Scivolo

"Nonno!! Nonno!! Ho finitooooo!! Ma nonno che stai facendo?"
Enzo perso nei suoi pensieri stava guardando fuori dalla finestra.
"Nonno" disse il bambino avvicinandosi "Nonno che cosa guardi?"
Solo in quel momento Enzo si accorse che non era solo. Abbassò lo sguardo sul nipote.
"Niente Paolo, niente. Stavo solo guardando se pioveva o no"
Ma non era vero. Aveva mentito.

Guardava quello scivolo abbandonato, ormai pieno di foglie, mai più toccato da quel giorno.

Guardò di nuovo suo nipote. Era un bambino coraggioso. Da quel giorno era diventato la sua ancora, la sua salvezza, la sua unica famiglia, la sua vita. Avrebbe dovuto essere il contrario, lo sapeva.

"Guarda nonno, l'ho finita"
"E' bellissima, sei stato bravissimo"
Gli dette una pacca sulla spalla e guardò la sedia a rotelle. Più che una sedia a rotelle sembrava un albero di Natale, pensò, con tutte quelle lucine e peluche attaccati.
Sorrise.

Quella era diventata la sua realtà, la loro realtà. Si perse di nuovo nei suoi pensieri...

Quella mattina Enzo era in giardino, come ogni domenica, sistemava le piante e riassettava il giardino. Sua moglie e sua figlia avevano portato al mare il bimbo. Un giorno come un altro.
Era estate, era una loro tipica domenica d'estate.

Fino a quella telefonata e la corsa all'ospedale.

In un attimo, aveva perso tutta la sua famiglia. In un colpo di sonno di un camionista, tutta la sua famiglia si era addormentata per sempre, tranne quel piccolino, solo grazie alla nonna che l'aveva coperto facendo scudo col proprio corpo. L'unico sopravvissuto.

''Chi fa scudo a me adesso?''

Si era ritrovato ad avere quel pensiero per tanti mesi, quasi fino ad abbandonarsi a se stesso. Si sentiva tremendamente egoista, ma non riusciva a fare altrimenti. Finché la vitalità del piccolo Paolo l'aveva travolto.

Nonostante non avesse altro che un nonno un po' vecchietto e avesse perso tutti e tutto, nonostante avesse superato ore e ore di interventi, nonostante fosse costretto in una sedia a rotelle, era più vivo che mai e aveva travolto anche lui.

Affrontava la vita come un toro davanti ad una coperta rossa. Andava a scuola, giocava con gli altri bambini, aveva tanti amici, e nonostante la sua condizione fisica penalizzante, non si fermava mai davanti a nessuno ostacolo e a nessuna attività.

Ma l'inizio dell'estate era sempre difficile per Enzo.
Aprire le finestre e trovare quello scivolo li, nel silenzio assordante, era sempre difficile.
Non aveva toccato quello scivolo da quel giorno. Non avevano più usato quello scivolo da quel giorno. L'aveva lasciato li com'era. Ora era pieno di foglie, aveva affrontato stagioni e anni, si era rovinato, aveva perso colore, vitalità. Era morto quella mattina anche lui.

Ma era per lui un'ancora sulla vecchia vita. Di quando la sera, dopo la gita al mare, si riunivano in giardino. Hela, sua moglie, cucinava. La sua piccola e il nipotino giocavano con quello scivolo. E lui da quella stessa finestra li guardava, sorridenti e felici.

Una manina si strinse alla sua.

"Nonno, dai andiamo. Andiamo a prendere un po' di sole"

Guardò quel viso sorridente, tanto simile al suo, ma con tanto più coraggio e determinazione. Era tanto orgoglioso di quel pargoletto.

"Si, tesoro mio. Andiamo, c'è un bellissimo sole fuori."

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_{Foto di mia proprietà. Questo scivolo si trova nel giardino della casa in affitto dove vivo. Questa non è la sua storia, ma ogni volta che lo vedo mi mette una tristezza immane. La mia testa ne ha tirato fuori questo.}