ti prego perdonami, ma voglio essere egoista ancora una volta. Termina il tuo viaggio per me Torna a casa. Marlene torna da me.

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Immagine Creative Commons cc0, fonte

Giulia premette invio e spense il telefono.

Con la canzone tra testa e cuore si sdraiò tra le tombe dei suoi genitori e, tra le lacrime, si abbandonò a quella bambina che dentro di lei chiedeva solo di essere liberata.

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Questo sarebbe stato il mio viaggio se solo avessi potuto partecipare al theneverendingcontest...

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Davvero emozionale!!! Brava :-D

Grazie mille!

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Bel racconto, davvero, intenso e profondo, pieno di sentimento struggente, un lavoro ben congegnato e decisamente riuscito, ti esprimo i miei complimenti, brava @pawpawpaw

Grazie mille! Gentilissimo!

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L'ho letto tutto di un fiato perché se mi fermavo piangevo ;) Complimenti!

Grazie mille, Son contenta che sia riuscita a trasmettere l'emozione della protagonista! ^_^

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Sai essere sempre molto intensa, mi è piaciuto tantissimo! Brava brava

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Grazie mille davvero ❤

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Come l ho letto mi sono risentita la canzone dei maneskin in testa, bravissima!

Grazie :D

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