La Grande Sfinge

10 500 a.C. - Giza

"Iside! Ma sei sicura di quello che stai facendo?" disse guardando perplesso sua sorella.
"Osiride! Come ti permetti! Metti in dubbio le mie doti magiche?" disse alzando un sopracciglio.
Accanto a lei Nefti se la rise.
"Siete peggio di un cane e di un gatto!"
"Il gatto ovviamente sono io!" rispose prontamente Iside.
I tre fratelli si guardarono e scoppiarono a ridere.
Erano stati due giorni pesanti, ma avevano quasi finito.
Guardavano l'opera creata davanti a loro.
Una meravigliosa costruzione di venti metri con un corpo possente leonino e un volto fiero e dalle sembianze umane. Dietro si stagliavano delle enormi costruzioni a punta.
Osiride guardò le pergamene che teneva in mano.
Sembrava tutto perfetto. Tutto coincideva. Le due sorelle avevano creato esattamente ciò che lui desiderava.
"È tutto perfetto."
"Ma allora avevi dubbi sul serio caprone che non sei altro!" disse ridendo Iside dandogli uno spintone.
Iside prese per mano le due sorelle.
"No. Niente affatto mie belle sorelle. Siete le migliori."

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2558 a.C. - Giza

Khafra entrò nel cunicolo.
Ripensò alla prima volta che ci era entrato. Era solo un ragazzino, aveva 7 anni. Ogni volta che suo padre Cheope lo trattava male, scappava da palazzo e si rifugiava ai piedi della Grande Sfinge.
Fu una mattina come le altre che, mentre si arrampicava sulla testa della creatura, notò, dietro l'orecchio, un piccolo ingresso.
Ci si tuffò a capofitto e scoprì quel tunnel e, nei giorni successivi, molto altri.
Tutti i vari ingressi e cunicoli portavano all'unica stanza che c'era all'interno, nella più oscura profondità.
C'era tornato più volte da ragazzo ma non riusciva mai ad arrivare con delle torce fino alla fine.
Non disse mai a nessuno di quel luogo, fino ai giorni prima della sua investitura di Faraone.
Aveva pagato degli uomini affinché costruissero un passaggio che partiva dalla pancia della creatura. Aveva calcolato ,negli ultimi due anni, che da lì avrebbe potuto raggiungere la stanza misteriosa.
Ed il giorno finalmente era arrivato.
Insieme al suo fidato consigliere e religioso, l'unico messo a conoscenza del segreto, oltre a quei pochi lavoratori, entrò nel cunicolo.
Finalmente riuscì a raggiungere la stanza. Era piena di pergamene. Al centro della stanza c'era un tavolo, in cui c'erano riposte altre pergamene.
Una, aperta sul tavolo, colpì la sua attenzione.
C'erano una serie di simboli e di scritte che non riusciva a capire.
"Vieni Esneh. Vieni qui. Cosa c'è scritto qui?"
L'uomo si avvicinò e osservò la pergamena.
"Mio Signore!" esclamò entusiasta "qui è racchiuso il segreto dei segreti! Per la gloria di Ra!"
Il faraone guardò infastidito l'uomo.
"Perché non riesco a leggerlo?"
"Perché mio faraone è scritto in un linguaggio antico, andato perso molti anni fa. La mia famiglia però non ha mai smesso di studiarla e tramandarla di generazione in generazione. È un segno divino questo. Io sono nato per essere qui!" disse l'uomo in lacrime e quasi dimenticandosi della presenza del suo faraone.
Con mani tremanti sfiorava la pergamena.
Il faraoni si incupì davanti a quella gioia e quelle lacrime.
"Dimmi cosa c'è scritto! Avanti!"
"Si, certo mio Faraone."
Sospirò.
"Qui, nella parte superiore ci sono delle coordinate.
29°58′31″N 31°08′16″E.
Qui sotto invece c'è disegnata la costellazione del Leone. La Sfinge è stata costruita in onore della costellazione stessa. Ogni giorno vede il sorgere del sole.
E qui...qui. Per la gloria di Ra!" esclamò l'uomo.
"Cosa? Cosa c'è scritto?" esclamò infuriato Khafra.
"Le piramidi non sono state costruite a caso mio faraone. Se si traccia una linea, come riportato qui, guardi, le piramidi riportano sulla terra la disposizione della Cintura di Orione.
Questo qui, invece, è il Nilo. E il Nilo è la rappresentazione della Via Lattea. È veramente straordinario!"

Esneh guardava quella pergamena stupefatto. Era davvero sbalordito da quello che stava leggendo.

Quando lesse alcune disegni , scritti in piccolo, in fondo alla pergamena, rimase senza fiato.

"Mio signore, non ci crederete. Questi disegni, questi disegni rappresentano tre divinità. Osiride, Iside e Nefti. Capite l'importanza di questa pergamena? È la testimonianza del regalo che ci è stato fatto da queste tre divinità.
Ci hanno donato queste piramidi e questa Sfinge mio signore. E l'hanno fatto riprendendo quello che avevano di più caro.
Le stelle!
È veramente straordinario!!
Posso mio signore vedere qualche altra pergamena?"
"Fai pure. Ma dimmi cosa leggi" esclamò il faraone.
Esneh si aggirò per la stanza quasi volando tanto era entusiasta.
Prese e lesse alcune pergamene da una rientranza della parete.
"Qui mio signore si parla del viaggio di Cadmo, qui di Edipo, qui invece, si parla di Atlantide. STRAORDINARIO!
Questo mio signore, è la più grande fonte di conoscenza mai esistita. Qui ci sono i segreti di tutto il mondo, qui ci sono i segreti di tutti i tempi."

Il faraone guardò l'uomo. Una scintilla apparve nei suoi occhi.
"Tu resta qui. Studia un po' di queste pergamene. Devo tornare un attimo a palazzo. Torno nel pomeriggio."

Esneh era entusiasta, non poteva ricevere ordine più bello di quello.

Il faraone tornò a palazzo e chiamò il capo delle guardie reali e il capo mastro.

"Fai chiudere tutti i passaggi della Sfinge, anche quello nuovo. Non deve esserci nessuna entrata. Va. Ora!"

Appena l'uomo uscì dalla sala reale, parlò al capo delle guardie.

"Tu. Uccidi Esneh e appena quel gruppo di schiavi avrà finito il lavoro, uccidili. Tutti. Non deve rimanere nessuno vivo. Hai capito? E fai chiamare i migliori mastri scultori del paese, li voglio tutti qui a palazzo! Entro domani. C'è del lavoro da fare."

Il faraone si affacciò dal balcone del palazzo che dava proprio sulla Grande Sfinge.

"Io sono il Faraone Khafra e quella Sfinge avrà il mio volto!"

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Tema:
La Sfinge
Ambientazione:
Antico Egitto

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